GLI SPIRITI D’ITALIA
Le rosse dita del sole estivo diffondevano i
loro caldi raggi tutto intorno alla valle dei templi di Agrigento. Seiya
era lì a passeggiare con noncuranza e ad ammirare la grandiosità
dei monumenti di quella valle incontaminata, quando ad un tratto fu tolto
dai suoi pensieri da una voce familiare che chiamava il suo nome. Si girò
e riconobbe la pallida figura di Saori Kido.
- Milady… Cosa ci fa lei qui ? - la giovane non
rispose, si limitò ad avvicinarsi al saint - Milady, come mai questo
silenzio ? Mi risponda, la prego. - Ancora il saint non ebbe alcuna risposta.
Saori gli era ormai addosso. Non rispose ad alcuna delle sue domande, si
limitò a gettarglisi al collo. - E’ finita per voi saint, dal primo
all’ultimo… E con voi anche Atena subirà lo stesso fato. - sibilò
Saori all’orecchio di Seiya, con voce debole, con un tono che non aveva
mai sentito da lei
- Cosa significano queste parole ? - non fece
in tempo ad accorgersi che lo stava stritolando con una forza che non avrebbe
mai neanche immaginato. Seiya sentì le sue costole spezzarsi e inserirsi
nelle sue carni, tagliandole - Voi saint non siete in grado di combattere
senza armatura. E’ questo che vi distingue da noi spiriti. -
- Che…che cosa vuol dire ? - disse con un filo
di voce
La figura che lo stava stritolando assunse contorni
sfocati e cambiò di dimensioni e altezza. Presto l’aggressore misterioso
si rivelò al giovane. Era un uomo non troppo in là con gli
anni, capelli biondo scuro tagliati a spazzola, occhi verdi striati di
ocra. Lasciò andare Seiya, il quale si contorse sulla roccia nuda,
perdendo sangue dalle ferite aperte.
- Il mio nome è Gian. Sono lo Spirito
delle Nebbie, re delle illusioni. -
- U…uno spir…spiri…to delle Ne…bbie ? Chi… sei…
in realtà… ?… -
- Te l’ho già detto. Io sono uno dei cinque
Spiriti dell’Italia. Il mio nome è Gian delle Nebbie. Il mio animo
è grigio come la nebbia che avvolge la scura città che mi
vide nascere. Oltre a me ci sono lo Spirito dell’Acqua, lo Spirito delle
Montagne, lo Spirito della Pianura, lo Spirito dei Vulcani e lo Spirito
delle Coste Marine. Ti lascio vivere perché tu possa dire ad Atena
la sfida che l’Italia vi sta lanciando. Esistono in Sardegna sei nuraghe.
Cinque sono perimetrali e uno è quello centrale. Dovrete abbatterli
tutti come avete fatto con le Colonne dei Sette Mari distruggendo però
le sfere colorate al loro interno. Nel nuraghe centrale troverete il nostro
capo Giano. Se sconfiggerete anche lui vincerete. Altrimenti le vostre
armature apparterranno a noi. Mi sarebbe sempre piaciuto diventare invincibile
indossando quella della fenice. Adesso aspetta che i tuoi amici ti trovino,
Seiya di Pegasus. Ricordati di dirglielo, altrimenti non avrete alcuna
possibilità. - fece per andarsene, ma poi si girò indietro
verso Seiya e aggiunse - Come se ne aveste ora. Ci rivedremo in questo
luogo quando avrai unito gli altri saint. - E se ne andò lentamente,
proprio come la nebbia padana lentamente arriva e si dilegua.
Seiya riaprì lentamente gli occhi. Non
riusciva a capire bene dove fosse. Le immagini erano sfocate e poco nitide.
Sentì una voce familiare che lo chiamava. Non riusciva a connettere
bene chi fosse. - Sta aprendo gli occhi. Si sta riprendendo. Presto, venite.
-
Seiya cercò di tirarsi in piedi, ma le
sue forze non glielo consentirono, quindi ricadde lentamente sul cuscino.
- Dove… Dove mi trovo ? -
Pian pianino riuscì a riprendere l’uso
della vista, e a riconoscere prima Shun, alla sua sinistra, poi Dragone
e Hyoga in parte sulla destra.
