Rialzati i cavalieri del nord e risaliti i nuovi generali dei mari,
tutti si chiedono dove siano finiti i cavalieri d'oro ed Atena risponde:
"I loro cosmi erano indeboliti per gli sforzi di questa battaglia quando
le ultime divinità rimaste vive oltre Odino li hanno catturati e
portati nel loro tempio", "Quali sono queste divinità?" chiede Alen,
"Sono i tre spiriti del dio dell'asia minore, Visnù, Kalì
e Shiva, che hanno un tempio in Thailandia, dove sono sorvegliati dai loro
guerrieri." "Bene cavalieri, prossima tappa Thailandia" afferma Lair, "Aspetta",
gli dice Maxor, "Hilda e lady Isabel? non ci pensi? le vuoi lasciare qui?"
chiede il cavaliere del nord, "No, due, uno di noi 7 ed uno di voi 7, li
riporteranno al grande tempio dove ci aspetteranno, gli altri andremo in
Thailandia" gli risponde Erik, "Bene, chi non va in Thailandia?" chiede
Joear; i due gruppi si riuniscono a discutere e poi Alen espone la decisione
dei generali: "Chun fra noi accompagnerà le due, è l'unico
che non è allievo di un cavaliere d'oro", "Fra noi sarà Folken,
l'unico che non è stato trovato dai cavalieri e quindi non gli deve
in parte la sua investitura".
Dopo aver salutato i due compagni che con la nave vanno verso il grande
Tempio, i due gruppi riescono a procurarsi una nave con cui in due giorni
sono al tempio della trina divinità asiatica.
Appena arrivati i cavalieri vedono un guerriero con un'armatura arancione
che gli copre parte del corpo, lasciando visibile solo il bacino e un pò
del torace,
ed un elmo con sopra una fenice, che si presenta ai cavalieri: "Sono
North, i miei signori vi attendono cavalieri, non vogliono che noi combattiamo
qui, quindi abbiate la compiacenza di seguirmi", i cavalieri sono stupiti
da tale benvenuto e con una certa cautela seguono il misterioso guerriero.
Arrivati all'interno del tempio, i cavalieri vengono condotti in una
sala, dove trovano altri guerrieri con armature di colori diversi, ma per
il resto quasi simili; i cavalieri d'oro rinchiusi in globi verdastri e
un'entità sopra un trono, ma si accorgono solo all'ultimo che al
centro della sala c'é un gigantesco ring costruito con pietre.
L'entità inizia a parlare: "Benvenuti, notiamo che non siete
tutti e 14, fa niente gli altri verranno uccisi poi, voi e questi dodici
avete combattuto bene contro Ra e prima contro Apocalisse e questi dodici
miscredenti anche contro i loro dei. Ma adesso combatterete contro noi
ed i nostri soldati, non vi sarà concesso di disperdervi in questo
tempio e combattere rovinando con il sangue la purezza delle mura, sul
quel ring uno di voi contro uno dei nostri sanzu potrà avere la
sua possibilità per liberare uno dei dodici cavalieri.
Ogni incontro vinto un cavaliere d'oro libero, ogni incontro perso
un cavaliere d'oro morto. Si vince quando l'avversario è morto",
concluso il discorso, uno dei guerrieri avanza sul ring, la sua armatura
è rosa e l'elmo ha la forma di una gru, il sanzu si presenta: "Sono
Jude, chi mi vuole sfidare per la vita del cavaliere del Toro?"
Emahor allora, senza discutere con i compagni, sale sul ring ed afferma
di essere lui l'avversario, prima dell'inizio dell'incontro l'entità
afferma: "Dimenticavamo di dirvi che i nostri sanzus sono tutti padroni,in
modo diverso, dello spirito divino".
