Tra le terre di Asgard…
Ad Asgard era sopraggiunto il lungo e gelido inverno, da sempre considerato
simbolo di povertà e di morte, da sempre ritenuto portatore di buio
e oscurità…
Proprio nella mattina del 22 Dicembre, giorno d’inizio dell’inverno,
l’amato e pacifico Celebrante di Odino Midgar di Polaris era stato trovato
morto nel suo letto, in circostanze sconosciute, senza aver lasciato nessun
erede maschio.
Candidata al trono di Asgard era la figlia primogenita di Midgar, Hilda,
convinta sostenitrice della politica pacifica ed equilibrata del padre,
ma anche il fratello minore di Midgar, Dolvar, era un possibile aspirante
al trono…
Dolvar era più volte andato contro la politica di Midgar e più
volte aveva sostenuto la necessità, per il popolo di Asgard, di
conquistare terre più calde e fertili, ma il Re si era sempre opposto,
rimanendo fermo nella sua posizione pacifica…
ma col passare degli anni il partito di Dolvar aveva ottenuto sempre
maggiori sostenitori e il carismatico uomo era riuscito a unire attorno
a sé un piccolo gruppo di God Warriors, suo esercito personale.
Ora, dopo la morte del Re Midgar, tutto il popolo di Asgard temeva
lo scoppio di una sanguinosa guerra civile per l’investitura tra i Cavalieri
di Hilda e quelli di Dolvar… ma, fatto del tutto imprevedibile, Dolvar
accettò volentieri l’ascesa al potere della nipote e, addirittura,
si propose come suo consigliere politico, vista la giovane età della
ragazza…
Molti God Warriors accolsero positivamente questo cambio di posizione
da parte di Dolvar, ma molti altri lo guardavano con sospetto, non del
tutto convinti delle buone intenzioni dell’uomo.
Hilda, invece, era convinta dei buoni propositi dello zio e aveva fiducia
in lui, poiché questi, in effetti, non aveva mai cercato di sovvertire
il potere del Re Midgar, né si era mai macchiato di colpe disonorevoli.
L’inverno ad Asgard, quindi, era iniziato con un grave lutto, la morte
del Celebrante di Odino, ma, d’altro canto, si era riusciti ad evitare
una sanguinosa guerra civile, che avrebbe potuto mietere molte vittime…
Il pericolo venuto da Oriente…
Hilda sedeva sul suo regale trono. Sigfrido, suo più fedele Cavaliere,
le era inginocchiato dinanzi.
“Allora, Sigfrido, non sei ancora convinto dei buoni propositi di Dolvar,
vero?” chiese la Celebrante di Odino
“Proprio così, mia signora, sento in quell’uomo un forte cosmo
maligno e temo che possa condizionarvi negativamente riguardo le politiche
da adottare…” rispose il God Warriors
“Oh! Non preoccuparti, Sigfrido, io non mi farò mai influenzare
da nessuno! -disse Hilda- Ma Dolvar è pur sempre mio zio e devo
tener conto del suo saggio consiglio… inoltre possiede un esercito personale
che potrebbe esserci d’aiuto nelle situazioni più difficili…”
Improvvisamente un soldato irruppe nella sala del trono…
“Mia signora, mi scusi se non ho bussato… -disse il soldato imbarazzato-
ma vi è qui uno strano uomo che chiede di parlare con lei…”
“Uno strano uomo? Chi è mai costui?” chiese Hilda
“Non lo so, mia regina… sembra un vecchio ubriacone e sicuramente non
è né di Asgard, né di nessun altro popolo del Nord…
lo abbiamo sorpreso a girovagare intorno al castello e gli abbiamo intimorito
di andarsene, ma ha risposto che doveva al più presto parlare con
vossignoria…”
“Questo è impensabile! -urlò Sigfrido con tono severo-
Non possiamo permettere a qualsiasi ubriacone di presentarsi dinanzi alla
Celebrante di Odino! È inammissibile!”
