1)
Penisola del Peloponneso, estremo sud dei Balcani.
"Non c'è niente neanche qui!" dice Seiya tra sè, esaminando
la parete di pietra. Riconosce la debole luce che illumina lievemente la
caverna, dove certamente non arrivano raggi del sole. È la stessa
che ha visto nelle profondità del Monte Etna, dove Typhon era imprigionato.
"Questo luogo faceva certamente parte delle Terre Sante dei Giganti!" conclude
il Cavaliere di Bronzo di Pegasus.
Questa caverna è decisamente più piccola di quella dell'Etna.
Non ci sono templi, soltamente delle rovine di un altare di pietra. "Strano..."
pensa il ragazzo. "Ho l'impressione che qualcuno sia stato qui poco tempo
fa!". Seiya sembra avvertire i residui di un Cosmo, ma non c'è nessun
altro segnale di nemici. Ad eccezione dei pipistrelli, il Cavaliere è
l'unica creatura vivente lì presente. Non ha altra alternativa che
lasciarsi la caverna alle spalle.
Sta facendo notte ad Atene, il luogo sacro della guerriera protettrice
della Terra. Yuuri, della Costellazione del Sestante, con indosso un vestito
e una tunica scarlatta, si trova nell'osservatorio astronomico del Grande
Tempio. Al suo fianco, il Cavaliere Mei.
"Sembra un mare di sangue!" commenta Mei, che indossa una camicia e
dei pantaloni neri, moderni, in contrasto con l'abbigliamento classico
della ragazza. "Da quando il tramonto è tinto di un rosso così
vermiglio?"
2)
"L'eruzione dell'Etna è stata la più grande degli ultimi
secoli!" spiega Yuuri. La cenere vulcanica ha formato una spessa cappa
nella stratosfera, bloccando la luce solare, per questo il cielo è
vermiglio. Secondo le previsioni degli ricercatori della Grande Fondazione,
nei prossimi tre o cinque anni, l'incidenza della solare sulla superficie
terrestre diminuirà di oltre il del 10%. "Instabilità climatica,
danni all'agricoltura, carenza di alimenti... la cosa è seria!"
sospira Mei.
"Tu stai bene?" domanda Yuuri, con un'espressione preoccupata.
"Stavo per domandarti la stessa cosa..."
"Sto bene."
Yuuri era stata gravemente ferita quando era stata rapita dai Giganti,
ma sembra essersi quasi completamente rimessa. Anche la sua maschera, che
Mei aveva rotto quando era sotto il controllo di Typhon, è di nuovo
integra, coprendo il suo viso.
"Non hai problemi a tenere la maschera sopra le bende?"
"Che posso fare? Questo è un dogma!" la tradizione dice che
tutte le donne che vogliono diventare Cavaliere devono abbandonare completamente
la femminilità, nascondendo sempre il volto.
Il pavimento distrutto dell'osservatorio, dove prima c'era una mappa
dello zodiaco, è la testimonianza dell'attacco di Mei.
"Sai qual è l'altro dogma?" domanda Yuuri, con un tono quasi
estroso, prima di mettersi in posizione di attacco, cercando di affondare
un colpo alla gola di Mei, con un shuto, o taglio di mano. "Per una Sacerdotessa
Guerriero, essere vista con il volto scoperto è più umiliante
che essere vista nuda in pubblico. Se qualcuno vede il suo volto, la Sacerdotessa
Guerriera dovrà uccidere questa persona."
"Conosco questa regola." sorride Mei, ignorando i poderosi pugni di
Yuuri contro il suo collo. "Allora hai ucciso i dottori? Come hanno fatto
ad operarti alla testa senza guardarti?"
"I dottori sono un'altra storia..."
"Ehi, non c'è un'alternativa?" continua Mei. "Amare chi ha visto
il tuo volto?"
"Ti stai prendendo gioco di me." sospira Yuuri. "Che imprudente! Credi
che non sia capace di ucciderti?"
"Non hai motivo! Sfortunatamente non ho visto il tuo volto! O meglio,
non me lo ricordo! I miei ricordi di quando ero sotto il controllo di Typhon
sono confusi! So che ho rotto la tua maschera proprio qui... ma non riesco
a ricordare i dettagli."
"Che amnesia conveniente." dice Yuuri, riponendo il suo pugno, un po'
controvoglia. "Se dovessi amare un uomo irresponsabile, preferisco credere
che non abbia visto il mio volto... Dove si è mai visto che uno
sconclusionato come te sia nominato Cavaliere... Le stelle staranno sicuramente
protestando. Che tipo di apprendistato hai avuto con il tuo maestro?"
"Ah, di vari tipi..." risponde Mei, pensando. "Apprendistato di vita."
"Il destino della tua Costellazione è ben meno gradevole che
questo." la voce di Yuuri suona adesso rattristata. Solleva gli occhi al
cielo. Il color porpora del tramonto sta per essere guadualmente sommerso
nelle tenebre.
"È difficile scrutare le stelle, eh?" commenta Mei.
Di fatto, l'atmosfera sembra essere coperta da una densa nebbia.
"Typhon ha coperto il cielo stellato con ceneri. Per questo non riesco
a scrutare direttamente il mondo o il futuro." si lamenta Yuuri. "E la
tua costellazione, Mei, è più difficile da scrutare rispetto
alle altre." continua, puntando un dito nel cielo.
