Capitolo 2 - SANGUE

1)

Esiste al Grande Tempio un umile cimitero. Lì riposano i Cavalieri di Athena, alcuni famosi, altri meno conosciuti. Molti tumuli non devono nemmeno contenere corpi sepolti. Le lapidi sono semplici pietre con il nome, la classe e, in alcuni casi, la costellazione del Cavaliere. Alcune sono completamente ricoperte di muschio.
"Un'altra compagna che abbiamo perso..." balbetta Seiya, che ha ricevuto la notizia della morte di Yuuri al ritorno dalla sua missione.
"Siamo riusciti a salvarla una volta..." dice Hyoga, con lo sguardo perso in direzione della tomba costruita di recente.
Dai tempi immemori delle antiche leggende mitologiche, i Cavalieri tanto numerosi quanto le stelle del cielo lottano per l'Amore e per la Giustizia sulla Terra, compiendo il loro destino.
YUURI, Bronzo, Sestante. Niente nell'iscrizione indica che questa è la tomba di una donna.
"In ogni combattimento, io solo chiedo una cosa..." la voce di Nicole è piena di tristezza. "Che io non sia obbligato a pronunciare una frase di addio." Il Capo Chierico conclude la cerimonia.
"È tutto qui?" Mei stringe la labbra di fronte alla lapide di Yuuri. Sente che l'omaggio è stato troppo corto per la nostalgia che sente.
"E cosa volevi? Un funerale colossale come quelli degli imperatori dell'Antichità?" il tono di Nicole ha una nota di sarcasmo. "Dovremmo per caso fare una festa per celebrare il suo trapasso e piangere per sette giorni e sette notti?" continua. "Non abbiamo bisogno di ostentazioni. Non abbiamo neanche bisogno di tombe. La pace sulla Terra è la maggior prova che ogni Cavaliere è stato qui. Anche se un giorno le persone si scorderanno di noi, le stelle mai ci scorderanno."
Le parole di Nicole riverberano nello spirito di Mei e nel destino tracciato dalla sua nera armatura. Egli è un guerriero della Gigantomachia.


2)

Nella Sala del Grande Sacerdote, Nicole mostra a Seiya il pezzo della catena triangolare dell'armatura di Andromeda. La prima reazione del ragazzo è di offrirsi prontamente per salvarlo.
"Shun era in Anatolia. E' certo, Capo Chierico?" anche Hyoga del Cigno è preoccupato per il suo compagno e fratello.
"Era sul Monte Arima." risponde il Capo Chierico.
"La catena triangolare è la catena di attacco." commenta Shiryu, tastando l'artefatto con le mani. "Shun ha sacrificato la sua stessa arma, rinunciando alla lotta per avvertirci del pericolo."
"Quale nemico potrebbe intimidire un Cavaliere come Shun?" si chiede qualcuno.
"Può trattarsi solo dei Giganti!!" grida Seiya, impaziente. "Yuuri è stata assassinata da un Gigante che ha invaso il Grande Tempio."
"Calmati, Seiya." Athena, che finora era seduta sul suo trono, parla per la prima volta, facendo sì che tutti i presenti si zittiscano per ascoltare la Volontà Divina alla quale dedicano la vita. "La vita o la morte di Shun dipende dal destino della sua stella. Ma faremo del nostro meglio per lui."
Con sorpresa di Seiya, Hyoga e Shiryu, in quel momento un nuovo gruppo di Cavalieri entra nella Sala del Grande Sacerdote.
"Sono arrivati." conferma Nicole, voltandosi in direzione della porta.
I nuovi arrivati si presentano:
"Nachi del Lupo."
"Ban del Leone Minore."
"Ichi dell'Idra."
"Geki dell'Orsa, a sua disposizione."
"Jabu dell'Unicorno. Attenendoci al Divino ordine, siamo giunti al Grande Tempio."
Con questo, i Cavalieri di Bronzo si inginocchiano di fronte ad Athena.
"Vi sono grata per essere venuti da così lontano." risponde la dea.
"Siamo venuti per rafforzare le difese del Grande Tempio..." Jabu indossa l'armatura dell'Unicorno, con un corno solitario sull'elmo. Assomiglia a Seiya e i due hanno quasi la stessa età. La principale differenza è la sua carnagione, più abbronzata, probabilmente perché proviene dall'Algeria, dove ha svolto la sua missione di Cavaliere.