“Lo so… -disse il soldato con voce fioca- anche noi abbiamo risposto
così a quest’uomo… ma quando abbiamo cercato di cacciarlo dal palazzo,
ha steso dieci soldati con un sol colpo!”
“Cosaa??!” urlò Sigfrido
“Su, calmati cavaliere -disse Hilda- lascia che quest’uomo si presenti
dinanzi a me…”
Detto ciò, il soldato fece un piccolo inchino e uscì
dalla stanza, poco dopo entrarono altri due soldati, che reggevano in piedi
un vecchio ubriacone dalla lunga barba grigia, dal naso rosso e camuso
e dagl’occhi piccoli e infossati…
I soldati lasciarono l’ubriacone e uscirono dalla stanza, questi barcollò
in avanti, verso la Celebrante di Odino.
“Chi sei? Misero ubriacone?” chiese Sigfrido
“High! High! -singhiozzò il vecchio- chi sei tu piuttosto, misero
Cavaliere! Hi! Hi! Hi!” disse ridendo
“Ma come ti permet…”
“Calma Sigfrido, sentiamo cosa ha da dirci…” disse Hilda
“Beh, Regina di Asgard e Celebrante di Odino… veramente volevo parlare
in privato di questioni importanti…” disse il vecchio, improvvisamente
fattosi serio…
Sigfrido immediatamente percepì in lui un cosmo fortissimo,
che prima non aveva sentito…
“Sigfrido è il mio Cavaliere più fedele, parla pure liberamente,
se hai da parlare…” rispose la Regina di Asgard
“Bene -disse il vecchio- allora parlerò: il mio nome è
Sileno e vengo direttamente dalla lontana Grecia, su ordine del mio padrone…”
“Chi è il tuo padrone?” lo interruppe Sigfrido
“Eh, eh, sei impaziente di sapere, Cavaliere… è buona dote la
ricerca del sapere, ma non va mai accompagnata con l’avventatezza…” rispose
Sileno
“Mmm... ora però rispondi alla mia domanda, vecchio!” disse
Sigfrido leggermente spazientitosi
“Oh, quanta irruenza! -disse Sileno sorridendo- Comunque il mio padrone
è Dionisio, Dio del Vino e della Vite, e sono venuto in queste fredde
e gelide terre proprio per esportare il suo culto…”
“Il culto di Dionisio, Dio del Vino e della Vite…” ripeté Hilda
a bassa voce
“Proprio così! Da millenni Dionisio viaggia per il mondo esportando
il suo culto, per portare la felicità e la spensieratezza a tutta
l’umanità! Il vino e l’estasi, sono questi gli unici piaceri perseguibili
dall’uomo! Gli unici in grado di elevarlo al dì sopra del dolore
e degli affanni! Gli unici in grado di fargli dimenticare le preoccupazioni
e i mali del mondo!”
“A me questo non sembra un buon culto… -rispose Hilda- il vino e l’estasi
possono distogliere dai malanni e dalle preoccupazioni, ma solo per un
istante… poi vi è il ritorno alla dura realtà! Gli uomini
devono affrontare i problemi con serenità e fatica, non tentare
di aggirarli in malo modo!”
“Celebrante di Odino, intendete forse dire che volete rifiutare il
culto di Dionisio? Se lascia al Tiaso Dionisiaco di entrare liberamene
ad Asgard, renderemo felici le sue genti, molto più di quanto non
ha fatto Odino! Le vostre terre gelide e nevose, grazie alla somma potenza
del mio Dio, diventeranno verdi e ricche di vigne! Il vino scorrerà
a fiumi in Asgard e la felicità sarà ben presto raggiunta!”
replicò Sileno
“Mi spiace, ma io sono fedele ad Odino! Egli ci ha affidato queste
terre fredde e gelide per proteggerle, non per permettere a divinità
straniere di usurparle e di sovvertire l’ordine naturale delle cose!” rispose
Hilda
“Beh, in questo caso… -disse Sileno con aria seccata- saremo costretti
ad entrare in Asgard con la forza… Dionisio ha il dovere morale di estendere
il suo culto su tutta la terra! Egli deve rendere felici tutti gli uomini!