Nel lato ovest del firmamento sopravanzano ancora le ultime costellazioni
della primavera. Un poco sopra alla Vergine, tra le stelle Denebola e Arturo,
si trova la costellazione della Chioma di Berenice. È un raggruppamento
di stelle pallide: per quanto limpido possa essere il cielo, visualizzare
in esse i lunghi capelli di una donna è un vero esercizio di immaginazione.
"Può non sembrare, ma in essa si trovano intere galassie." spiega
Yuuri.
"Per questo la chiamano la 'Finestra delle Galassie', non è
così?"
"Dunque, è così..." la ragazza è sorpresa dalle
conoscenze astronomiche di Mei.
"Sono galassie distanti." continua Mei. "Possiamo scorgerle perchè
si trovano a nord della Via Lattea, in uno spazio di cielo in cui ci sono
meno stelle."
Yuuri cambia discorso:
"Sono preoccupata per Seiya e gli altri che erano sulle tracce di Typhon,
tutti coloro che sono in grado di spostarsi sono coinvolti in quest'impresa,
in questo momento ci sono solo Cavalieri feriti al Grande Tempio."
"Typhon non è come gli dei dell'Olimpo, che vogliono il dominio
sulla Terra." riflette Mei. "Non sappiamo cosa realmente pretende, e questo
è inquietante."
"Pensavo che i Giganti volessero dominare il pianeta..."
"Può essere... Ma i Giganti sono come schiavi presi dal timore
di Typhon. Una Volontà divina corrotta come la sua non sarà
mai soddisfatta, a meno che non distrugga tutto, e, alla fine, anche sè
stesso."
"Quando sei stato un burattino di Typhon, hai percepito la sua Volontà?"
domanda Yuuri. "Lo so che preferisci dimenticarlo, ma mi piacerebbe saperlo
lo stesso."
Mei nasconde il viso, come se stesse ricordando un incubo.
"Vieni con me in biblioteca." continua Yuuri, prendendo la sua mano.
"Voglio sentire ciò che hai da dire."
3)
Nel margine settentrionale del Mar Nero: una regione dell'Ucraina, anticamente
conosciuta come Scizia.
"Non è neanche qui." dice Hyoga. Una parete blocca il suo passaggio.
L'armatura del Cigno, bianco-azzurra, e i capelli biondi del ragazzo
brillano lievemente nell'oscurità, prova che questa era una delle
Terre Sante dei Giganti. Nella spoglia caverna vediamo appena i resti di
un altare di pietra.
"Questo odore... è l'odore di Typhon." continua Hyoga, parlando
con se stesso, sfregandosi le narici. Il suo Cosmo capta una sensazione
anomala nell'aria. "È come se fosse una traccia mescolata di una
Volontà maligna... Forse proprio Typhon stesso è passato
di qua. Ma perché?"
Gli indizi lasciati erano insufficienti per qualsiasi congettura.
4)
"Avevo una paura terribile di disgustare Typhon ed essere quindi esposto
alla sua collera." racconta Mei.
"Come i Giganti?" chiede Yuuri.
"Sì.. Capisco perchè i Giganti rendano culto a Typhon.
E' un dominio psicologico assoluto... sufficiente affinché offrano
la propria vita in sacrificio."
"Sai cos'è la Prigione del Tempo Sospeso?"
Yuuri annota con cura tutte le informazioni fornite da Mei.
"È una specie di sigillo temporale. Typhon sigillò i
Giganti sopravvissuti dall'antica Gigantomachia in diverse parti del mondo.
Al contrario di lui, che è un dio, e pertanto immortale, gli altri
Giganti non sono differenti dagli umani, hanno una vita terrena limitata.
Arrestare il tempo è stato l'unico modo per farli ritornare con
il loro corpo fisico dopo tante ere."
"Un dono segreto degli dei." sospira Yuuri.
"Dopo aver preso possesso del mio corpo..." continua Mei, "Typhon ha
spezzato i sigilli temporali e ha riportato i Giganti di nuovo in vita."
"Quanti Giganti sono rinati?"
"Me ne ricordo solo quattro: Agrios, Thoas, Pallas e Encelade."
"Però c'è una cosa strana in questo..." commenta Yuuri,
pensierosa. "Secondo i registri del Grande Tempio, Typhon e tutti i Giganti
furono sigillati da Athena!"
"Ha senso che la dea abbia imprigionato Typhon, che è immortale.
Ma non avrebbe avuto motivo nel lasciare i Giganti vivi dentro i sigilli.
Questi libri storici del Grande Tempio sono affidabili?" domanda Mei.
"Dicono che verità e realtà sono concetti differenti!
È la stessa cosa con storia e realtà. La Rivolta di Saga,
per esempio: è una sfida decidere come questa deve essere trascritta
nella storia ufficiale."
"In un certo modo, sarebbe corretto dire che il Cavaliere d'Oro di
Gemini fu posseduto da sentimenti maligni e assassinò il Grande
Sacerdote." suggerisce Mei. "Ma trasmettere questo ai Cavalieri del futuro..."
"Non è molto appropriato." completa Yuuri.
"Il Capo Chierico dice che Saga soffriva di schizofrenia, aveva due
personalità, una della giustizia e una del male."
"Saga in sé non era il male assoluto." concorda Yuuri. "Però
cercò di tradire Athena e provocò una crisi interna che causò
la morte di un numero enorme di Cavalieri."
