TITANIDI

REA - RHEA - OPI
Dea della terra, della maternità e della fertilità.
Rea, la "terra", è una delle Titanidi, figlia di Gaia e Urano. Sposò suo fratello Crono, con il quale spartì la sovranità sul mondo. Da questa unione nacquero, secondo la Teogonia di Esiodo, sei figli: Estia, Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus, il più giovane.
Ma, istruito da un oracolo di Urano e Gaia, Crono divorava tutti i propri figli man mano che nascevano, poichè sapeva che uno di loro lo avrebbe spodestato. Adirata per vedersi privata a tal modo di tutti i suoi figli, Rea, incinta di Zeus, andò a consultare Gaia e Urano per chiedere loro come potesse salvare il bambino che stava per avere. Le rivelarono allora il segreto dei Destini e le insegnarono a ingannare Crono. Scortata dal gigante Opladamo, Rea fuggì quindi a Creta, dove partorì segretamente nella caverna sacra sul monte Ida, proibita agli dei e ai mortali. Poi, avvolgendo una pietra con pannolini, la dette a Crono affinchè la divorasse.
Una volta partorito Zeus, Rea volle purificarsi e bagnare il figlio, ma non c'era allora in Arcadia nessun corso d'acqua: i letti dei fiumi erano in secca e nessuna sorgente zampillava. Presa dallo sconforto, Rea percosse il suolo con lo scettro, implorando suo madre Gaia. Subito scaturì una sorgente ricca d'acqua, vicino all'ubicazione in cui si innalzerà, più tardi, la città di Lepreio. Rea la chiamò Neda, in onore della ninfa figlia maggiore dell'Oceano dopo Stige e Filira.
Rea diede a Zeus il miele prodotto dalle api della caverna, un cane magico d'oro come guardiano e come nutrice la capra Aice, creatura spaventosa che discendeva da Elio e temuta persino dai Titani. In seguito, il piccolo Zeus fu affidato alla ninfa Amaltea (a volte confusa con la capra). Affinchè il bambino, col gridare, non rivelasse la sua presenza a Crono, Rea chiese ai demoni Cureti di eseguire attorno a lui le loro rumorose danze guerriere.

Esiste una tradizione simile riguardante Poseidone, che sua madre avrebbe salvato con uno stratagemma analogo. In questo caso, Rea si sarebbe recata a Rodi, dove avrebbe affidato il piccolo Poseidone alle cure dei Telchini e di Cafira, figlia di Oceano.
Rea avrebbe anche personalmente ridonato la vita a Dioniso e lo avrebbe purificato dalle colpe e dagli eccessi giovanili, iniziandolo ai Misteri.
Alcune leggende narrano che Rea avesse al suo seguito alcuni demoni misteriosi, detti Cabiri, che avevano assistito alla nascita di Zeus dall'acropoli di Pergamo (Turchia). Tuttavia, le leggende sui Cabiri sono  poche e confuse, la loro origine e la loro natura sono interpretate in modo diverso dagli antichi mitografi.
Altri demoni al seguito di Rea sono i Dattili, nati probabilmente a Creta o in Frigia. Si narra che, nel momento in cui Rea metteva al mondo Zeus, le sue mani erano premute al suolo contratte dal dolore: dalle loro impronte nacquero i Dattili, il cui nome significa appunto "dita", cinque femmine dalla mano sinistra e cinque maschi dalla mano destra. I Dattili aiutarono Rea ad alleviare la sofferenza del parto e, apparentati ai Cureti, si ritiene sovente che abbiano vegliato, come questi, sull'infanzia di Zeus.
In una leggenda orfica si racconta che Zeus avesse posseduto anche la sua stessa madre Rea. La titanessa, paventando le conseguenze dell'incontenibile brama sessuale del figlio, gli aveva proibito di sposarsi. Ma egli le oppose la minaccia di usare la violenza anche a lei e la portò a compimento sotto forma di serpente, poichè Rea aveva assunto questa stessa forma nel tentativo di fermarlo.

Rea, come dea della vita sulla terra, fu venerata in particolare a Creta, dove la si celebrava in processioni accompagnate dal suono di cembali e zampogne, seguite da orgie mistiche. In epoca romana, fu assimilata a Cibele, la Madre degli dei. Rea è stata anche identificata da romani con Opi, divinità sabina dell'Abbondanza compagna di Saturno (il corrispettivo di Crono).