"Jabu, Nachi, Ban, Geki, Ichi." dice il Capo Chierico nel tono più formale possibile. "La vostra missione vi è già stata comunicata: dovete formare un cerchio protettivo attorno al Grande Tempio e difendere Athena."
"Sì signore." risponde Jabu. "Mi piacerebbe anche rivedere Mei, ora che sappiamo che è vivo."
"Mei?" lo chiama Seiya, guardandosi intorno.
"Qualcuno ha visto Mei?" domanda Nicole, con aria preoccupata.
"Al funerale stava con noi..."
"Sono arrivatooooo!!"
Seiya è interrotto dalla voce acuta di un ragazzino, più giovane di tutti loro, che entra nella Sala del Grande Sacerdote. E' Kiki.
"Missione compiuta, signor Nicole!" dice il bambino, facendo una goffa riverenza.
"Missione...?" l'espressione del Capo Chierico è di pura sorpresa.
"Come? Il signore non mi ha ordinato di teletrasportare Mei al Vulcano Arima?"
"Non ho mai pronunciato questo ordine." risponde Nicole.
"No? Sul serio? È stato Mei a dirmelo, per questo io..." Kiki è confuso.
"Vuoi dire che Mei è andato a salvare Shun da solo?" grida Shiryu.
"Credo che si sia sentito in colpa per quello che è successo a Yuuri e Shun, oltre che per il ritorno di Typhon." Nicole si recrimina duramente per non essere stato capace di accorgersi che Mei si sentiva responsabile degli eventi.
"Kiki! Portaci tutti al vulcano Arima!"
"A-Agli ordini!"
"Aspetta, Seiya." lo interrompe Nicole.
Altezzosa, Athena si avvicina ai suoi Cavalieri, con calma, prendendo lo scettro che rappresenta Nike, la dea della vittoria. Il suo lungo vestito sta svolazzando soavemente.
"Nicole ha l'obbligo di studiare e analizzare i fatti un po' più di te." dice la dea. "Se Typhon si trova sul Monte Arima, questo significa che probabilmente là esiste già una barriera protettiva."
"Le fiamme sotterranee di Flegra!" Seiya ricorda del campo di forza di Typhon, che risucchia il Cosmo e che li aveva tanto compromessi nell'Etna.
"Nicole." Athena sposta gli occhi cerulei verso il Sostituto del Grande Sacerdote.
Comprendendo la Volontà di Athena, il Cavaliere dell'Ara parte alla ricerca di un piccolo scrigno, offrendolo alla dea. Dentro si trova uno spadino brillante come una gemma. Athena guarda con tenerezza Seiya, Hyoga e Shiryu.
"Venite qui."
I tre Sacri Guerrieri rispondono alla chiamata di Athena.
"Che il sangue protegga i miei cavalieri-" la dea avvicina la lama al polso. E' così affilata che basta un lieve tocco per causare un taglio. Senza esitare, Athena la lascia scorrere lungo il suo braccio. Il nobile sangue divino disegna un filo vermiglio sulla pelle chiara.
Le tre armature di bronzo, di Pegaso, Cigno e Dragone, ricevono gocce di sangue di Athena, ottenendo così la protezione della sua sovrana Volontà.
Dopo aver offerto la protezione del suo sangue anche all'armatura dell'Ara, Athena restituisce la daga a Nicole. Il Cavaliere riceve rispettosamente l'arma, pulisce la lama con un panno bianco e la colloca nuovamente nello scrigno.
"Finché indosserete queste armature consacrate con il sangue di Athena, non soffrirete per la barriera protettiva di fiamme sotterranee di Typhon." spiega il Capo Chierico.
"Quindi adesso possiamo andare!"
"Seiya... Hyoga, Shiryu. Accompagnatemi fino al vulcano Arima. Kiki, perdonami per il tuo abuso, ancora per una volta. Adesso ogni istante è importante. È l'ora di un altro teletrasporto."
"Ti affido Shun, Mei e tutti i presenti." dice Athena serenamente a Nicole, mentre Tatsumi cerca di medicare, tamponando, l'emorragia del polso della dea.