"In qualunque modo, Athena, la guerriera che difende la Terra, deve
sempre apparire nella storia sorretta da giustizia inamovibile e immacolata
per vittorie indiscutibili." dice Mei, con ironia.
"Credo tu parli di cose pericolose con la più grossa faccia
da innocente!" commenta Yuuri. "Se il maestro Nicole lo sapesse, penso
che ti toglierebbe il titolo di Cavaliere..."
"Allora resterà tra noi, vero?" dice Mei. "Non voglio battere
il record di quello che ha mantenuto il titolo di Cavaliere per meno tempo!"
"Ti farò il favore di non scrivere ciò che hai detto."
il tono di voce di Yuuri continua ad essere serio. "Ciò che la storia
ufficiale di Athena mostra sono le Guerre Sacre e la verità storica
delle vittorie. Questo darà coraggio ai Cavalieri delle prossime
generazioni ad affrontare i combattimenti. Non c'è necessità
di conservare registri di Cavalieri che soffrirono amareggiati tra la giustizia
e il male o che provarono compassione per i nemici."
"Athena è Giustizia." concorda Mei.
"Esattamente. Chi dubita di questo non riuscirà mai ad essere
un Cavaliere veramente, a difendere ciò che occorre."
"Il tuo viso." Mei cambia discorso. "Parlare con una donna senza espressione
facciale è più inquietante che affrontare Typhon."
"Non può essere peggio che guardare questo tuo sorriso tonto."
risponde la ragazza, dadndo di spalle.
"Perché il tuo nome è Yuuri?" insiste Mei. "È
un nome da uomo, non è così?"
"Non è il mio vero nome. I Cavalieri devono rompere tutti i
legami con la società mondana, e incluso in questo c'è anche
la possibilità di abbandonare il proprio nome di famiglia. Non so
se è questo il caso di Seiya, Shun, Hyoga... ma penso che siano
pochi i Cavalieri che usano il nome dato dai loro padri."
"Noi siamo fratelli, figli di uno stesso padre, ma fummo allevati come
orfani." la voce di Mei torna seria. "Fin dall'inizio, non avevamo niente
da perdere. Mei è solo Mei. Seiya è Seiya, Shun è
Shun, Hyoga è Hyoga..."
"Penso che voi siate figli delle stelle." filosofeggia Yuuri. "Io uso
un nome da uomo per questione di spirito."
"Che chiacchiere per una donna che diventa Sacerdotessa Guerriero e
che deve abbandonare la sua femminilità!" Mei torna al suo tono
sarcastico. "Sei talmente antiquata!"
"E tu sei maleducato."
"Lasciami indovinare: il tuo vero nome è Yulia."
"Oltre che maleducato, sei pure un sempliciotto. A me vai a fare queste
domande! Cos'è questo colore di capelli? Basta un'occhiata per
vedere che è artificiale: la radice è nera!"
"Questi capelli, se vuoi saperlo..." dice Mei, sorridendo "è
una prova di rispetto per il mio maestro."
Ma Yuuri ha già perso la pazienza con le chiacchiere scherzose
di Mei. Accatastando rapidamente le sue cose sopra la tavola, la ragazza
si alza e scompare nel fondo della
biblioteca.
"Yuuri" dice Mei, emettendo un sospiro. E sussurra tra sè: "In
giapponese, questo è un nome molto femminile..."
5)
"Pochi testi parlano della Gigantomachia nei registri storici del Grande
Tempio. Nei libri ufficiali, non c'è alcuna linea da seguire." spiega
Nicole ad Athena, mentre questa si accomoda sul trono della Sala del Grande
Sacerdote.
"E' avvenuto così perché la Gigantomachia non fu una
Guerra Santa."
"Sì, dea. Il fatto è che non abbiamo concrete informazioni
che possano indicare il rifugio di Typhon." Per questa ragione, Nicole
ha raccolto piste di luoghi relazionabili a Typhon e il suo seguito, in
base a poemi epici e leggende, e ha inviato i Cavalieri in questi luoghi
alla ricerca del dio dei Giganti. "Molte volte le leggende riportano all'interno
una verità nascosta."
"In questa battaglia, il tempo non sarà nostro alleato." dice
Athena.
"Ha ragione, dea! Ogni minuto che passa, Typhon recupera sempre più
il suo reale potere, diventando un nemico sempre più potente. La
priorità è localizzarlo quanto prima."
"Ma non stiamo lasciando il Grande Tempio senza protezione?" interrompe
Tatsumi.
"Per questo abbiamo chiamato un altro Cavaliere: Kiki è appena
ritornato dai Cinque Picchi."
"Nicole!" Athena è sorpresa.
"Egli deve adempiere ai suoi obblighi di Cavaliere." risponde Nicole,
fermamente.
Le Dodici Case dello Zodiaco sono i recinti dorati delle costellazioni,
la spina dorsale del Grande Tempio. I segni di Ariete, Toro, Gemini e così
i successivi danno il nome alle case nel cammino che conduce al Tempio
di Athena, proprio come ai Cavalieri che le difendono.
"Quindi è stato qui che si è svolta la Battaglia delle
Dodici Case..." Mei ha lasciato da poco la Biblioteca all'interno del Grande
Tempio, e adesso sale le scale delle Dodici Case.