Se voi e il Dio Odino, che rappresentate in terra, non permetterete ciò,
sarete eliminati! Questa è una dichiarazione di guerra, Regina di
Asgard!”
“Dannato, ti faccio vedere io!” urlò Sigfrido, alzatosi di scatto,
ma Hilda lo fermò…
“Sigfrido, quest’uomo è troppo potente per te… inoltre ora sei
da solo al Castello, lasciamolo andare… quando avremo radunato tutti i
God Warriors, saremo pronti per la battaglia e sconfiggeremo Dionisio!”
“Lo spero per voi… -disse Sileno- ma non illudetevi, non sarà
così… a me dispiace molto dovervi dichiarare guerra, ma lo avete
voluto voi… siete voi che impedite la felicità dei vostri sudditi…”
e detto ciò, Sileno se ne andò dalla stanza barcollante,
tornando a sembrare un vecchio ubriacone come quando vi era entrato…
“Hilda, questo è l’inizio di una Guerra Sacra!” disse Sigfrido
“Lo so, Cavaliere… tu raduna tutti i God Warriors dell’Orsa Maggiore
e chiamali al mio cospetto… tra ventiquattro ore ci riuniremo nella Sala
delle Conferenze per discutere sull’accaduto…”
“Ma nel frattempo lei regina cosa farà?” chiese il Cavaliere
di Orion
“Devo consultarmi con mio zio Dolvar… e sentire se le sue truppe ci
saranno di supporto!” rispose Hilda
“Io non mi fiderei molto di quell’uomo… è misterioso…”
“Non mi interessa Sigfrido! È pur sempre mio zio e poi un suo
supporto ci sarà di grande aiuto!”
“Bene, mia regina, allora esco a richiamare tutti i suoi Cavalieri…”
“Bene, Sigfrido, e fai in fretta! Non sappiamo quando i Cavalieri di
Dionisio attaccheranno!”
Castello di Dolvar
“Questo è tutto, zio… siamo in una situazione molto grave, è
l’inizio di una Guerra Sacra! Per questo sono venuta sin qui: per chiedervi
consiglio e aiuto…” disse Hilda
“Capisco, nipote…” disse Dolvar con tono sommesso, poi si alzò
dalla sua regale sedia e, camminando nervosamente avanti e indietro, continuò
“la situazione è più grave di quel che sembra… l’attacco
di un Dio alla sovranità di Odino su Asgard è un fatto gravissimo!
La guerra che ne seguirà potrebbe portare alla distruzione della
stessa Asgard e perciò non dobbiamo farci trovare impreparati: dobbiamo
cercare qualche informazione in più su Dioniso e sul suo culto…
e in caso il suo attacco fosse isolato, potremo prendere in considerazione
la possibilità di cercare un aiuto esterno ad Asgard…”
“Mmm… zio credo sia difficile, chi potrebbe giungere in tempo tra queste
gelide terre per venirci in aiuto?” chiese Hilda
“Il mondo è governato da alcuni Dei potentissimi in eterna lotta
tra loro… Odino a differenza è un dio forse minore, ma neutrale
ed estraneo alle loro vicende… quindi potremo chiedere aiuto a uno di questi
Dei, magari a una divinità da sempre ostile a Dioniso…”
“Potrebbe essere una soluzione… ma non credo che faremo in tempo: bisognerà
trovare un Dio ostile a Dioniso e poi mandare da lui un ambasciatore… nel
frattempo saremo già stati attaccati!”
“Ma ci difenderemo ad oltranza! Grazie ai tuoi e ai miei God Warriors!
-disse Dolvar- piuttosto, hai già provveduto a radunare i tuoi Cavalieri?”