Sue omonime sono Rea Silvia, la madre di Romolo e Remo, e la sacerdotessa Rea amata da Ercole.
 

TETI - TETHYS
Dea della fecondità marina
Teti è una delle divinità primordiali delle teogonie elleniche. Personifica la fecondità femminile del mare, intesa sia come grembo materno che come mare fonte di vita.
Nata dagli amori di Urano e Gaia, è la più giovane delle Titanidi. Sposò Oceano, uno dei suoi fratelli, dal quale ebbe un gran numero di figli, più di tremila, che sono tutti i fiumi del mondo e le Oceanine, che rappresentano le sorgenti.
I fiumi principali: Acheloo (il maggiore), Nilo, Eridano, Meandro, Istro, Scamandro...
Le Oceanine principali e presunte: Stige (la maggiore), Elettra, Doride (moglie di Nereo), Asia, Calliroe, Climene (moglie di Giapeto), Eurinome (antica regnante dell'Olimpo scacciata in seguito da Crono e Rea), Europa, Meti (prima moglie di Zeus), Clizia, Dione, Criseide, Calipso, Pleione (madre delle Pleiadi e delle Iadi), Anfitrite (moglie di Poseidone)...
Teti allevò Era, affidatale da sua sorella Rea durante la lotta di Zeus contro Crono. In segno di riconoscenza, Era riconciliò Teti con Oceano, dato che avevavo litigato e stavano per separarsi.
Quando Efesto cadde nell'Oceano, scagliato dall'alto dell'Olimpo poichè era nato zoppo, fu Teti, insieme alla figlia Eurinome, a salvarlo e ad allevarlo per nove anni in una grotta sottomarina. Per loro, Efesto forgiò molti gioielli nel corso di quei nove anni e conservò una riconoscenza profonda per la loro bontà verso di lui. Uno di questi gioielli, che Teti sfoggiava sul petto, attirò l'attenzione di Era, che le chiese come se lo fosse procurato. Saputa la verità, richiamò il figlio Efesto sull'Olimpo e riallacciò i rapporti con lui.
Teti procurò rifugio nella sua dimora sottomarina anche a Dioniso, che stava sfuggendo al re Licurgo.
La dimora di Teti è posta generalmente nell'estremo Occidente, al di là del paese delle Esperidi, nella regione in cui, ogni sera, il Sole termina il suo tragitto.

Da non confondere con la famosa Nereide Teti (Thetis), madre di Achille e figlia di Nereo e Doride. Dato Doride è un'Oceanina figlia di Oceano e Teti, le due Teti sarebbero nonna e nipote.
 

TIA - TEA - TEIA - THEIA - THEA
Dea della luce e della magia.
Teia o Tia, la "Dea" o la "Divina", incarna il potere vivificante della luce e appartiene alla prima generazione divina, anteriore agli Olimpici. E' una delle Titanidi, figlia di Urano e Gaia.
Si unì in matrimonio a suo fratello Iperione, dal quale ebbe tre figli: Elio (il Sole), Eos (l'Aurora) e Selene (la Luna).
L'attributo "dagli occhi bovini", che le spettava insieme all'altro nome Eurifessa, fu poi assunto da Era, ma fa comunque riferimento a una prerogativa della dea-luna nella mitologia che precedette l'imporsi della religione olimpica.

Tia è anche il nome di una ninfa di Delfi amata da Apollo.
Altra omonima, in alcune versioni, è l'Oceanina Teia, figlia di Oceano e madre dei Cercopi.
Mentre il personaggio maschile Teia, in una tradizione, sarebbe il padre di Adone.
 

FEBE - FOIBE - PHOEBE
Dea della luna
Febe, la "Brillante", è il nome portato da una delle Titanidi figlie di Urano e Gaia. Ella sposò suo fratello Ceo e gli diede due figli, Asteria e Latona (madre di Apollo e Artemide). Artemide ha ereditato dalla nonna i tratti spiccatamente lunari, mentre Apollo viene anche chiamato Febo.
Durante il regno di Crono, Iperione e Febe guidavano il sole e le stelle.
Le si attribuisce talvolta la fondazione dell'oracolo di Delfi, in quanto accompagnatrice di sua sorella Temi. Ne avrebbe fatto regalo ad Apollo per il suo genetriaco. La maggior parte delle fonti, però, afferma che l'oracolo fosse stato di Temi.