Lo spazio delle Case è totalmente ripieno per la protezione
delle stelle. Nessun potere paranormale, per quanto potente possa essere,
riuscirebbe a teletraspostarsi sulle scale o all'interno delle Case. L'unico
modo possibile di percorrere il cammino è tramite i gradini che
Mei sta salendo in questo istante.
I Cavalieri di Bronzo, come Seiya, Shun e Hyoga, fratelli di Mei, lottarono
qui, contro il male nascosto all'interno del Grande Tempio, proteggendo
Saori Kido, la dea Athena. I dettagli sono registrati nella storia ufficiale,
ma è importante tenere alla mente che le Battaglie delle Dodici
Case furono combattute tra i Cavalieri di Bronzo e i Cavalieri d'Oro durante
la cosiddetta Rivolta di Saga.
"Tragico... Cavalieri che lottano tra di loro!" Pensa Mei, rattristandosi
nel ricordare che molti Cavalieri persero la loro vita in questi confronti.
Egli non aveva partecipato alla lotta perché in quell'epoca già
era sotto il controllo di Typhon, nel Monte Etna.
La notte è serena. Mei percorre la Casa dei Gemelli, che avrebbe
dovuto essere protetta da Saga, arrivando quindi alla quarta casa, quella
di Cancer.
"Un'altra Casa senza il suo custode." dice Mei a se stesso.
Il luogo, che dovrebbe essere brillante e bianco come la Via Lattea,
si presenta pesante e scuro, come rovine abbandonate. Mei è senza
parole. Improvvisamente, dei passi. Il ragazzo si volta all'indietro.
"Sei tu, Shiryu?" domanda, riconoscendo immediatamente il Cavaliere,
nonostante i due non si siano incontrati.
"Chi è...? Questo cosmo..."
"Sono io, Mei."
"Mei!" Shiryu è realmente sorpreso.
"Ti sei addestrato ai Cinque Picchi in Cina." continua Mei. "Allora
è questa la famosa Armatura del Dragone, lucidata dalle acque della
cascata di Rozan."
La costellazione di Shiryu è quella del Dragone. La sua sacra
armatura è formata da placche di orialcon, agglutinate come squame.
Sul pezzo del braccio destro c'è un piccolo scudo circolare, simbolo
della propria armatura. Shiryu è un tipo carino, dal viso colorito,
con un'apparenza da un certo punto di vista opposta a quella truculenta
del Dragone. La sua corporatura è fine e ha lunghi capelli neri
fino all'altezza della cintura, ricordando un galante Wakamusha, come erano
chiamati i giovani samurai.
"Sono stato convocato dal sostituto del Grande Sacerdote per proteggere
il Grande Tempio." spiega Shiryu.
"I tuoi occhi..." dice Mei, con accortezza. "Non lo sapevo... Quando
è accaduto?"
Gli occhi di Shiryu sono feriti, il Cavaliere adesso è cieco.
"È stato durante la battaglia." risponde Shiryu. "Quando adempiemmo
alla nostra missione di Cavaliere."
È bene spiegare che la perdita della vista non è qualcosa
di debilitante per Shiryu. I Cavalieri di Athena dominano il Settimo Senso,
l'abilità di sentire il Cosmo e la presenza di altre persone. Nonostante
sia praticamente impossibile spiegarlo a parole, il Settimo Senso supera
i cinque sensi tradizionali, persino lo sesto senso stesso. Shiryu non
ha neppure bisogno di aiuto per salire le scale.
"Che stavi facendo qui, Mei?" domanda Shiryu. "Senza la vista, posso
sentire, sebbene in modo limitato, i sentimenti delle persone. Mi sembra
che tu stia provando una profonda tristezza."
"Stavo pensando al mio maestro." risponde Mei, respirando profondamente
e sollevando gli occhi al cielo. "Sono stato allenato in Sicilia. Il
mio maestro era il Cavaliere d'Oro che custodiva questa Casa."
"Il Cavaliere d'Oro di Cancer." completa Shiryu, adottando subito
un'espressione severa.
"Perciò stavo conservando con lui. Il mio maestro si è
trasformato in stelle, lo sai?" Mei ride e ironizza, ma l'espressione
di Shiryu rimane seria.
6)
Anatolia: penisola dell'Asia Minore, circondata dai mari Egeo, Nero
e Mediterraneo. Teatro di antiche leggende greche. Oggi la maggior parte
del suo territorio appartiene alla Turchia.
"Che luogo misterioso..." commenta Shun tra sé. Il ragazzo dai
capelli color lino indossa l'Armatura di Andromeda e le sue catene.
È notte. Una specie di foresta di pietre copre l'immensa valle.
Sono centinaia, migliaia di rocce dalle svariate dimensioni, arrivando
a decine di metri di altezza, molte dalla forma di giganteschi funghi.
Il paesaggio è stato scolpito in migliaia di anni dall'attività
vulcanica: un luogo così fantastico che non sembra reale. Shun salta
da una pietra all'altra con leggerezza, accompagnato dall'ombra della pallida
luna.
Il Cavaliere di Bronzo di Andromeda sta adempiendo gli ordini di Nicole,
il Sostituto del Grande Sacerdote: è alla ricerca della dimora di
Typhon. Il Monte Arima, che si trova in questa regione, fu citato in un
poema epico e, come sappiamo, le leggende a volte riportano una verità
nascosta.