"È chiaro, Athena. Senza Mei, sarà molto difficile sigillare Typhon." prima di lasciare la sala, Nicole fa un'ultima riverenza.
"Cosa intendi dire con 'senza Mei'?" domanda Seiya.
"Stavo parlando del destino della costellazione di Mei. Te lo racconterò più tardi. Adesso non è il momento." conclude Nicole.


3)

Al risveglio da un incubo nel quale strisciava al suolo come una lucertola, Shun è percorso da brividi che lo intorpidiscono fino alla punta delle dita.
"Questa sensazione... È come se il Cosmo si svuotasse della sua anima. Il campo di Fle..."
"Cavaliere di Andromeda." la voce aspra di Typhon interrompe i pensieri di Shun. "Stai sentendo timore?"
Guardando fissamente il ragazzo, lì si trova il dio asimmetrico fatto di fiamme e fulmini, l'ultimo dei Giganti, con la sua brillante e oscura armatura di Adamas. Shun è suo prigioniero.
"Perché ho l'impressione di conoscerti già?" chiede il dio mostruoso. "Sento di aver già lottato con te. Ah, è chiaro! Sono le memorie del mio amato fratello Thoas."
Sarà forse che i ricordi di Thoas, il Lampo Veloce, si siano trasferiti dentro Typhon quando egli lo ha divorato in sacrificio? Shun ha difficoltà a porsi dinnanzi al dio dei Giganti: le fiamme e i fulmini emanati da Typhon sembrano incendiare le sue retine. Ed egli è ogni volta sempre più potente. Shun non lo sa, ma Typhon ha appena finito di divorare Pallas, lo Spirito Stupido, aumentando ancora di più il suo potere.
"Vedo che non sei un semplice essere umano, Andromeda." dice la creatura. "Sei il ricettacolo di uno degli dei dell'Olimpo. Non ho dimenticato il sapore del tuo sangue e del cosmo che ho assorbito, nonostante fosse poco, nel Monte Etna. Non avrei potuto desiderare un sacrificio migliore!"
Typhon si incurca davanti e tocca il viso di Shun. Una scarica elettrica raggiunge i centri nervosi del corpo del Cavaliere, che si contrae involontariamente in uno spasmo violento.
"Ti divorerò!" Typhon si inumidisce le labbra con la sua lingua nera.
"Sono un Cavaliere di Athena." risponde Shun. "Mai mi arrenderò al tuo timore."
"Non c'è modo per fuggire dal timore." dice Typhon, voltandosi. "Mi piacerebbe divorarti ora, ma devo aspettare."
Il dio dei Giganti esce dal campo visivo di Shun, rivelando un altare. Sopra di esso, avvolta tutta in un "Bozzolo del Tempo", riposa l'immagine di una donna gravida, metà umana, metà serpente. "La Prigione del Tempo Sospeso".
"Andromeda, ti divorerò in occasione della nascita del mio nuovo e vero corpo carnale."
"Quella donna è viva?"
"Echidna. L'ultima delle donne Giganti." rivela Typhon. "Un mostro mitologico, disegnato per il timore dei fragili umani. È la mia forma femminea. Strappai le sue gambe affinchè non fuggisse."
Infatti, Shun si accorge che la metà inferiore di Echidna, la parte di serpente, è intrappolata al piedistallo da vari e grossi chiodi.
In quel momento appaiono tre figure non identificate.
"Padre." dicono le ombre.
"Figli miei... Cosa sono questi piccoli Cosmi che mi irritano con la loro presenza?"
"Apparentemente i Cavalieri di Athena sono tornati a invadere queste terre." risponde l'ombra di Ladon, il Drago a Cento Teste.
"Sono come insetti in estate. Uccideteli!" ordina il dio dei Giganti. "E infine, divorateli uno ad uno!"
"Sì, padre." rispondendo con obbedienza assoluta, i figli di Typhon lasciano nuovamente il tempio sotterraneo.
"Saranno forse Seiya e gli altri?" pensa Shun. "Allora la catena di Andromeda è arrivata ad Athena"
"Il 'Tempo Sospeso' tra poco si romperà." ripete Typhon, lanciando un'occhiata maligna in direzione della donna sull'altare. E voltandosi allora verso Shun: "Ti divorerò, Cavaliere."