Emahor scruta l'avversario, che non è grande e muscoloso quanto
lui, anzi è piuttosto magro, mentre fa questa riflessione, Jude
si pone in equilibrio su una sola gamba ed avvisa il nemico: "Sei pronto
a ricevere il <tocco della gru>?" e muovendo le mani provoca nel terreno
delle incanalature che giungono fino ad Emahor che percepisce come un taglio
di spada che lo colpisce, provocandogli delle ferite, allora il guerriero
del nord lancia il suo "pugno di titano" contro il nemico, ma Jude
si ruota sulla gamba ed evita il colpo che gli passa così vicino
da permettergli quasi di toccare Emahor mentre lancia il suo colpo, così
da provocargli una ferita che riesce a inclinare l'armatura.
Emahor allora è a terra, mentre Jude ride e lancia contro di
lui i suoi tocchi che lo fanno ruzzolare da un punto all'altro del ring;
in quel momento il guerriero pensa agli addestramenti con Geki, alla lotta
con Rude ed a quella con la furia della pietra, oltre ai suoi momenti nelle
foreste di Asgard; riflettendo su tutto ciò trova in se il suo spirito
divino e riesce a risollevarsi in piedi ed a scatenare in nuovo colpo contro
il nemico: la "Spalla di titano" con cui arriva su Jude con tutto il suo
corpo, frantumandone l'armatura e schiantandolo contro un muro, dove viene
finito dal "pugno di titano" che stavolta non riesce ad evitare. Dopo la
vittoria di Emahor, Zalon viene liberato dalla sua gabbia e cade a terra
stremato, Emahor lo solleva e lo accompagnia in un angolo della sala, dove
ambedue possono riposare.
Sale quindi sul ring il secondo sanzu, con l'armatura azzurra con un
bruco sull'elmo, il quale chiede: "Chi di voi vuole combattere con me,
Brus, per il cavaliere dello scorpione?", sentendo questo, l'allievo
di Antar, Cassios, sale sul ring.
Il sanzu allora lo attacca con le "Frecce azzurre" (colpo simile a
quello di Betelguise, ma con frecce di energia scaturita dallo spirito),
Cassios utilizza la sua "Barriera dei venti" come difesa, ma le frecce
riescono a sfondare la difesa di Cassios, che viene ferito dal nemico che
afferma: "Queste frecce sono composte da energia e l'energia non è
qualcosa che il vento può bloccare", il generale del cavallo marino
sente queste parole, ma ricorda anche le parole del suo maestro riguardo
il settimo senso e lo spirito divino che lo sorpassa, ricorda anche la
grande forza derivatagli dall'armatura e sente crescere in se il controllo
dello spirito divino, finché non riesce a rialzarsi ed afferma:
"Riprova", Brus rilancia le sue "frecce azzurre", ma stavolta Cassios non
si difende, ma gli scatena contro i "flutti degli abissi", con cui riesce
a rimandare contro Brus le sue stesse frecce insieme alla sua corrente
con effetto mortale, mentre afferma: "Il vento nel le può fermare,
ma può cambiargli direzione!". Morto il secondo Sanzu, Antar viene
liberato e Cassios può accompagnare anche lui in un angolo a riposare.
Terzo sanzu a salire è un biondo (il primo aveva capelli rossi
a trecce, il secondo una cresta azzura) con l'armatura viola e l'elmo da
aquila, che afferma: "Sono Shy, chi di voi tenterà di fermare i
<1000 artigli dell'aquila> per salvare il cavaliere del cancro?", dopo
alcuni secondi, sale sul ring Edoné, decisa a salvare colui che
le diede lo zaffiro di Odino; lo scontro inizia, la guerriera del nord
lancia i suoi "Lupi nella tormenta" contro i <1000 artigli dell'aquila>,
dallo scontro risulta vincitore il colpo del sanzu, che colpisce in più
punti l'armatura di Edoné e lei stessa nelle parti scoperte, il
sanzu contiua a colpire, mentre ride follemente, la guerriera vede passare
davanti a se la sua vita, la sua diffidenza per gli uomini, che l'aveva
portata a vivere da sola con piccoli furti, fino a quando non ha conosciuto
i cavalieri d'oro ed i suoi compagni nella difesa di Asgard e ripensa alle
sue vittorie passate e cerca in se il suo spirito divino, trovandolo; allora
riesce ad allontanarsi dalla traiettoria di Shy e gli lancia nuovamente
contro i suoi "lupi nella tormenta", che stavolta risulta essere il colpo
più veloce, che abbatte il nemico, poi finito dai "denti dei lupi";
Joes allora viene liberato ed aiutato dalla ragazza ferita a giungere nell'angolo
dove sono i loro compagni.