- Non sforzarti, Seiya. Sei ancora debole. -
disse Shun, con la sua classica mielosa premurosità.
- Chi ti ha ridotto in questo stato ? -
- Non so chi fosse. Diceva di essere uno Spirito
d’Italia. -
- Uno Spirito d’Italia ? - gli fece eco Hyoga
- E’ l’incarnazione di uno Spirito della Natura.
Così come gli dei possono incarnarsi nei corpi dei mortali, così
anche questi spiriti possono possedere un organismo. L’unica differenza
è che la simbiosi è talmente alta che il corpo ospite non
invecchia mai. - rispose Shiryu, con la sua solita flemma risoluta, tipica
di chi sa molte cose ( e che a volte lo fa anche pesare agli altri )
- Mi si è presentato sotto le sembianze
di Saori Kido. E’ un mago dell’illusione. Ha una tecnica simile a Lemuri,
il Generale della Colonna del Nord Pacifico. Prende le sembianze di una
persona cara alla vittima e attacca, sicuro che con le sue sembianze non
verrà attaccato. Costui mi ha riferito che se non riusciremo a distruggere
i sei nuraghe che vengono da loro presidiati dovremo cedere le armature.
- Che significa cedere le nostre armature ?! - gridò Hyoga, alzandosi
di scatto dalla sedia - Come si permettono di lanciarci certe insulse sfide
?! -
- Calmati, Hyoga. Ascolta, Seiya. Noi andremo
a combattere contro gli Spiriti, mentre tu ti riposerai. -
- No, Shun. Io non… AHHHH!!!… - Seiya cercò
di tirarsi dritto, ma il dolore che gli facevano le costole non gli lasciava
scampo. Dopo essersi toccato una delle tante costole sinistre fuori posto
ricadde di nuovo sul cuscino. -
- Non sei assolutamente in condizioni di combattere.
Andremo noi. Anche se siamo solo in quattro ce la caveremo anche senza
di te. Troppe volte hai pensato ad Atena e le hai salvato la vita. Ora
tocca a noi ricambiare, non ti pare ? -
- D’accordo. Non appena sarò di nuovo
in grado di combattere arriverò a darvi man forte. Ma se incontrate
il biondo che mi ha ridotto così, dategli una bella ripassata. -
- Siamo intesi, allora. Arriverò, statene
certi. -
All’improvviso Kiki irruppe nella stanza, visibilmente
allarmato - Ragazzi… Ragazzi. Venite, presto ! La signorina… -
- Che cosa è successo ? Parla. -
- Stavamo venendo qui quando un uomo con un armatura
nera l’ha portata via. Ha detto di far presto, altrimenti sarà la
fine per tutti voi. -
- E’ lui… Fate presto. Andate! - li incalzò
Seiya.
I tre uscirono di corsa dalla stanza. Dopo aver
atteso qualche minuto anche Seiya uscì, ma dalla finestra, calandosi
sul ramo di un albero e scendendo fino a terra. < Sarò anche
ridotto a uno straccio, ma ho le mie priorità! >
Proprio davanti al tempio più grande di
tutta la valle, i tre saint videro il primo dei loro nemici, il misterioso
Gian. - Ben arrivati, saint. Stavo cominciando a pensare che il ragazzo
fosse morto. Sarebbe stato poco carino da parte sua. -
- Chi sei tu ? -
- Il mio nome è Gian, lo Spirito delle
Nebbie. Il vostro amico non vi ha parlato di me ? -
- Ce ne ha parlato, e ci ha anche detto di non
risparmiarti. -
- Mah… Penso che forse prima di prendervela con
me dovreste sapere dove si svolgerà la guerra. -
In un attimo, con uno schiocco delle dita, i
quattro si ritrovarono in una verde vallata con alcuni alberi bruciati
dal sole. Alle loro spalle c’era una grande depressione del terreno, avente
nel centro il castello formato da cinque nuraghe perimetrali e uno centrale,
grosso circa il doppio degli altri e alto altrettanto.
- Alle vostre spalle è il Castello Italico.