Febe è anche il nome di una delle Leucippidi, moglie di Polluce.
Inoltre, esiste anche un'altra Febe figlia di Elio, una delle Eliadi.
 

MNEMOSINE - MNEMOSYNE - MONETA
Dea della memoria
Mnemosine è la personificazione della Memoria. E' figlia di Urano e Gaia ed appartiene al gruppo delle Titanidi.
Zeus si unì a lei, in Pieria, per nove notti di seguito e, in capo a un anno, ella gli diede nove figlie, le Muse: Cleio, Euterpe, Thaleia, Melpomene, Terpischore, Erato, Polyhymnia, Urania, Calliope.
Esisteva una fonte di Memoria (Mnemosine) davanti all'oracolo di Trofonio a Lebadea, in Beozia, accanto alla fonte dell'Oblio (Lete): coloro che si recavano a consultare l'oracolo dovevano bere da queste due fonti.
Fu chiamata Moneta dai Romani.
 

TEMI - THEMIS
Dea della giustizia e delle leggi
Temi, della stirpe delle Titanidi, è figlia di Urano e Gaia. E' la dea delle leggi eterne che deve presiedere al contratto sociale e indurre il rispetto per le regole della convivenza umana. Il suo nome significa "irremovibile".
E' una delle spose divine di Zeus, la seconda dopo Meti. Da Zeus, Temi generò le tre Ore, le tre Moire, Cloto, Lachesi e Atropo, la Vergine Astrea, le ninfe dell'Eridano, alle quali Eracle chiese la via per il paese delle Esperidi. Talvolta si attribuiscono a quest'unione anche le stesse Esperidi.
Anticamente, Temi era considerata la dea che presiedeva al regolare succedersi dei mesi dell'anno e questo aspetto è rimasto nella cornucopia abbondante di frutti che reggeva in mano. In seguito fu assunta definitivamente come Titanide dea della Giustizia e delle leggi (altro che Lady Isabel!).
I mitografi e i filosofi hanno immaginato che Temi fosse la consigliera di Zeus. Proprio lei gli aveva ordinato di rivestirsi con la pelle della capra Amaltea e di servirsene come corazza nella lotta contro i Giganti. Talvolta, le si attribuisce anche la prima idea della guerra di Troia, che sarebbe stata suscitata da lei per porre rimedio al popolamento eccessivo della Terra.
Stranamente, i rapporti tra Temi ed Era erano molto cordiali.
Fra le divinità della prima generazione, Temi è una delle poche che si sia associata agli Olimpici e condivida con essi la vita sull'Olimpo. Ella doveva questi onori non soltanto per le sue relazioni con Zeus, ma anche per i servigi da lei resi agli dei inventando gli oracoli, i riti e le leggi. Infatti, assieme alla cornucopia e agli occhi bendati (l'imparzialità della legge), reggeva i piatti di una bilancia e, conoscendo il "tempo giusto" di ogni cosa, era anche dotata di un potere oracolare.
Fu lei ad insegnare ad Apollo i procedimenti della divinazione e, prima del dio, possedeva il santuario pitico a Delfi.
Temi ha pronunciato un certo numero di oracoli, come quello che avvertiva Atlante che un figlio di Zeus avrebbe sottratto i pomi d'oro alle Esperidi, e l'oracolo concernente la progenitura di Teti (la madre di Achille, che non si sposò con Zeus proprio perchè suo figlio sarebbe stato più forte del padre). Fu sempre Temi, invocata da Deucalione e Pirra (progenitori degli uomini dopo il diluvio), a ordinare loro di camminare a capo chino e di gettarsi dietro le spalle le ossa della madre Terra (cioè delle pietre): da queste nacquero parecchi esseri umani, destinati a ripopolare l'umanità.
 
Tutti gli dei si sentivano sottoposti all'autorità di Temi: non si poteva tenere una riunione sull'Olimpo se non fosse stata lei a convocarla nè accedervi senza che le Ore, sue figlie, lo consentissero; quando poi era il momento di brindare, gli dei si astenevano dal porre le labbra sul calice di nettare prima che lo facesse Temi.