Quarto avversario è un gigante dall'armatura verde con lunghi
capelli neri ed un elmo con un puma, che afferma: "Chi di voi combatterà
contro di me, Taga, sarà responsabile della morte del cavaliere
del sagittario", sentendo queste parole, Alen sale sul ring, pronto a salvare
il suo maestro.
Taga avvisa l'avversario: "Sappi che io sono certo di vincere, perché
la mia tecnica mi permette di riunire tutta l'energia del mio corpo in
una sfera che lancio contro il mio nemico" e poi attacca l'avversario con
la sua "Bomba verde" che colpisce in pieno Alen, il quale si salva solo
grazie all'armatura, ma viene scagliato contro il muro, perdendo molto
sangue,il cavaliere però non si perde d'animo e scatena contro il
nemico tutte e sei le bestie di Scylla, ma tutte e sei non hanno effetto
distruttivo, allora Alen, stremato e ferito, riflette su come battere il
nemico, e ricorda gli allenamenti di Pegasus riguardo a come attaccare
un nemico che sembra imbattibile e di come lui abbia raggiunto prima il
settimo senso ed ora debba trovare la strada per lo spirito divino, che
gli serve contro il nuovo nemico. Alen riesce a capire come colpire il
nemico, infatti, mentre Taga gli lancia contro la sua "bomba verde" che
però il cavaliere evita per avvicinarsi al nemico e colpirlo con
la sua "Libellula" e poi con il "Vampiro" con cui lo elimina, perché
riesce a capire come la sua difesa stia nel restare dietro la sua bomba
lungo tutto l'attacco. Dopo la vittoria, Pegasus viene liberato ed insieme
all'allievo raggiunge gli altri compagni.
Sale quindi sul ring un sanzu dall'armatura blu con i capelli del medesimo
colore e con un elmo a forma di airone, il quale si presenta come: "Savu,
attualmente responsabile della vita del cavaliere della vergine", dopo
alcuni secondi Lucres sale sul ring pronto a combattere.
Lucres inizia per primo l'attacco, con la sua "teca viola d'ametista",
ma Savu si pone in equilibrio sulle braccia e ruotando il ventre dilania
l'ametista con il movimento delle gambe, poi risistemandosi sulle gambe
muove dinnanzi a Lucres le sue mani, che producono nel cavaliere del nord
una sensazione di vertigine, che gli impedisce di stare in piedi, mentre
Savu lo colpisce con i suoi calci taglienti. Dopo averlo atterrato, Savu
dice a Lucres: "Hai appena visto la <ruota dei 100 piedi>, l'<illusione
dell'airone> e poi nuovamente la mia <ruota>", Lucres tenta di rialzarsi
pensando ai suoi sogni di gloria, quando ricorda le parole di Andromeda
negli unico discorso che il cavaliere d'oro gli aveva fatto: "Non si combattere
per essere lodati come degli eroi, ma per essere eroi. Non serve che qualcuno
decida che tu sia il migliore perché combatti" e da queste parole
capisce che la vera gloria non stà in chi ti esprime come combatti,
ma in come combatti, e trova in questa riflessione la via per percepire
il suo spirito divino.Lucres, ora forte del suo spirito divino, estrae
la sua spada d'ametista con cui attacca Savu che cerca di colpirlo con
la sua ruota, ma il sanzu lo evita per poi attaccarlo con un movimento
rotatorio della gamba destra che chiama: "Morte dall'airone" che però
non colpisce Lucres, che ampia tanto il suo cosmo da risvegliare le "Anime
della natura" che sono al di fuori del tempio e riescono ad entrarvi sfondando
il pavimento, sotto forma di radici che soffocano Savu. Morto il quinto
sanzu anche Andromeda viene liberato e portato dagli altri compagni.