“Sì, li ho convocati in assemblea straordinaria… vieni anche
tu con i tuoi God Warriors: tra due ore nel mio castello! Ci organizzeremo
riguardo la difesa di Asgard e magari discuteremo anche riguardo una possibile
alleanza…” disse Hilda
“Non mancherò! Le mie forze sono sempre al servizio di Odino
e di Asgard!” rispose Dolvar orgogliosamente
“Bene… ora però devo lasciarti: voglio andare nella biblioteca
del mio castello e documentarmi su questo Dioniso…”
“Allora a dopo Hilda…” disse Dolvar congedando la nipote.
Detto ciò, la Celebrante di Odino uscì dalla reggia dello
zio, il castello del Vahalla, e fece ritorno nel suo Castello Reale.
Castello Reale di Asgard, stanza delle assemblee…
Hilda e tutti i God Warriors sedevano dinanzi un lungo tavolo rettangolare,
di solido legno nordico… i posti a capotavola era occupati dalla Celebrante
di Odino e dallo zio Dolvar e alla loro destra vi erano rispettivamente
il potente Sigfrido e il crudele Loki… dinanzi a Sigfrido vi era Hagen,
God Warriors di Merak, visibilmente ansioso e nervoso: aveva disposto sentinelle
lungo tutti i confini e a momenti sarebbe dovuto arrivare un messaggero
a fare rapporto…
“Cavalieri… -iniziò Hilda- come Sigfrido vi ha informato, ci
troviamo in una situazione gravissima per Asgard e sembra sia inevitabile
l’inizio di una Guerra Sacra… come avete notato, ho convocato qui al Castello
anche mio zio Dolvar e i suoi God Warriors: la loro forza ci aiuterà
durante la battaglia!” poi la Celebrante di Odino si alzò in piedi
e, rivolgendosi allo zio, continuò “Dolvar, riguardo la tua idea
di chiedere aiuto a un Dio ostile a Dioniso… beh, ho notizie negative…
tramite le mie ricerche ho scoperto che Dioniso è conosciuto come
un dio viaggiatore, ben visto da tutte le altre divinità, amato
e venerato in molte parti del mondo… chi, nel corso dei secoli, ha osato
ribellarsi a lui e non accettare il suo culto, è stato annientato
dallo stesso Dioniso! E nessun Dio dell’Olimpo lo ha mai rimproverato per
questo!”
“Dovremo condurre la nostra guerra da soli allora…” disse Dolvar amareggiato
“Noi non ci piegheremo mai a Dioniso!” intervenne Sigfrido
“Giusto! Non accetteremo mai il culto di un Dio diverso da Odino!”
aggiunse Hagen
Nel frattempo un messaggero irruppe nella sala… “Venerabile regina,
nobili cavalieri, porto brutte notizie dai confini: le armate di Dioniso
hanno iniziato il loro attacco e stanno avanzando divise su tre fronti!”
Sigfrido si alzò bruscamente in piedi “Come?? Dobbiamo fermarli
o sarà un massacro per le nostre genti!”
“Esatto, onorevole Sigfrido… -disse il messaggero- è stata avvistata
un’armata avanzare attraverso i boschi sacri a Nord, un’altra avanzare
attraverso i vecchi ruderi a Est e un’altra ancora avanzare a Sud, vicino
al Tempio del Valalla… stanno facendo stragi di uomini e donne, senza ragioni
né pietà… i nostri soldati sono troppo deboli e non possono
fare nulla!”
“Hilda dovremo dividerci per difendere il popolo!” suggerì Dolvar
“Un ottima idea…” disse Dhol, God Warriors di Pechda, che con la sua
imponente stazza svettava al centro del tavolo…
“Sì, siamo costretti a scendere in campo subito! Ne va della
nostra sopravvivenza!” incalzò Hagen
“Mia regina, consentitemi di guidare un contingente verso una delle
armate di Dioniso!” chiese Sigfrido
“Sigfrido, vorrei che tu rimanessi qui al Castello a difendermi… assieme
ad Hagen rimarrai qui per proteggere me e mia sorella Flare… sei d’accordo?”