4)

In piedi sopra una roccia che sembra un cappello a punta, Seiya esamina il paesaggio intorno. È una delle numerose foreste di pietra della valle dell'Anatolia, una regione desolata, lontana dalla civiltà. Il Cavaliere non vede nessun tipo di luce, nessun segno di abitazione. Dietro di lui ci sono Hyoga, Shiryu, Nicole e Kiki, che li ha teletrasportati dal Grande Tempio fin lì.
"Capo Chierico, qual è la relazione tra questa terra e Typhon?" domanda Shiryu.
"Un poema epico greco racconta una storia chiamata 'La Dimora di Typhoeus'."
"Typhoeus? Sarebbe su Typhon?"
"In verità, è sulla sposa di Typhon. Avete già sentito il nome di Echidna?" domanda Nicole ai Cavalieri di Bronzo.
"Madre di mostri." risponde Hyoga.
"Sì, molti mostri della mitologia greca sono considerati figli di Typhon e di Echidna: il Leone di Nemea, il Serpente velenoso Idra, Cerbero il cane dell'Inferno, l'avvoltoio che divorò le viscere di Prometeo incatenato..."
"Aspetta un attimo! Questi mostri non sono costellazioni?" indaga Seiya.
"Sì, lo sono." spiega Nicole. "Questa leggenda è una delle molte storie riguardo alle figure che diedero nome alle costellazioni. Questi mostri sono frutti della paura, del timore delle persone. Alcune volte gli umani avevano tentato di calmare queste creature terrorizzanti innalzandole al cielo. A parte questo, credo che il destino delle stelle non esista solamente per gli uomini, ma anche per i Giganti."
"Il signore ritiene quindi che anche i Giganti abbiano le loro costellazioni e osservino le stelle?"
"Esattamente, Shiryu." Nicole solleva gli occhi al cielo notturno. "Il firmamento è il recipiente di questo universo, nel quale tutti i Cosmi e tutte le Volontà Divine si mescolano."
In quel momento, i quattro Cavalieri controllano le loro sacre vestigia. Ammirano il bagliore delle stelle che onoravano. Sono sotto la protezione del sangue di Athena. Contemplano il loro destino.
"Andiamo a salvare Shun."
"E Mei."
"E andiamo a vincere, per Athena."
Nicole vede i tre ragazzi porre le mani una sopra l'altra, stipulando il patto di compiere la missione.
"Ma... e io?"
"Tu aspetterai qui, Kiki. Quando avverti un pericolo, scappa immediatamente. La tua forza è necessaria per Athena."
"E' così? Hummm, credo di sì... Senza di me, non succede mai niente, vero?" felice per l'elogio di Nicole, Kiki cerca un luogo dove sedersi ed aspettare i compagni, che si allontanano immediatamente all'avanscoperta nella foresta di pietre.
I quattro corrono mantenendo una fissa distanza tra di loro.
Ciò che devono fare non è essere protagonisti di una storia di eroismo e di bravura che sia raccontata per millenni. Tutto ciò che faranno sarà per l'Amore e per la Giustizia sulla Terra. Per i loro compagni e per Athena.
"Ancora non sento la barriera di Flegra." grida Seiya agli altri. La foresta di pietra non è sotto la maledizione di Typhon, pertanto, quando incroceranno il campo di forza, avranno incontrato anche il dio dei Giganti.
Ad un tratto sentono un rumore, una specie di grugnito assordante. I quattro Cavalieri si fermano e si mettono in posizione di combattimento. Il suolo si apre.


5)

Il bosco di pietra grida. Il vento che percorre le rocce fa vibrare l'aria e minaccia gli invasori come un'arpa stridente. Il suolo cede. La superficie frana come un guscio vuoto e i Cavalieri sono trascinati verso il centro della Terra, perdendosi l'uno dall'altro in mezzo alle ombre delle rocce e alla polvere che cade.
Il cratere è grande abbastanza per ospitare vari anfiteatri e si fa sempre più profondo, finché finalmente non raggiungono il fondo. Con questo, la Terra torna di nuovo silenziosa.
"Uff" Hyoga tossisce, spingendo una roccia gigantesca. "Dove sono?" Il Cavaliere capisce di aver perso il contatto con il Cosmo di Shiryu, Seiya e gli altri.