Il prossimo sanzu a salire sul ring ha un'armatura viola, un elmo a
lupo e lunghi capelli viola, che avverte i cavalieri: "Siete rimasti in
7, chi vuole morire, dando così la morte al cavaliere dell'ariete,
per mano mia, Sayko padrone delle <lame taglienti>", Lair decide di
salire contro questo nuovo nemico. Lo scontro inizia con l'attacco del
snzu, che lancia le sue lame contro Lair, il quale cerca di evitarle con
il "crystal wall", per poi attaccare il nemico con la "metamorfosi", che
però influenza il sanzu, che si trova davanti a se l'immagine del
fratello, ma malgrado questo lo attacca con una "Tempesta di lame", cioé
un colpo molto più potente del precedente in cui le lame lanciate
non sono solo verticali ma anche orizzontali; Lair stavolta non riesce
a parare il colpo, ma mentre viene travolto dalla "tempesta di lame", ricorda
gli addestramenti con Kiki ed i suoi insegnamenti sulle capacità
della mente, che tutto può anche trovare lo spirito divino. Padrone
di questa certezza, ed ormai del suo spirito, Lair esce con la telecinesi
dalla "tempesta" ed attacca il nemico con la "Starlight extiction" con
cui lo elimina. Morto Sayko, Kiki viene liberato ed accompagnato da Lair
all'angolo dove sono tutti i cavalieri.
L'entità afferma quindi: "Avete battuto i sanzus più
deboli, ora combatterete contro i 4 sanzus maggiori e poi contro i due
comandanti, non fatevi incoraggiare dalle ferite di questi 4, sono il ricordo
della loro sottomissione ai due comandanti; eccovi il primo: Lio, terzo
comandante della prima armata", i cavalieri vedono in quel momento salire
sul ring un sanzu dall'armatura bianca con un elmo con un cigno e parecchie
cicatrici sul volto, "Da lui dipende il futuro del cavaliere del Capricorno"
conclude l'entità.
Ashes si fa avanti per combatterlo. Lio spicca un salto ed arriva di
fronte all'avversario muovendo le mani con cui crea dei fili che circonda
Ashes e lo legano tanto stretto da farlo sanguinare, il cavaliere del nord
è in balia del sanzu, quando rivede di fronte a se tutta la sua
vita, piena di vizi e scarsa di glorie, e la prima parte non gli dispiace,
ma è la mancanza di qualcosa di lodevole che lo irrita, ripensa
alle battaglie combattute ed a ciò che ha percepito nello scontro
con Api, e riesce a ritrovarlo in sé così da risvegliare
completamente il suo spirito divino. Fatto ciò riesce a bruciare
i fili che lo legano e scatena contro il nemico il "Caldo fuoco del meriggio"
ad una potenza tale da bruciargli l'armatura ed il corpo. Morto Lio anche
Axen viene liberato ed accompagnato dai suoi compagni.
Il sanzu seguente è un gigante con un occhio solo, che si presenta:
"Sono Koshi, terzo in comando nella seconda armata e responsabile della
vita del cavaliere dei pesci", sentito ciò Mira sale sul ring per
fronteggiare il nuovo nemico dall'armatura rossa con un orso sull'elmo.