È una corsa contro il tempo. Ad ogni minuto Typhon diventa sempre
più potente e temibile. Per questo Nicole è così impegnato
in questa ricerca, inviando in missioni di investigazione Shun, Hyoga e
persino stesso Seiya, che non si è ancora completamente rimesso.
In questo momento, lo sforzo include vari Cavalieri sparsi agli angoli
del mondo, come agenti segreti del Grande Tempio.
"Se Typhon ha il potere di controllare i vulcani..." pensa Shun, osservando
la tenue fumata bianca che sale del Monte Arima. "... cosa accadrebbe alla
Terra se egli recuperasse la sua vera forza?"
Senza dubbio sarebbe la fine dell'umanità e di qualsiasi forma
di vita sul pianeta. Dopo l'eruzione anomala dell'Etna, c'erano stati segnali
di attività vulcanica in diverse parti del mondo. Gli scienziati
erano in allerta per il rischio di una nuova Era Glaciale o per l'estinzione
in massa delle specie viventi, come era avvenuto ai dinosauri. Alcuni fatalisti
più esaltati già professavano la fine del mondo.
"No! Non finché Athena e i Cavalieri esisteranno qui! Non lo
permetteremo mai!" Shun riafferma il suo impegno, serrando il pugno.
In questo momento le catene di Andromeda, dotate di un incredibile
senso di difesa, assumono spontaneamente la forma della Nebulosa Zowah,
allertate dalla presenza di un Cosmo sconosciuto.
"Chi va là...?" domanda Shun, in direzione della foresta di
pietre. Il ragazzo percepisce nitidamente un istinto aggressivo e totalmente
esposto, come quello di una tigre o di un lupo, senza la minima preoccupazione
di nascondersi. "Ah, sei lì!" Shun lancia la catena del braccio
destro, che forma un arco simile ad un boomerang e cattura qualcuno che
si nasconde dietro una colonna di pietra. "Uno dei Giganti?"
Nella battaglia di Sicilia, Agrios, la Forza Brutale, Thoas, il Lampo
Veloce, ed il sommo sacerdote Encelade, l'Urlo di Guerra, si erano offerti
in sacrificio a Typhon. E il Cosmo sentito da Shun non è quello
di Pallas, in teoria l'unico seguace di Typhon ancora vivo. Forse esistono
altri Giganti sopravvissuti? O forse Typhon ha resuscitato altri Giganti
dopo l'eruzione dell'Etna?
Shun sente la sua pelle rizzarsi, come se una lama affilata stesse
sfiorando la superficie del suo corpo.
"Sono due...! Aspetta, sono tre?!"
Le figure accerchiano il ragazzo come cacciatori attorno ad una preda.
La vita di Shun è in pericolo. L'attacco combinato dei tre Giganti
suggerisce che Typhon si trova lì: tra tutti i Cavalieri alla ricerca
del dio maligno, Shun ha pescato il biglietto vincente.
Le ombre si avvicinano sempre di più. Possono essere mostri
leggendari o demoni mitologici. Con certezza sono nemici, le sagome emanano
oscuri riflessi delle armature di Adamas. La catena circolare sul braccio
sinistro di Shun emette un ronzio, reagendo alla pressione dei Cosmi aggressivi.
Il Cavaliere chiama indietro la catena triangolare e la solleva in cielo,
facendo scintillare chicchi di polvere di stelle.
"Athena!" grida Shun, mentre la sua vista è completamente coperta
dalle tre figure di Adamas che avanzano verso di lui.
7)
"Nicole, perché hai chiamato Shiryu?" la voce limpida e vellutata
di Athena si rivolge al Sostituto del Grande Sacerdote.
"Dea, dov'è il problema nel convocare i Cavalieri al Grande
Tempio in questa situazione di emergenza?"
"Tu sai di cosa sto parlando."
"Si riferisce al fatto che Shiryu è cieco?"
"Shiryu era ritornato ai Cinque Picchi e finalmente stava cominciando
una vita tranquilla a fianco di Shunrei, la figlia adottiva del Vecchio
Maestro. Si era ritirato dai combattimenti, stava arando e coltivando la
terra, nella maggiore serenità..."
"Athena, sta alludendo che Shiryu non è più un guerriero?"
domanda Nicole, con rispetto.
"Shiryu ha molto sofferto nelle battaglie! Per colpa mia, a causa della
mia fiacchezza! Sono io che gli ho tolto la vista. Cos'altro gli devo togliere?"
Athena mostra i suoi sentimenti più profondi.
"Ma egli non ha restiuito l'armatura." dice Nicole dopo alcuni minuti
di silenzio. "Non conosco nessun uomo più sincero, volenteroso e
leale. Spero sinceramente che, in futuro, qualcuno con la moralità,
la saggezza e la bravura di Shiryu assuma un ruolo centrale tra i Cavalieri
nel comando del Grande Tempio." continua il Sostituto. "Rispetto e ammiro
la scelta di qualsiasi uomo che decide di vivere umilmente per dedicarsi
ad una donna. Ma il destino della costellazione di Shiryu non accetta ciò.
E inoltre, egli stesso non permetterebbe che questo avvenga. Shiryu sarà
il Cavaliere del Dragone finchè il destino della costellazione non
sarà compiuto."
"Se ciò è vero, la povera Shunrei soffrirà molto."
la voce di Athena è rattristata. Non possiamo dimenticare che lei
porta dentro di sé l'anima di Saori Kido, e pertanto soffre per
questioni umane.