chiese Hilda
“Sì, mia regina…” rispose Sigfrido stringendo i pugni…
“Dhol e Fenrir possono avanzare attraverso i boschi sacri a Nord, che
entrambi conoscono molto bene…” continuò Hilda
“Mi pare una buona idea…” disse il silenzioso Fenrir
“Mime, tu di solito vivi tra i ruderi a Est… potresti andare tu in
quel luogo, magari aiutato da qualcun altro…”
“Potrei aiutarti io!” intervenne Cyd, God Warriors di Mizar, seguito
e spiato anche in quel frangente dal fratello Bud…
“Bene allora Mime andrà con Cyd -disse Hilda, poi rivolgendosi
verso Dolvar- zio, un terzo contingente sta attaccando la zona sacra del
Vahalla, il tuo territorio, scommetto che vorrai andare là a difenderlo
personalmente con i tuoi guerrieri…”
“Non mi preme tanto per il mio Tempio, quanto per Asgard… partirò
subito per fermare Dioniso!” disse Dolvar, facendo cenno ai suoi di alzarsi
dal tavolo…
“Allora rimarranno al castello Sigfrido, Hagen e Alberich…” concluse
Hilda
“No, mia regina -intervenne Alberich, God Warriors di Megres- con il
suo permesso, io andrei tra i miei cari boschi d’ametista, posti dinanzi
l’ingresso del Castello a Ovest… lei sa benissimo che non mi piace agire
in coppia… voglio fare a modo mio… non si preoccupi, si affidi pure a me!”
“D’accordo, ma rimani vicino al Castello… in caso di pericolo interverrai
subito per aiutare Sigfrido e Hagen…”
“Grazie, mia regina, non se ne pentirà!” disse Alberich… ma
in realtà l’ambizioso e misterioso Cavaliere già pensava
tra sé e sé <gli altri frenerebbero i miei piani, meglio
andare da soli…>
“Allora andate Cavalieri! E non fallite!” disse Hilda
Così Fenrir e Dhol si incamminarono attraverso i Boschi Sacri
a Nord, cari a entrambi i God Warriors…
Mime e Cyd andarono ad affrontare l’armata penetrata tramite i ruderi
a Est, dove Mime era solito comporre musica…
Dolvar e i suoi si diressero a Sud, verso il Tempio del Vahalla, dove
era penetrato il terzo gruppo nemico…
Alberich, invece, girovagava nella piccola foresta d’ametista a Ovest,
posta proprio dinanzi l’unica entrata del Castello Reale, in cui la regina
Hilda e la principessa Flare erano sorvegliate e protette da Sigfrido e
Hagen…
A Nord, tra i Boschi Sacri…
Il rapido Fenrir e l’imponente Dhol correvano veloci tra la foresta,
quando avvistarono un soldato, gravemente ferito, che camminava barcollante,
reggendosi ai grossi pini del bosco… subito i due God Warriors arrestarono
la loro corsa…
“Soldato! Cosa è successo?” chiese Fenrir
“Ca… Cavalieri… per fortuna siete arrivati… -rispose il soldato, trascinandosi
per forza d’inerzia- una truppa di donne spietate ha attaccato le torri
d’avvistamento poste dinanzi la foresta… e… le ha distrutte! Tutti i soldati
sono morti, solo io sono riuscito miracolosamente a scappare… coff… coff…”
“Una truppa di donne spietate?” ripeté Dhol
“Esatto… sembravano Sacerdotesse Guerriero… vestivano un’armatura rosso
sangue che metteva in risalto le loro forme femminili, erano molto sensuali…
ad un primo momento siamo tutti stati ammaliati dalla loro bellezza… ma
poi si sono trasformate in animali feroci, in bestie! Siamo riusciti a
ucciderne qualcuna, ma erano troppo forti per noi! Hanno ucciso tutti con
graffi e morsi… hanno distrutto le torri con le loro unghie! Non erano
più donne… sembravano possedute”
“Allora dovranno perire! -urlò Dhol infuriato- ora scusaci se
ti lasciamo solo in queste condizioni, ma dobbiamo arrestare l’avanzare
dell’armata di Dioniso!”