L'aria è satura di polvere. E' impossibile mantenere gli occhi aperti. In ogni caso, Hyoga si trova molto al di sotto della superficie: anche se potesse aprire gli occhi, l'oscurità sarebbe assoluta.
Mentre cadeva, Hyoga era saltato istintivamente verso una cavità laterale del cratere. Se fosse caduto fino in fondo, sarebbe stato sotterrato dal colossale volume di rocce.
"Un'altra trappola dei Giganti?" si chiede il ragazzo, adesso separato dagli altri Cavalieri.
Un'inquietante folata di vento percorre gli spazi vuoti della Terra. Hyoga sente come se
un centinaio di serpenti leccassero tutto il suo corpo.
"Allora... sei riuscito a sopravvivere alla frana?"
Hyoga si volta in direzione della voce e, con grande sorpresa, riesce ad aprire gli occhi. La polvere, prima così densa, era completamente sparita.
Si trova in una caverna con luci che oscillano tra il vermiglio e il marrone, che ricorda
molto il tempio sotterraneo del Monte Etna. Hyoga è sorpreso per l'esistenza di uno spazio tanto ampio sotto il vulcano Arima.
"Questa armatura... non è una vestigia qualsiasi." continua la voce, grave come quella di una fiera che ringhia.
"Ah, te ne sei accorto?" Hyoga riesce già a visualizzare la sagoma del nemico: è uno dei Giganti.
"Dentro la barriera di Flegra, allestita all'interno di questo tempio sotterrano, la tua armatura ha rigettato il timore."
"Typhon si trova qui?"
"Deve essere la protezione del sangue di Athena."
"Hyoga, della Costellazione del Cigno."
"Orthros, il Malefico Cane Bicefalo."
La sua Adamas ha la lucentezza di un zaffiro-stella del colore delle tenebre, una pietra nobile e rara, che contiene nelle sue profondità azzurro intenso i raggi scintillanti delle stelle.
Hyoga riconosce il nome del mostro dell'Antichità. La figura dinnanzi a lui sembra essere fatta di roccia massiccia. Nonostante abbia la stessa altezza degli altri Giganti, il suo torace e il suo addome sono di proporzioni colossali, trasmettendo una massa comparabile a quella di un orso polare, un mammifero di mezza tonnellata che è il più grande animale carnivoro del pianeta.
Il Gigante ha un collare di spine e un'armatura di Adamas dalla forma poco comune, che ricorda un coraggioso e rugoso cane Mastino.
"Sei figlio di Typhon e Echidna. Il Gigante che ha invaso il Grande Tempio ha annunciato che ci sarebbero stati nuovi Giganti, figli del dio..."
"Io sono uno di loro."
Il suo viso è completamente coperto da un elmo. Le spalliere hanno incise immagini che rappresentano proprio il Malefico Cane Bicefalo, con i denti mostrati come se fosse sempre pronto per mordere i nemici. Sembra avere tre teste, incluso l'elmo.
"Allora sei tu il mio avversario."
Un cristallo di neve danza in sospensione, congelando l'aria. I lievi suoni dei crepitii ovattati dal freddo dell'atmosfera sono il silenzioso preludio del guerriero, l'elevarsi del Cosmo di Hyoga.
"Ti divorerò."
"Che pessimo gusto." risponde Hyoga, sentendo un terribile malessere.


6)

Dopo essere stato praticamente sepolto vivo, Seiya si apre il cammino distruggendo le rocce che erano cadute sopra di lui, alzandosi da terra come un morto resuscitato. Il giovane si pulisce gli occhi e sputa energicamente il fango che si era accumulato dentro la bocca.
"Giuro! Non ho alcuna intenzione di morire in un luogo come questo." dice a se stesso, forse per alleviare la tensione.
Sopra di lui, l'uscita è parzialmente sotterrata. Seiya non riesce a individuare il fondo. Nell'antro c'è è una luminosità torbida, che occupa l'aria all'interno della caverna e che rivela i contorni della roccia.
"E' uguale al Monte Etna! Allora anche questa è..."
"La Terra Sacra di mio padre."
Seiya esegue un'agile giravolta e assume la posizione di combattimento, mettendosi in guardia con le braccia.