"Bisogna che accetti questo destino, dea. La signoria vostra può
essere stata responsabile che Shiryu abbia perso la vista, ma, anche se
dovesse perdere le sue braccia, gambe, la donna che ama o la sua stessa
vita... anche se privato di tutto, Shiryu continuerà con fermezza
nella sua convinzione di morire lottando per Athena. Bisogna rispettare
i suoi sentimenti."
"Però Mei e Shiryu... Quei due non si intendono..."
"I lacci stretti del karma che uniscono l'uno all'altro sono parte
anch'essi del destino. Finchè entrambi saranno Sacri Guerrieri,
non ci sarà modo per fuggire da esso. È qualcosa che hanno
bisogno di superare, ed io ho la certezza che entrambi ci riusciranno.
Sono dei veri Cavalieri."
In questo momento, un oggetto non identificato rompe lo spazio, facendo
un rumore forte e repentino.
"Ahi!" sorpreso dall'impatto, Tatsumi, che si trovava in un angolo
della Sala del Grande Sacerdote, cade al suolo.
Nicole avanza in direzione del trono di Athena con una velocità
superiore a quella del suono, proteggendo la dea con il suo corpo e la
sua armatura.
"È la Catena di Andromeda..." Athena si alza e corre al centro
della sala. Di fatto, sopra al tappeto centrale si trova la catena, anzi,
soltanto un pezzo di essa. L'artefatto aveva attraversato lo spazio per
emergere al Grande Tempio.
"Forse è accaduto qualcosa a Shun...?"
"Era stato inviato in Anatolia... presso il vulcano Arima."
"Forse Typhon si trova là?"
L'unica certezza è che Shun è in pericolo.
Una situazione così grave che non ha avuto altro modo per avvisare
se non quello di valersi della capacità della catena di attraversare
le dimensioni.
Athena raccoglie la catena inviata da Shun, sussultando immediatamente.
"Questo... questo Cosmo?"
Anche Nicole è in grado di avvertire l'energia maligna che preoccupa
Athena.
In quello stesso momento, una stella dalla coda argentata spicca dal
cielo coperto di
ceneri. Shiryu il Dragone sente che un Cosmo terribilmente violento
invade il
Grande Tempio.
"Mei?" dice il Cavaliere cieco, voltandosi indietro. Ma il ragazzo
non si trova lì. Senza aspettare o avvisare Shiryu, Mei ritorna
dal percorso delle Dodici Case Zodiacali verso la biblioteca, dove si trova
di fronte ad un'immagine inquietante.
Una tempesta di carta. Pagine di libri, adesso in frammenti, sono sparse
in aria e al suolo, in migliaia di pezzetti. Yuuri è caduta, immobile,
al suolo, con la veste scarlatta da Chierico Ausiliario del Grande Tempio.
Chi avrebbe potuto immagine che avrebbe registrato la sua morte con il
proprio sangue nel Libro di Storia che tiene in mano?
"Yuuri!"
"Diamine!" una risata da dietro gli scaffali della biblioteca. La morte,
vestita cupamente con un Adamas di cornalina scura, aveva violato le barriere
protettrive del Grande Tempio.
"Pallas!"
"Humph... Sei la marionetta del mio signore?" risponde il mostro. "Il
recipiente scartato ancora vive?" Il Gigante Spirito Stupido provoca Mei,
calpestando il corpo morto di Yuuri.
"Ora, tu...!"
"Vuoi morire anche tu?" domanda Pallas, sollevando gli artigli impregnati
di sangue e ciocche di capelli argentati di Yuuri.
Le battaglie dei Cavalieri sono affrontate a un passo dalla morte.
Per attingere all'essenza della distruzione, in grado di rompere persino
gli atomi stessi, a volte la disputa si decide in un istante e in modo
crudele. Questo può essere il futuro di qualsiasi Cavaliere: seriamente
ferito, senza armatura, attaccato a sorpresa da un nemico il cui potere
è paragonabile a quello di un Cavaliere
di Athena - in questo caso, un Gigante possente. La Sacerdotessa Guerriero
morta non ha più alcuna chance: la protezione della stella di Yuuri
si è estinta.
Per Mei si tratta della morte di una compagna insostituibile, con cui
aveva lottato fianco a fianco per Athena.
"Questo Cosmo maligno... è uno dei Giganti?" domanda Shiryu,
entrando nella biblioteca.
"Diamine! Un altro moccioso di bronzo!" snobba Pallas.
"Non venirmi vicino, Shiryu." avvisa Mei.
"Se sei preoccupato per la mia cecità, puoi scordarlo! Il Cavaliere
del Dragone non è inferiore a nessun altro!"
"Non è questo." ribatte Mei. "Questo nemico è MIO! Sono
stato io a rompere il suo sigillo."
"Ah, come deve essere frustrante..." continua Pallas. "Perbacco! Eravate
finalmente riusciti a salvare la ragazzina, ed è stata assassinata
tanto facilmente. Ho tagliato il suo gargarozzo con questi artigli, ho
strappato i suoi capelli e la sua maschera! Che felicità!"
"Datti una calmata, animale! Non tollererò più questo
tipo di cose nelle Terre Sante del Grande Tempio!" Shiryu è incapace
di contenere la sua ira.
"Perbacco! Annoterete le imprese del grande Pallas su questi libri?"
Pallas lancia in alto la maschera di Yuuri, che nascondeva dietro di sé.