“Non preoccupatevi per me, Cavalieri… andate… ma state attenti… coff…
coff…” disse il soldato stremato, mettendosi a sedere sulla neve, appoggiato
al tronco di un albero…
Fenrir e Dhol, senza perdere tempo, ripresero la loro corsa tra gli
alberi del bosco, finché non sentirono delle urla e schiamazzi tremendi,
simili a canti tribali…
I due Cavalieri avanzarono lentamente e, nascondendosi dietro spessi
pini, osservarono silenziosamente tutta la scena: un gruppo di donne estremamente
attraenti stava avanzando attraverso la foresta cantando e danzando molto
sensualmente… dinanzi al gruppo vi era un uomo, alto e virile, che guidava
le donne e le faceva danzare con il suono del suo flauto… tutti erano spensierati
e divertiti, ma le mani delle donne erano sporche di sangue e terra!
“Fenrir, io intervengo!” disse l’irruente Dhol
“D’accordo… io per ora rimango nascosto, ma in caso ti servisse aiuto
mando i miei lupi!”
“Bene… -disse Dhol al compagno e poi, mostrandosi al gruppo danzante,
urlò- Chi siete voi? E cosa ci fate ad Asgard?”
L’uomo alto e virile bloccò il suono del suon flauto e osservò
il gigantesco Cavaliere che gli si era posto dinanzi…
“Il mio nome è Priapo e sono il protettore dell’impeto sessuale…
queste sono le mie donne, le Menadi… stiamo per attaccare il Castello di
Odino, quindi se non vuoi morire togliti di mezzo!”
“Stolto uomo! Hai sbagliato persona su cui scaricare la tua collera!
Fatti avanti!” urlò Dhol
“Ah! Ah! -rise Priapo- grazie al mio Dio Dioniso io non conosco collera!
Combatto per puro divertimento… ma tu non sei alla mia altezza… non mi
faresti divertire… le mie Menadi ti faranno a brandelli!” e così
dicendo Priapo suonò una nota del suo flauto stranamente acuta…
improvvisamente le Menadi, fino a quel momento donne estremamente sexi
e sensuali, si trasformarono in bestie spietate, in animali feroci e desiderosi
di sangue! I loro occhi si iniettarono di sangue e le loro unghie affilati
diventarono pericolosi strumenti di morte!
Fenrir, nascosto dietro un albero, con un fischiò chiamò
i suoi lupi… Priapo immediatamente si voltò, cercando di capire
da quale parte fosse pervenuto quel suono, ma non riuscì ad individuare
il God Warriors di Alioth…
I lupi di Fenrir affiancarono Dhol per aiutarlo nello scontro, questi
li guardò e sorrise… aveva capito che Fenrir ben presto sarebbe
intervenuto nel combattimento!
Le Menadi, infuriate e violente, si lanciarono contro Dhol e il piccolo
branco di lupi… il God Warriors di Pecdha lanciò il suo potentissimo
pugno, il Titanic Hercules, e un fascio di luce purpurea atterrò
immediatamente quattro donne… nel frattempo, però, altre quattro
donne avevano preso di mira i lupi di Fenrir e con estrema brutalità
li avevano sbranati, mordendoli sul collo, staccandogli le zampe e sventrandoli
con le loro unghie affilate…
Fenrir non poteva più rimanere a guardare e immediatamente uscì
allo scoperto…
“Allora eri tu ad aver richiamato quei lupi… -disse Priapo rivolgendosi
al nuovo arrivato- mi sembrava di aver percepito un fischio… poco importa,
ora morirai anche tu…”
“Maledetto… ora annienterò chi ha osato uccidere i miei amici
lupi…” disse Fenrir, abbassando la sua visiera…
“Forza Menadi! Sbranate questi due miseri individui come avete fatto
con quei piccoli lupi!” urlò Priapo, incitando le otto donne a ritornare
di nuovo all’attacco…
Quattro Menadi si lanciarono su Dhol, aggrappandosi sul suo imponente
corpo… alcune gli graffiarono il ventre, altre gli morsero il collo, altre
ancora bloccavano il suo potente braccio… ma il God Warriors di Pecdha,
stanco di avere a che fare con quelle piccole bestie infuriate, espanse
il suo gelido cosmo e scaraventò via le quattro donne dal suo corpo,
già provate dal precedente colpo subito, uccidendole!