"Chi sei tu, che appari così all'improvviso? Mi hai quasi fatto venire un colpo." provoca Seiya, riconoscendo nel nemico la figura di un Gigante. "Quindi quella spaccatura nel terreno è stata una vostra trappola!"
"Non era nostra intenzione risolvere il combattimento in questo modo." dice il mostro. "Se foste morti semplicemente a causa della frana, non avremmo potuto vendicare l'odio accumulato per lungo tempo dai Giganti. Voglio sapere il tuo nome!"
"Perchè? Per scriverlo in un libro di Storia?" ironizza il ragazzo.
"I Giganti non hanno bisogno di registrare la storia. L'esistenza di mio padre è la prova che i Giganti sopravviveranno." Con questo, il nemico esce completamente dalle ombre e la sua sagoma monumentale domina la caverna impregnata della Volontà di Typhon.
A Seiya si blocca il respiro di fronte a ciò che vede. Il Gigante ha delle ali formate da membrane stirate sopra ossa, come quelle dei pipistrelli. La spada nella mano sinistra è un serpente velenoso. Lo scudo nella mano destra è una capra, le cui corna evocano le antiche rappresentazioni del diavolo. Questi apparati fanno sì che la figura sembri un fantasma estratto dalla cavalleria medievale.
Il brillio dell'Adamas che copre tutto il suo corpo è del rubino-stella, ma del colore delle tenebre, un'altra rarissima pietra preziosa, di un vermiglio così intenso che arriva ad essere crudele, che ingloba al suo interno le fiammate delle stelle impazzite. Sulla sua faccia, una maschera che imita il muso di un leone.
"Hai detto padre? Stai parlando di Typhon?" domanda Seiya.
"Ti sto chiedendo il nome per un'unica ragione." cambia discorso il Gigante, completamente preparato al combattimento. "Voglio sapere il nome della carne che sto per mangiare."
Seiya si irrita per il modo con cui il Gigante gli si rivolge. Pestando il suolo, prende l'impulso per lanciarsi in direzione dell'avversario.
"Pegasus Ryu Sei Ken!" grida, avvolgendosi di un'aura bianco-azzurra.
Un bagliore intenso. I suoi pugni si dirigono verso il nemico ad una velocità molto superiore a quella del suono. L'attacco mortale rompe la barriera delle fiamme sotterraneee per questo può essere lanciato con la sua energia di sempre.
Ma un inaspettato contrattacco butta Seiya al suolo: il violento colpo portato dallo scudo composito del Gigante fa sì che il giovane cada a una distanza di decine di metri, formando una colonna di acqua. Un lago sotterraneo.
Il "cavaliere errante" dei Giganti sale sui macigni fin dove Seiya è stato buttato. Nonostante sia impacciato, la sua andatura non è in alcun modo lenta.
"Volevo proprio lavarmi i piedi. D'altronde saranno tre giorni che non mi faccio un bagno." Seiya si rivolge al suo avversario da dentro il lago, con l'acqua che gli arriva fino alla cintura. Nonostante la battaglia, il ragazzo sorride con aria tranquilla, come se non avesse sofferto alcun danno. "È un po' gelata, ma adesso mi sono di nuovo svegliato."
"Adesso, tu..."
"Per ringraziarti, ti dirò quello che volevi sapere. Sono Seiya! Seiya di Pegaso!"
"Chimaera, la Fiera Multiforme." si presenta il Gigante. Il suo corpo è alto più di due metri e la sua armatura sembra essere proprio il guscio del gigante.
Nel periodo di addestramento per diventare Sacro Guerriero, Seiya aveva appreso alcune
leggende di mostri. Il ragazzo cerca adesso nella memoria qualche riferimento che la sua maestra Marin, Sacerdotessa Guerriero d'Argento della Costellazione dell'Aquila, poteva
avergli detto riguardo Chimaera.
La metà superiore del Gigante ha la forma di un leone, e quella inferiore è il corpo di una capra. Nella coda, un serpente. È un essere strano, fantastico, stupefacente.
"Sei figlio di Typhon."
"Ti divorerò."
Il cavallo alato e la creatura fantastica che riunisce molteplici animali collidono in combattimento.


7)

Anche Nicole dell'Ara era sfuggito alla frana, rifugiandosi in una caverna sotto il vulcano Arima.