La maschera cade al suolo e si spacca in mezzo.
"Il tuo nome non esisterà in alcun luogo." protesta Mei.
"Hai ragione! Tutti i Cavalieri insignificanti saranno assassinati...
non sopravviverà nessuno per raccontare la storia."
"Non confondere le cose." la voce di Mei è carica del peso del
destino che gli fu imposto. "Questa è la Gigantomachia... non ha
senso registrare questa battaglia nella Storia."
In questo momento, appare dal nulla uno scrigno con una sacra vestigia,
l'armatura della costellazione della Chioma di Berenice, che attende la
chiamata del Cosmo di Mei. Persino lo stesso Shiryu, privato del senso
della vista, può percepire il nero dello scrigno con l'immagine
in rilievo di una donna di lato.
Il coperchio si apre e lo scrigno si rivela. In esso non c'è
luce, ma ombre che sembrano risucchiare qualsiasi luminosità. Sorge
una bella statua di una donna di lato, con lunghi capelli, prova che il
portatore dello scrigno è un Sacro Guerriero, capace di dominare
le forze più potenti del pianeta.
E' la prima volta che Mei indossa per libera e spontanea volontà
l'armatura della sua costellazione protettrice. Testa, schiena, braccia,
fianchi, ginocchia: la figura femminile della statua si divide in varie
parti, modellandosi e fissandosi al corpo del ragazzo. La vestigia protegge
il Cavaliere eletto dalla Costellazione.
Questa è un'armatura dei tempi perduti, che è rimasta
sigillata per molto tempo. La prima cosa che richiama l'attenzione su di
essa sono i grandi scudi neri degli spallacci, che ricordano le ali di
un corvo. Grazie a complesse connessioni che permettono qualunque movimento,
gli scudi si fondono alle due protezioni delle braccia senza pregiudicare
la mobilità del Cavaliere.
L'elmo ricorda al tempo stesso le protezioni utilizzate dai lottatori
di boxe e un ornamento femminile. Le placche del pettorale, dell'anca e
dell'addome sono leggeri e fini, e sulle gambe l'unica protezione sono
le ginocchiere. È un'armatura dalle curve soavi, che conservano
l'immagine femminile che l'ha originata, nonostante essa sia intensamente
nera.
"Mei, la tua armatura sembra una nebulosa oscura, che conserva dentro
di sé la materia che ha dato origine alle stelle." commenta Shiryu.
Sente l'esplosione del Cosmo all'interno di Mei e la forza della nera vestigia
che accumula dentro di sé la luce: l'origine della vita.
Una lamina spezza l'aria, emettendo scintille, invisibile, mentre rompe
la velocità del suono.
"Diamine...?" il Gigante Spirito Stupido è a bocca aperta. Sente
che qualcosa ha attraversato il suo corpo, ma non riesce ad identificare
cosa.
"Non avete detto che la lotta tra i Giganti e gli umani non ha bisogno
di motivi?" provoca Mei. "Allora non abbiamo bisogno di parole."
Con sorpresa di Pallas, Mei rimane in piedi, immobile, con le due braccia
rilassate, senza assumere alcuna posizione di attacco o difesa. Il Gigante
decide di attaccare il ragazzo nella sua apparente vulnerabilità,
prendendo spinta dal suolo della biblioteca. I fogli del libro storico
distrutto volano in aria, e la distanza tra i due combattenti diminuisce
subito. Le braccia stranamente lunghe di Pallas si flettono come rami di
salice, e i suoi artigli poderosi avanzano in
direzione della gola dell'avversario. Ma il colpo mortale taglia appena
l'aria.
"Diamine?" ancora una volta, Pallas è confuso. Il mostro concentra
la sua forza nel pugno e solleva gli artigli, ma qualcosa cade inaspettatamente,
come se fosse una palla mal lanciata. Era una mano, con artigli: la mano
del Gigante, che si rifiuta di credere ai propri occhi. "Il mio braccio...
Il mio bracciooooooooo!!"
Un quantità assurda di sangue sgorga dal polso mozzato. Pallas
sente le vertigini, intensamente turbato alla vista.
"Non l'hai percepito, ma il tuo braccio è stato tagliato tempo
fa..." dice Mei.
"Q-quando? C-come?" domanda il Gigante, saltando indietro. "Diamine?"
Pallas sobbalza, dirigendosi verso la colonna. Passa la mano sinistra sulla
nuca, lentamente, percependo ora che anch'essa è macchiata di sangue.
Il mostro valuta lo spazio dietro di sé con gli artigli della mano
che resta, sentendo un suono acuto, simile a quello di una corda di uno
strumento musicale.
Solo allora percepisce di essere stato intrappolato da una gabbia di
fili finissimi, più fini delle corde di un pianoforte, stirati in
tutte le direzioni attorno a lui.
"Sono fili di orialcon." spiega Mei.
"Diamine...? Com'è che? Tutti questi fili sono parte della tua
armatura?"
Sorprendentemente, la lega dell'antico orialcon con il gamanion e la
polvere stellare ha assunto in quel caso lo spessore di un filo di capello,
ma mantenendo la sua resistenza.
"Ognuno di questi fili è una lamina affilata." continua Mei.
"Non muoverti o il tuo collo volerà in aria senza che tu te ne accorga,
così come il tuo braccio."