Mira inizia a suonare il suo flauto, ma Koshi sembra non percepirne
l'effetto mentre le lancia contro la "pioggia di fuoco" che colpisce la
guerriera all'armatura senza provocarle gravi danni, ma pur sempre ferendola,
allora la ragazza continua il suo canto, che non ha effetto, quando le
vengono in mente le parole della sua insegnante: "Non sempre la musica
ti aiuterà a risolvere uno scontro, alcune volte dovrai fare a meno
del suono ed usare le tecniche più brute" e ricorda quindi gli allenamenti
con Mayil, trovando in se il suo spirito divino. Mira smette quindi di
suonare il flauto ed attacca l'avversario con un'onda di energia che incanala
attraverso lo stesso flauto colpendo l'avversario e frantumandogli l'elmo,
allora nota che le sue orecchie sono state mozzate, capisce quindi che
l'unico modo per batterlo con il suo flauto è suonare più
in profondità e riprende la sua "Melodia di requiem" che stavolta
lo colpisce dritto al cuore, eliminandolo. Morto Koshi, anche Mayil è
libera e viene accompagnata dai suoi compagni.
Prossimo a salire è colui che li ha accompagnati lì,
North dall'armatura arancione, il sanzu afferma: "Chi mi combatterà
sarà responsabile della morte del cavaliere d'oro della bilancia",
Maxor allora sale sul ring, memore di come Sirio l'avesse liberato dalla
prigionia.
Lo scontro inizia: Maxor lancia subito i suoi "occhi del drago" e North
viene colpito in pieno, ma senza riportare alcuna ferita, quindi è
il sanzu che attacca e lancia contro Maxor la sua "croce inclinata" che
dilania l'armatura del cavaliere del nord, formandovi una x di sopra; Maxor
lancia nuovamente il suo colpo con lo stesso effetto: nessuno e subisce
nuovamente il colpo di North, che stavolta lo prende alle gambe, facendolo
cadere, Maxor è più morto che vivo e ricorda le sensazioni
provate durante la schiavitù, poi nei momenti di libertà
e quindi le sue battaglie e specialmente quella recente contro Anubi in
cui ha percepito il suo spirito divino, scava in se e lo ritrova. North
lo riattacca, ma il guerriero del nord stavolta para il colpo ed attacca
con i suoi "cchi del drago" che però non hanno ancora effetto, allora
North afferma: "Sei un nobile avversario, ma ti servirebbe più tempo
per scoprire il segreto del mio corpo", Maxor ritenta con il suo colpo,
quando gli vengono in mente le parole di Sirio riguardo Orion il suo predecessore:
"Era un grande guerriero è morto per ciò in cui credeva e
che amava, era quasi invulnerabile aveva solo un punto debole:il cuore,che
teneva scoperto solo durante gli attacchi" allora Maxor scruta le difese
del nemico e poi, mentre North lancia la sua "croce inclinata" ne scruta
l'attacco e nota che lascia libero solo per un breve attimo il torace a
destra parallelamente al cuore, che però si trova a sinistra, allora
lancia contro l'avversario la "Spada di Odino", che ha l'effetto di far
infuriare North che riattacca con il suo colpo, Maxor allora si avvicina
a lui e pur venendo preso in pieno alla spalla destra, riesce ad urlare:
"Per Odino, ecco il mio nuovo colpo, nobile avversario, l' <artiglio
del drago>" e con la mano gli sfonda il ventre all'altezza del polmone
destro, lasciandolo cadere a terra morente,mentre muore, North, afferma:
"Degno avversario hai capito che la mia debolezza era a destra non altrove".
Morto North, Sirio viene liberato e sostenuto dal braccio sinistro di Maxor
fino all'angolo dove sono i loro compagni già liberi.
Sale quindi sul ring un sanzu cieco, con l'armatura dorata e i capelli
biondi il quale afferma: "Sono Namé, secondo comandante della seconda
armata e responsabile della vita del cavaliere dell'acquario, chi di voi
vuole sfidarmi?" Erik sale quindi sul ring per il prossimo incontro.
