L'attività vulcanica che si era manifestata in diversi punti
del mondo comincia a ritirarsi e a contenersi.
I Cavalieri Hyoga del Cigno e Shiryu del Dragone sono ritornati rispettivamente
in Siberia
Orientale e ai Cinque Picchi per riprendersi dalle ferite.
Ikki della Fenice, che aveva salvato i fratelli dalla "Dimora di Typhoeus",
è scomparso nuovamente in qualche luogo sconosciuto.
Seiya rimane con Shun al Grande Tempio.
L'Odeon, teatro a cielo aperto situato su una collina a nordovest dell'Acropoli,
con una capacità di seimila persone, rappresenta questa notte il
teatro classico greco. L'opera interpretata è nuovamente la Trilogia
di Oreste, di Eschilo.
Oreste, il matricida, figlio di Agamennone, Re di Micene: assassinato
dalla sua sposa, la regina Clitennestra, per aver offerto la figlia in
sacrificio per vincere la guerra di Troia, un crimine orribile e tragico.
Oreste è perseguitato dalle temibili dee della vendetta, le Erinni.
Condannato alla pazzia e forzato ad anni di vita errante, Oreste nuovamente
consulta l'Oracolo di Delfi e, seguendo i suoi ordini, si sottomette al
giudizio di Atene, per il crimine di matricidio.
La dea della guerra e della saggezza, protettrice della città
di Atene, presiede il giudizio al quale partecipano i denuncianti, le tre
dee della vendetta, e il difensore Apollo, dio di Delfi. Altri importanti
dei scendono sulla Terra per assistere alla sessione.
I voti dei giurati si dividono in numero assolutamente uguale tra coloro
che chiedono la condanna e la assoluzione. Nel frattempo, grazie alla spettacolare
difesa dell'eloquente Apollo, la dea vergine Athena assegna il voto di
spareggio a favore dell'assoluzione di Oreste.
Insoddisfatte, le dee della vendetta tentano ancora di perseguitare
Oreste, ma Athena interviene a suo favore. Oreste è finalmente libero
dalla pazzia del suo crimine. Fine.
"Grande!" Shun è impressionato dalla rappresentazione. "Ti puoi
svegliare, Seiya."
"Hummm... Aah! È finito?" Il Cavaliere di Pegaso sbadiglia leggermente.
"Come ti è sembrato?"
"Ben fatto!" Seiya sta chiaramente mentendo.
"Ben fatto, ma ha dormito tutto il tempo..." pensa Shun, sollevando
le spalle.
"È stato ben fatto, ma la prossima volta invitami ad assistere
a un'opera più divertente!"
"La prossima volta sarà una commedia!"
I due Cavalieri respirano profondamente l'aria notturna e guardano
il cielo, ancora opaco a causa delle ceneri sparse dal dio dei Giganti.
"Deve ancora arrivare un bel tempo per far sì che scompaiano
gli effetti delle ceneri di Typhon..."
"Tu sei un dio per mezzo di una macchina!" dice Mei.
I due scudi laterali dell'Armatura della Chioma di Berenice lanciano
centinaia di migliaia di fili taglienti. Poco a poco, gli scudi perdono
la loro forma sotto aspetto di lacrime. I bracciali, il pettorale, tutta
la sacra vestigia si sta disfacendo.
I fili taglienti si mescolano alle tenebre del gigantesco spazio vuoto
del tempio sotterraneo, riempiendo lo spazio come il bozzolo di un baco
da seta. Typhon è imprigionato, sospeso in aria dai fili che attraversano
tutto il suo corpo.
"Il tempo si ferma." dichiara Mei. "Oppure il sangue di Athena dei
tempi antichi, mischiato con la Sacra Armatura. O quindi le stelle."
Questo non è più il Tempio dei Giganti. E' il Tempio
del Sigillo di Athena.
"La Prigione del Tempio Sospeso. Typhon, io sono il sigillo!"
Il "Bozzlo del Tempo" che avvolge Mei e Typhon è il sigillo
dei tempi immemori di Athena.
"Tu, mi sigillerai?" dubita Typhon, ironico. "Per quanto tempo un fragile
umano come te potrà trattenermi? Cento anni? Mille anni? Diecimila
anni? Per me, per la Divina Volontà immortale, questo non sarà
che un breve momento, un battito di ciglia."
"Un breve momento. In questo carcere nel vuoto tra Gaia e il Tartaro.
Passeremo questo eterno momento uniti cadendo in questo abisso."
"Che siano cento anni, mille, diecimila. In qualche momento questo
Bozzolo del Tempo si romperà. Allora la mia Volontà sarà
libera! E, quando quel giorno arriverà, nonostante la Sacra Armatura
bagnata dal sangue di Athena sarà ancora qui, tu, che già
sei morto in questa incarnazione, non esisterai già più!"
"È il destino."
"Un destino meschino."
"Le stelle non si dimenticano." E' il desiderio di Mei. "Basta che
ci sia pace sulla Terra come prova che i Cavalieri sono vissuti."
"Perché mi contrasti?"
"Typhon, deus ex machina, sei stato tu a cominciare la controversia
per primo. Sei stato pure tu a dire che non c'era bisogno di ragioni. Infatti,
questa è la Gigantomachia. Questa è la battaglia che non
ha senso lasciare nella Storia."
"Quindi... dormirò per un breve istante di battito di ciglia."
In quel momento, un'altra stella si consuma nel firmamento e cade.
È notte al Grande Tempio. In cima alla montagna, si erge il più
limpido Tempio di Athena.
La donzella dai capelli violacei, elegantemente vestita con un abito
bianco, è in piedi nel punto più elevato della regione sacra.
Il suo corpo e il suo spirito furono affidati alla volta celeste, recipiente
dell'Universo.
"Se questo è il mio destino..." Athena guarda le stelle.
Rievoca le nostalgiche memorie che colmano il suo cuore e le solleva
affettuosamente verso il Firmamento, dove dovrebbe stare la costellazione
senza stelle.
"Io farò il mio dovere. La Volontà di Athena!"
È ciò che deve fare, per l'Amore e la Giustizia sulla
Terra.
FINE