Con una lieve torsione del polso, Mei controlla i fili taglienti, che
si estendono lungo la maschera di Adamas del Gigante. Intrappolato nella
gabbia di orialcon, Pallas non può neanche difendersi.
"Dimmi il nome della mia stella." ordina Mei, nello stesso istante
in cui si sprigionano i fili taglienti. Varie lampade della biblioteca
si stanno spegnendo, lasciando quello scompartimento recinto nella più
completa oscurità.
"Approfitterai dell'oscurità e fuggirai?" domanda il Gigante.
"Fuggire?" Mei esplode in una risata beffarda. "Questi fili sono i
miei occhi e le mie orecchia! Essi sono percorsi dal mio Cosmo."
Solamente Pallas è disorientato nelle tenebre. Così come
Mei, Shiryu non ha alcuna difficoltà nonostante la perdita di luce.
"Gyah!" un altro grido di Pallas nell'oscurità, seguito dal
colpo secco di qualcosa che cade al suolo. "Aaahiii!! Cavolooo! L'altra
mia mano!"
"Dimmi il nome della mia costellazione!" insiste Mei.
"Tu sei... il Cavaliere... della Chioma..." il Gigante geme di dolore.
"Mei, della Chioma!" dichiara il Cavaliere di Athena.
Le vibrazioni dei fili di orialcon intonano una canzone: una Volontà
omicida, cupa e nera, avvolta in una profonda tristezza.
"Questo è l'ordine di morte, Gigante. LOST CHILDREN (Bambini
Perduti)!"
"Diamiiiiiin!" grida Pallas, disperato, come se volesse raschiarsi
la gola con la sua voce.
"Che sia fatto a pezzi." Mei strappa tutti i fili in una volta.
Pallas cade nell'oscurità, con la voce bloccata dal sangue che
cola dalla sua gola. Mei si prepara al colpo fatale, ma Shiryu afferra
la sua mano.
"Perché?" domanda Mei.
"Se non lo avessi impedito... lo avresti ucciso." dice Shiryu. "Mei,
ciò che io sento vedendoti è un istinto assassino che non
sarebbe soddisfatto nemmeno se tagliasse il nemico in vari pezzi."
"Yuuri... è morta così. È stato così che
questo individuo l'ha uccisa." si giustifica Mei.
"Non importa. Questo è un atto inaccettabile per un Cavaliere.
La vendetta non è la Volontà di Athena. Oltre a questo, abbiamo
bisogno di fare alcune domande a questo Gigante."
Pallas adesso è senza le due braccia, separate completamente
dal resto del corpo. Il Gigante Spirito Stupido si sta agitando come una
gallina in attesa di essere abbattuta.
"Allora, Gigante, dove si trova il tuo dio, Typhon?" domanda Shiryu.
"Diamine. Perbacco!"
"Di cosa stai ridendo?"
"Quando il nostro signore raggiungerà il suo vero potere, nemmeno
la stessa Athena sarà in grado di fermarlo, quanto meno i Cavalieri."
Pallas parla con difficoltà, sputando bolle di sangue. "Alla fine,
di fronte al suo vero potere, persino lo stesso Zeus, il più grande
tra gli dei dell'Olimpo, fuggì!!"
"Qual è l'obiettivo di Typhon? La sua vera forza? Se vuole dominare
la Terra, perché provoca eruzioni che possono distruggerla?"
"I suoi pensieri sono molto oltre agli umani... sono oltre persino
a noi, gli stessi Giganti."
"Perché i Giganti rendono culto e seguono un dio come questo?"
continua Shiryu. "Un dio che domina con il terrore! Una fede che non offre
pace allo spirito!"
"Il terrore è la fonte della nostra forza!" risponde Pallas.
"I Cavalieri, nella loro insignificanza, saranno tutti morti! Il nostro
signore ha dei figli. I Giganti Figli del Dio sono tra noi. I vecchi Giganti,
come me, non sono più necessari... Lode a voi, Typhon..." sono le
ultime parole del mostro. Il suo corpo sublima in quel momento insieme
alla sua armatura di Adamas, scomparendo completamente da un momento all'altro.
"Cos'è stato questo?" Shiryu inghiotte con secchezza.
"Questo è il timore di Typhon." spiega Mei. "A colui che pronuncia
il nome del dio a cui rende culto, si staccherà la lingua e perderà
la parola. Colui che ascolta il suo nome chiamato dal suo dio perderà
sangue dalle orecchie e impazzirà. Questa è la credenza dei
Giganti."
"Voi due! State bene?" le luci si accendono all'entrata di Nicole nella
biblioteca. "Yuuri!" il Capo Chierico è orripilato di fronte alla
tragedia. "Ed il Gigante Pallas, lo Spirito Stupido..." sussurra.
"Pallas si è suicidato pronunciando il nome di Typhon." dice
Mei. "Era l'ultimo dei Giganti i cui sigilli avevo rotto."
Il ragazzo è ancora sorpreso delle sue abilità di Cavaliere.
Sente che l'armatura sta iniziando a manipolarlo. Egli muoveva il corpo
guidato dall'Armatura. Nelle sue mani, i fili taglienti sono come parte
del suo corpo.
"Ho notizie di Typhon." la voce di Nicole interrompe i pensieri di
Mei.
"Signore, ha scoperto qualcosa?" il ragazzo solleva il viso in direzione
del Capo Chierico, che risponde con voce pensierosa.
"Shun..."