I due sono l'uno di fronte all'altro, Erik pronto ad attaccare e Namé
con le gambe unite e le braccia distese ai lati come per formare una croce;
il generale di Kraken attacca per primo con la "polvere di diamanti", che
però si scontra con uno scudo dorato, che non si vede, allora il
sanzu afferma: "Non hai visto il mio <scudo d'oro>? Bé spero
che ora vedrai almeno il mio <colpo della croce dorata>" e scatena un'energia
che parte come tanti dischi dal suo corpo e colpisce in pieno Erik, che
dopo essere caduto a terra si rialza e riattacca con l'"aurora del nord",
che viene nuovamente bloccata, dopo Namé lancia il suo secondo attacco
e colpisce nuovamente Erik, che stavolta prima di rialzarsi, ripensa agli
addestramenti nelle terre siberiane ed ai consigli di Crystal su come utilizzare
il suo cosmo e tutte le sue capacità cercando in se il controllo
di tutti i sensi e del suo spirito, cosa che ora gli appare chiara, non
altrettanto, però il modo per battere le difese del nemico, ma ricorda
anche ciò che ha visto fare al suo maestro: il "sacro acquarius".
Erik si alza e si mette nella posizione per lanciare il colpo sacro, Crystal
vede tutto dalla sua cella ed è stupefatto, mentre il suo allievo
lancia il suo colpo migliore contro il nemico, congelando il suo scudo
dorato e riducendolo in pezzi, allora Namé sembra disorientato,
rilancia il suo colpo offensivo, ma stavolta Erik si difende con i "Cerchi
di ghiaccio" che poi lancia contro l'avversario congelandolo, per poi finirlo
con la "polvere di diamanti". Morto Namé, Crystal è libero
e può congratularsi con il suo allievo mentre questo lo accompagna
al loro angolo.
L'entità allora si fa nuovamente sentire: "Siete più
bravi di quanto pensavamo, ma ora dovrete affrontare i nostri due comandanti
Ryu & Khan", i due escono dall'ombra: hanno entrambi un'armatura nera,
ma uno ha un elmo di drago. l'altro di tigre. E' proprio quest'ultimo a
farsi avanti dicendo che lui è: "Responsabile per il cavaliere dei
gemelli", allora Joear sale sul ring.
Lo scontro inizia, Joear attacca con i suoi "Bianchi artigli della
tigre", che si scontrano con gli "Artigli oscuri" di Khan, ambedue sono
colpiti, ma Khan non sembra risentire delle ferite al contrario dell'avversario,
poi Khan riattacca e colpisce il nemico nuovamente, Joear è preso
in pieno e cade a terra, ma nel rialzarsi ricorda le parole di Alcor: "C'é
un motivo per cui tu non hai una tua ombra, perché non devi completarti.
Io e mio fratello ci completavamo incosapevolmente; l'ho capito troppo
tardi, mentre lui stava morendo, e non ho potuto vivere con il suo affetto,
se non per pochi minuti", ripensa anche alle battaglie ed ai momenti piacevoli
vissuti, quindi si rialza e ricorda che secondo Alcor al cavaliere della
tigre è concesso anche il controllo delle energie fredde di Asgard,
allora scruta in se e trova il suo spirito divino insieme a questa capacità
di controllo. Khan intanto lo riattacca, ma stavolta Joear evita il colpo
ed avvisa il nemico: "Preparati comandante a ricevere il <ghiaccio eterno
di Asgard>" e lancia una sfera di energia fredda che colpisce in pieno
il nemico congelandolo ed uccidendolo per assideramento. Morto Khan, Alcor
viene liberato e mentre Joear lo accompagna nel loro angolo gli dice: "Bravo,
ma mio fratello lo chiamava semplicemente <per i ghiacci eterni> quel
colpo".