I cinque nuraghe che fanno da torri di avvistamento sono da sinistra a
destra quello delle Nebbie, quello delle Acque, quello dei Vulcani, quello
delle Grandi Montagne e quello delle Coste. Il nuraghe centrale è
la residenza del nostro signore Giano. Se mai riuscirete ad entrarvi, non
credete che sia facile distruggere anche l’ultima delle sfere contenute
in ogni torre, il castello sparirà e voi avrete vinto. Adesso vi
lascio, ma ci rivedremo. - alzò di scatto il braccio destro, alzando
una fitta nebbia. Andromeda lanciò la sua catena per bloccarlo,
ma lo Spirito sparì come un fantasma. Rimase solo la sua voce che
rammentava ai saint di sbrigarsi.
- Avanti. Io mi occuperò dello spirito
delle Coste. Voi prendete una delle altre. -
- Siamo d’accordo. Io prenderò il nuraghe
delle Grandi Montagne. Ci rivedremo tutti in quello centrale. Tu che intenzioni
hai, Shiryu ? -
- Penso che distruggerò per primo quello
dei Vulcani. Allora andiamo. Appuntamento il prima possibile a quello centrale.
-
Seiya rimase in disparte e aspettò che
i compagni entrassero nei nuraghe per uscire dal suo nascondiglio - Mi
dispiace di non essere con voi, ma ritengo che sia meglio così.
Atena, sto arrivando. - E corse giù anche lui, con un po’ di distacco
dagli altri. -
Hyoga entrò nel nuraghe delle Grandi Montagne.
Il suo interno era completamente ricoperto di ghiaccio, e all’interno si
avvertiva un freddo incredibilmente intenso. - Fa freddo qui dentro. Mi
ricorda la mia Siberia. -
- Non pensavo di farti piacere, facendoti sentire
la nostalgia di casa. -
Hyoga si mise sulla difensiva, riparandosi col
braccio sinistro. - Chi sei ? Vieni fuori dall’oscurità e mostrati.
-
Una giovane donna con il viso celato da una maschera
d’oro e i capelli bianchi gli apparve davanti. Indossava un’armatura bianca
che si confondeva con il colore delle pareti e dava un fastidio intenso
agli occhi del saint del cigno. - Tu devi essere Hyoga di Cygnus. Sei veramente
un bel ragazzo. Mi dispiace doverti fare del male, ma cercherò di
non deturpare troppo il tuo bel volto. Prima però mi presento. Io
sono Genepy, Spirito delle Grandi Montagne. La mia regione d’origine è
la bianca e gelida Valle d’Aosta, il mio paese è la piccola Cervinia.
-
- Dopo che ti avrò sconfitto, allora
saprò dove mettere il tuo corpo. -
- E’ gentile da parte tua, Crystal. Ti dispiace
se ti chiamo così ? I tuoi occhi mi ricordano il bianco cristallo
che si genera nel freddo. -
- Fa’ come ti pare, basta che combattiamo. -
- Prima lascia che attacchi io per prima. - alzò
le mani e le congiunse sopra la sua testa. Le abbassò poi di scatto.
Hyoga rimase immobile. Non si sarebbe mai aspettato che qualcun altro oltre
lui e Camus conoscesse quella tecnica. Il nome solo era diverso, la donna
infatti l’aveva chiamata “Valanga Glaciale”. Saltò dilato prima
che la donna avesse il tempo di inquadrare il bersaglio.
- Come fai a conoscere l’Aurora del Nord ? Pensavo
che solo Camus e io la conoscessimo. -
- Non capisco cosa sia questa Aurora del Nord.
-
Hyoga fece un leggero sorriso. Allora te la mostrerò
subito. Anche se la tenevo in fresco per adesso. Ma dato che non ho tempo
da perdere, te lo mostrerò alla sua massima potenza. - alzò
anche lui le braccia. Una leggera patina bianca lo ricoprì. - Sei
pronta ? Per il sacro Aquarius! -
La donna non riuscì ad evitare l’enorme
sfera di ghiaccio e andò a sbattere violentemente la schiena contro
la parete. Cadde a terra e si raggomitolò mugugnando per il dolore.