Nel frattempo altre quattro Menadi si erano lanciate su Fenrir, ma
questi, sconvolto per la scomparsa dei suoi lupi, con un rapido e potente
Rozan Kundo Ken aveva fatto a fettine le donne con i suoi lunghi artigli…
“Tutta qua la forza delle tue donnacce?” chiese Fenrir al semidio…
“Maledetti… avete ucciso le mie Menadi… allora non siete male come
pensavo… vorrà dire che dovrò uccidervi io!” e così
dicendo Priapo impugnò una lunga catena che teneva avvolta alla
sua cintura… alle estremità della catena erano agganciate due grandi
e pesantissime palle d’acciaio “Ora con queste palle d’acciaio vi ridurrò
le ossa in pezzi!!!”
Priapo fece roteare velocemente le due palle sopra la sua testa e in
un batter di ciglio le scaraventò una su Fenrir e una su Dhol… i
due God Warriors cercarono di difendersi incrociando le braccia, ma non
riuscirono ad attenuare la potenza del colpo e vennero sbattuti contro
i tronchi di due alberi…
“Ah! Ah! Ora vendicherò le mie Menadi…” disse Priapo, continuando
a far roteare le due pesanti palle sopra la sua testa.
Dhol e Fenrir si rialzarono malconci… quest’ultimo fischiò ancora
una volta, richiamando il suo intero branco…
“Quelle bestie non ti aiuteranno a sconfiggermi, misero Cavaliere!
Ora morite entrambi!” urlò Priapo, lanciando nuovamente le sue sfere
d’acciaio contro i due God Warriors…
Per la seconda volta Dhol e Fenrir caddero atterra, colpiti dalle pesanti
sfere…subito i lupi andarono a leccare le ferite del loro capo, preoccupati
per le sue precarie condizioni, ma questi si rialzò prontamente,
fiancheggiato dal possente Dhol.
“Dhol… se ci colpisce di nuovo il nostro cloth andrà in frantumi…
così come le nostre ossa… è poco corretto ma dobbiamo attaccarlo
insieme! È l’unica soluzione!” disse Fenrir stanco e ferito
“D’accordo! Attacchiamolo contemporaneamente!” rispose il massiccio
Cavaliere
Con un occhiata Fenrir ordinò al lupo grigio, capo-branco tra
i suoi lupi, di affiancarsi a Dhol… l’imponente Cavaliere di Pecdha ora
era affiancato a destra dal felino Fenrir e a sinistra dal ringhioso lupo
grigio…
“All’attacco!” urlò Dhol “Titanic Hercules!”
“Non riuscirete a colpirmi!” urlò Priapo, facendo roteare velocemente
dinanzi a se le sue sfere d’acciaio “Rolling Balls!”
Nel frattempo Fenrir e il lupo grigio scattarono alla destra e alla
sinistra di Dhol, dirigendosi rapidamente verso il nemico e costeggiando
il fascio di luce purpurea generato dal Titanic Hercules…
Il colpo di Dhol si infranse sulle sfere d’acciaio di Priapo e grazie
alla sua potenza riuscì a disintegrarle in mille pezzi…
Il semidio era ora senza difese e in balia dell’attacco sincronizzato
di Fenrir e del lupo grigio… infatti, senza neanche lasciare all’avversario
il tempo di pensare, l’agile God Warriors di Alioth, giunto da destra,
aveva affondato i suoi lunghi artigli nel ventre di Priapo mentre il suo
fedele compagno, giunto da sinistra, lo aveva addentato al collo, stringendo
la sua pulsante gola con i suoi denti affilati.