"Capo Chierico..." chiama Shiryu, il Cavaliere del Dragone. "Dove sono Seiya e Hyoga?"
"Non lo so. Apparentemente, sono caduti molto più in basso di dove siamo noi." risponde Nicole.
"Siamo sul fondo di un fosso?" domanda il Cavaliere cieco.
"In una caverna. Per quello che vedo, ci sono dei segni artificiali sulle pareti. Forse è un tempio sotterraneo dei Giganti. Sembra anche che ci sia una barriera di Flegra. Sono preoccupato per Shun e Mei..."
"Signore, in base a quanto ci ha detto Kiki, non deve essere passata più di un'ora da quando ha portato Mei al vulcano Arima."
"Spero che stia bene."
"Se questo dovesse essere il tempio di Typhon, dovremmo scendere più in basso. Là incontreremo Seiya e Hyoga." suggerisce Shiryu. "Riesco a sentire il loro Cosmo, anche se minimamente."
"Non dirmelo! Io non ci riesco. Devono essere i legami di sangue, voi siete fratelli." Nicole sorride.
In quel momento un tonfo pesante fa vibrare nuovamente i sotterranei del monte Arima.
"Un'altra frana?" Nicole guarda in l'alto.
"No... questo è..." senza il tempo per spiegare, Shiryu inizia a correre in direzione di un Cosmo che suggerisce una stella moribonda. "Di qui, signore!"
Nei corridoi che seguono, la luminosità è ben più ridotta. Shiryu, nonostante sia cieco, avanza come se guidasse Nicole nella penombra. Alla fine arrivano a un'apertura, più illuminata. Davanti a loro si trova...
"Mei!"
... la figura del Cavaliere vestito della nera vestigia, ferito e abbattuto. Sdraiato supino, sembra voler sollevare un poco il volto, gemendo.
"Stai bene?"
Senza adottare alcuna precauzione per proteggersi, Nicole corre nella sua direzione.
"Fermo! Non venga!" grida Mei con la voce debilitata, quasi inudibile.
In quel momento scende la più completa oscurità.
Un attacco proveniente dalle tenebre attraversa il pettorale della Sacra Armatura d'Argento come se fosse fatta di carta. Un suono sordo. La protezione della stella di Nicole sembra che si stia esaurendo.
"Capo Chierico!"
Qualcosa lo attraversa dalla schiena. Non c'è niente che Shiryu e Mei possano fare. Non c'è modo per tornare indietro nel tempo. La fine di una vita non può essere posticipata. Il sangue inonda i polmoni di Nicole dopo che il suo petto si è rotto.
Mei si avvicina a Nicole, strascicandosi. Il Cavaliere della costellazione dell'Ara cade supino, senza niente che ammortizzi la sua caduta.
"Mei... tu stai bene?" domanda il moribondo Nicole, preoccupandosi per gli altri persino nel suo ultimo momento.
"Perché non è stato in guardia? Una persona come voi, signore...?" Mei, con i capelli argentati tinti di sangue, è sconvolto nel capire che la morte di Nicole è inevitabile. "Questa è stata una sciocchezza!"
"Hai ragione... sono proprio costretto..." ammette il Capo Chierico. "Ho perso il controllo quando ti ho visto caduto. Avevo soltanto nella mente che tu sei necessario, Mei. Eri sul punto di tradire la fiducia di Athena... Ti dissi che c'era un segreto nascosto nel Grande Tempio... la storia dell'antica Gigantomachia... senza di te... senza l'armatura della Chioma di Berenice, sarebbe molto difficile sigillare Typhon..."
"Risparmi le sue energie... non parli più..."
"Sigilla Typhon." Nicole consuma tutta la forza che gli resta. "La tua Armatura ti guiderà... sarà la voce delle stelle... e solo tu potrai udirla..."
"Sì..."
"L'unica cosa di cui mi lamento... come Sostituto del Grande Sacerdote..." lo sguardo di Nicole sta perdendo forza. "È di non sapere quale sia il destino riservato a te e alla tua Armatura. Questo non si trova nella Storia Ufficiale. Non si trova in nessun libro storico. Nemmeno Athena reincarnata lo sa... il sangue di Athena consacrato nella tua nera Armatura... in quel passato distante... te lo racconterà quando arriverà l'ora."