Il custode del vecchio oracolo di Temi a Delfi era un drago, chiamato Pitone o Delfine. Oltre a proteggere l'oracolo, però, Pitone si abbandonava ad ogni specie di saccheggi nel paese, intorbidando le fonti e i ruscelli, portando via mandrie e contadini, devastando la fertile pianura di Crisa e spaventando le Ninfe. Questo mostro era uscito dalla Terra. Si racconta inoltre che Era lo avesse incaricato di seguire Latona quando questa era incinta di Apollo e Artemide.
Apollo liberò il paese dalla minaccia di Pitone, uccidendolo con delle frecce, e si impadronì dell'oracolo di Delfi. Ogni otto anni, a Delfi, una festa solenne commemorava l'uccisione di Pitone e la purificazione di Apollo dalla lordura provocata dalla morte del drago.

Una tradizione, rappresentata soltanto da Eschilo, fa di Temi la madre di Prometeo, essendo sposata con Giapeto prima di diventare la moglie di Zeus. In realtà, Prometeo è figlio di Giapeto e Asia.
Altre tradizioni ancora narrano che Temi fosse figlia di Etere, sorella di Terra, Cielo, Mare e un certo numero di astrazioni, come Dolore, Collera, Menzogna..., Oceano, Tartaro, Iperione, Briareo, Gige, Sterope, Atlante, Saturno, Opi, Moneta, Dione, le tre Furie.
Il nome Temi è dato talvolta alla ninfa arcade, madre di Evandro, chiamata più generalmente Carmenta nella tradizione romana; anche questa ninfa, figlia del fiume Ladone, possedeva il dono della profezia.
 

DIONE - THALASSA
Dea della sessualità
Dione è una delle dee della prima generazione divina. La sua origine varia a seconda della tradizione:
- una Titanide figlia di Urano e Gaia, sorella di Teti, Temi, Rea... (e quindi le Titanidi sarebbero sette invece che sei);
- una delle Oceanine, figlia di Oceano e Teti;
- una delle Pleiadi, figlia di Atlante;
- una delle Iadi, un gruppo di stelle vicine alle Pleiadi;
- una Nereide, figlia di Nereo e nipote di Oceano;
- una figlia di Etere, sorella di Terra, Cielo, Mare e un certo numero di astrazioni, come Dolore, Collera, Menzogna..., Oceano, Tartaro, Iperione, Briareo, Gige, Sterope, Atlante, Saturno, Opi, Moneta, Temi, le tre Furie.

In realtà, dietro questo nome si conserva la traccia di un'antica divinità femminile dell'ispirazione e della sessualità che presiedeva la quercia oracolare di Dodona, in seguito assunta da Zeus.
Dione è anche conosciuta col nome di Thalassa, che era una divinità marina.
Si sarebbe sposata con Tantalo, da cui avrebbe avuto come figli Niobe, Brotea e Pelope. Da Pelope discende Atreo, padre di Agamennone e Menelao.
Alcune versioni le attribuivano, come figlia, Afrodite, nata da una relazione con Zeus. Nell'Iliade, Dione consola sua figlia Afrodite che era stata ferita dal greco Diomede.
 

BASILEIA
Dea della regalità
Basileia, il cui nome significa la "Regina", è, in una tradizione aberrante, figlia maggiore di Urano e Gaia, una sorella di Rea e dei Titani, che ella allevò. Si distingueva per saggezza e intelligenza. Basileia succedette sul trono a Urano e sposò il fratello Iperione; ne ebbe Selene (la Luna) ed Elio (il Sole).
Per dispetto, gli altri Titani uccisero suo marito e immersero Elio nel fiume Eridano. Per il dolore di aver perduto il fratello, Selene si precipitò dall'alto del tetto della sua casa. Elio e Selene furono allora trasformati entrambi in astri. Frattanto, la loro madre, edotta di questi avvenimenti in sogno, impazzì, e, brandendo un tamburello e dei cembali che appartenevano alla figlia, si mise a correre per la campagna battendo sul tamburello e urtando i cembali, fino al momento in cui qualcuno, per pietà, la fermò. Ma allora ebbe luogo un grande temporale, e Basileia scomparve.
Basileia è spesso identificata con Cibele e le si attribuisce il culto della "Gran Madre".
Il nome di Basileia è anche quello della Regalità personificata e divinizzata.