Quando Fenrir estrasse i suoi artigli dallo stomaco dell’avversario
e il lupo grigio allentò il morso alla gola del nemico, Priapo barcollò
all’indietro, cadendo tra la candida neve… ormai sporca di rosso sangue…
Il semidio incredibilmente si rialzò, perdendo sangue dal ventre
e dalla gola…
“Maledetti, avete distrutto le mie palle d’acciaio e mi avete ferito!
Ma adesso per voi è finita! -urlò Priapo infuriato- Ora vi
mostrerò il mio colpo migliore! Prendete: Sex Pistol!!!!”
Priapo tirò indietro il suo pugno, per poi lanciarlo potentissimo
verso i due God Warriors… il flusso di energia rosa generato dal potere
del Sex Pistol corse rasente alla neve, dirigendosi inesorabilmente sui
due Cavalieri…
“È troppo potente non riusciremo mai a bloccarlo!” urlò
Dhol
“AAAAAAAAAAhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!”
Un bagliore accecante per un istante illuminò il bosco di una
luce rosata… i millenari e altissimi alberi intorno a Priapo si erano dissolti
nel nulla e la neve era stata sciolta per un raggio di dieci metri, lasciando
solo putrida terra marrone…
Ma Dhol e Fenrir erano ancora lì, in piedi, increduli essi stessi
di essere ancora in vita… però subito Fenrir capì cosa era
successo: i suoi fedeli lupi marroni si erano interposti tra i due Cavalieri
e il colpo, sacrificando la loro vita per Odino!
“Miei lupi… giuro che il vostro sacrificio non sarà vano!” disse
Fenrir, mentre una piccola lacrima gli solcava il viso…
“Ah! Ah! Quelle stupide bestie si sono sacrificate per voi... ma ora
chi vi difenderà dal mio colpo?” disse Priapo sarcastico
“Non ci sarà un altro colpo Priapo, perchè tu morirai
ora! -disse Fenrir infuriato, poi voltandosi verso il compagno- Dhol, io
odio agire in compagnia, ma è l'unica maniera che abbiamo per sconfiggerlo...
dobbiamo ancora attaccarlo assieme!”
“D'accordo!” rispose il massiccio Cavaliere.
Fenrir e il lupo grigio si lanciarono vendicativi verso Priapo... questi
era pronto all'impatto ma pochi secondi prima dello scontro il God Warriors
di Alioth si abbassò di scatto, puntando verso le gambe dell'avversario...
gli artigli di Fenrir si conficcarono nella coscia destra del semidio e
stessa cosa fecero gli affilati canini del lupo grigio, che con un gran
balzo aveva imitato alla perfezione i movimenti del suo padrone, addentando
la coscia sinistra di Priapo...
Colpito ad entrambe le gambe, il semidio cadde in ginocchio, ma appena
alzò lo sguardo dinanzi a sé vide un enorme fascio di energia
viola scagliarsigli contro!
“Muori bastardo! Titanic Hercules!”
Priapo non poté far nulla e venne investito in pieno dalla potenza
distruttiva del colpo di Dhol, quindi cadde all'indietro, strisciando per
molti metri lungo la neve e lasciando una lunga striscia di sangue rosso...
Dhol, Fenrir e il lupo grigio gli si avvicinarono...
“Sembra morto, ma è meglio restare tranquilli...” disse Dhol,
tirando una pazzesca asciata sul petto di Priapo
Fenrir si chinò sul cadavere e con i suoi lunghi artigli cavò
gli occhi al semidio e li diede in pasto al lupo grigio, unico del suo
branco ad essere rimasto in vita, quindi si voltò verso Dhol e disse
“Abbiamo compiuto il nostro dovere... tu torna al Castello a dare la notizia,
io devo seppellire i miei amici lupi... quando sarò pronto per aiutarvi
vi raggiungerò...”
“Va bene...” rispose Dhol, partendo in direzione del Castello.
Fenrir invece rimase tra quei cari boschi, per dare una degna sepoltura
agli unici veri compagni della sua vita...