"La protezione del sangue di Athena..." ripete Mei.
"Potrebbe essere un destino terribile per te... Ma lo stesso sono obbligato a darti l'ordine. Mei... Adesso vedo che il destino della mia stella fu quello di dirti questo: sigilla Typhon." sono le ultime parole di Nicole. In quell'istante, un'altra stella si spegne dal firmamento.
NICOLE, Argento, Ara. Forse la sua tomba non conterrà resti mortali.
"Capo Chierico!"
"Shiryu." lo avverte Mei. "Stai attento... Il nemico..."
Shiryu corre in direzione di Mei, valutando l'interno della caverna. I suoi movimenti sono interrotti da un Cosmo devastante.
"E' comparso un altro insetto rumoroso!" La sua presenza domina tutta l'oscura caverna.
"Mi hai usato come esca!" grida Mei. "È tutta colpa mia!" Sentendosi in colpa, Mei si morde il labbro inferiore con tanta forza che il sangue scorre sul suo mento.
"Mio padre ha ordinato che divorassimo tutti voi Cavalieri." dice la voce che comanda i Giganti figli del dio.
"Chi sei?" Shiryu non lo vede, ma può misurare il temibile Gigante che si trova di fronte a lui dal livello assurdo del suo Cosmo. Se potesse dividerlo, certamente sarebbe ancora spaventoso.
"Ladon, il Drago a Cento Teste." dichiara la voce.
Mei si solleva barcollando. Le sue ferite sono profonde e sanguinanti: ha i muscoli della gamba tagliati, come se la carne fosse stata strappata a morsi.
"Ladon... Questo è il nome di uno dei figli di Typhon e Echidna nella mitologia. Il drago maligno!" grida Shiryu.
"È il Gigante figlio del dio di cui parlava Pallas..." completa Mei.
"Sono qui." proclama Ladone. La lucentezza della sua Adamas è di un opale nero, un'altra gemma rara che irradia nebulose stellari con tutti i colori dell'arcobaleno nel firmamento di fitto ebano.
"Fuggi, Mei!" ordina Shiryu. "Seiya e Hyoga devono essere sotto questa caverna. Senti il loro cosmo, no?"
"Credi che ti abbandonerò?"
"Il Capo Chierico mi ha raccontato... Senza di te e la tua Armatura, sarà impossibile sigillare Typhon."
"Ma..."
"Non ripetere l'errore." Shiryu non ha altra scelta che schiaffeggiare il riluttante Mei. "Perché siamo compagni? Perché siamo fratelli? Tu non stai lottando da solo."
"Questo non me aspettavo. Rubare il posto di un fratello più giovane..."
"Mei... c'è una cosa che ho bisogno di confidarti." confessa Shiryu. "Nella battaglia delle Dodici Case, io ho combattuto contro il tuo Maestro, il Cavaliere d'Oro di Cancer... e l'ho sconfitto con questi pugni."
"Lo so." risponde Mei. "So tutto tramite il Capo Chierico... Nicole. Me lo aveva raccontato prima che io ti incontrassi nella Casa del Cancro."
"Tu sapevi!"
"Quell'uomo..." Mei apre il cuore a suo fratello. "Nonostante sia stato un Cavaliere malvagio che si è ribellato ad Athena, continua ad essere il mio maestro. Allo stesso tempo, io e te abbiamo lo stesso sangue. Non paragonerei mai le due cose."
"Mei... grazie. Questa conversazione mi libera di un enorme peso dal cuore." Shiryu sorride, un sorriso di sollievo.
Di fronte all'atteggiamento onesto di suo fratello, anche Mei si sente sollevato, libero.
Prima che possano separarsi, Ladon, il Drago a Cento Teste, si colloca davanti alla coppia.
"Credi che lascerò che egli se ne vada così?" chiede il mostro, riferendosi a Mei.
"Io, Shiryu il Dragone, ti proverò di sì."
"Dragone...?" per la prima volta, il Gigante dalla maschera metallica rivela qualcosa che può sembrare un sentimento.
"Elevati, Cosmo! Prendi questo! L'attacco più potente di questo Cavaliere..."
Il Dragone Celeste, risplendendo in un bagliore bianco-azzurro, si concentra nel pugno destro di Shiryu.
"Rozan Shoryu Ha!"