Ultimo comandante a salire è Ryu, il drago, pari di Khan, la
tigre, e responsabile del "Futuro del cavaliere del leone" afferma; contro
di lui si fa avanti Josef.
Lo scontro inizia, Josef lo attacca subito con il "Fantasma diabolico";
Ryu si vede in un nirvana di sofferenze, ma nella realtà ciò
non ha alcun effetto infatti il comandante afferma: "Bel colpo, ma non
puoi spavantare chi ha rinunciato alle sensazioni di questo mondo per andare
in collegamento con il suo mantra ed essere così capace di utilizzare
il <soffio del drago>", detto ciò muove le mani ad una distanza
tale da non poter toccare Josef, che però dopo alcuni secondi cade
a terra indolenzito, mentre il suo corpo inizia a sanguinare, il comandante
allora continua: "Ho visto come combattete, voi non avete un totale controllo
del vostro mantra, il mio mi permette di liberare un'energia che distrugge
un corpo internamente senza bisogno di contatti, e tu non puoi usare il
tuo <fantasmino>, perché non ha effetto, nè spedirmi nell'altra
dimensione, perché non sarei morto, né hai un colpo così
potente da uccidermi, oppure è vero il contrario?" detto ciò
muove ancora la mano facendo sanguinare il petto del cavaliere, che tenta
di usare la "coda del pavone", colpo che però si rivela debole contro
l'avversario, Josef viene nuovamente colpito dal colpo di Ryu, che gli
ferisce la mano destra, quindi come già visto fare ai suoi compagni,
scruta dentro di se e ricorda gli addestramenti con Phoenix, come lui gli
parlasse delle sue battaglie e del padre che Josef non aveva mai conosciuto,
allora il cavaliere scruta in se e trova nel suo spirito qualcosa di potente,
i suoi capelli si colorano di azzurro, il suo cosmo si ampia, mentre si
rialza ed avvisa il suo nemico che presto proverà: l' "esplosione
galattica", che scatena contro Ryu, che muore dicendo: "Come può
essere?". Ora anche Phoenix è libero e Josef lo accompagna all'angolo
dei cavalieri, mentre Phoenix gli dice: "Con i capelli azzurri e quell'armatura
sembri tuo padre", parole che a Josef appaiono strane.
L'entità si alza dal suo trono, ampia il suo cosmo e si divide
in tre corpi: uno di donna con 4 braccia, uno di uomo con un corpo statuario
e tante collane ed il terzo di un uomo con la testa calva ed una sciabola
in mano, i tre dicono coralmente: "Noi siamo le personificazioni della
grande entità con che avete ascoltato finora, Brahma, siamo Kalì
la dea a più braccia; siamo Shiva il dio dei morti e siamo Visnù
somma rappresentazione del Brahma. Voi avete osato combattere contro gli
dei, 5 di voi hanno battuto da soli i guerrieri di ben 7 divinità
diverse del vostro credo e poi voi cavalieri d'oro avete ucciso i vostri
stessi dei, per combattere tutti insieme contro gli dei delle altre
zone, ma ora noi vi fermeremo, date anche le vostre varie ferite".
Pegasus si guarda intorno e nota che riguardo le ferite hanno ragione,
i cavalieri del nord sono tutti feriti: Emahor ha una grande ferita sulla
schiena, Edoné ha varie ferite sul corpo, Ashes ha anche alcune
ferite sul corpo,
Lucres ha anche delle ferite sul corpo, Joear ha diversi tagli e Maxor
è incapace di usare il braccio destro. Anche i nuovi generali dei
mari sono feriti: Cassios ha diverse bruciature, il suo allievo Alen perde
molto sangue, Lair ha vari tagli sul corpo, Erik ha anche parecchie bruciature,
Mira pure e Josef perde molto sangue. Allora il cavaliere d'oro si alza
e dice ai suoi compagni: "Amici, sembra che dobbiamo nuovamente combattere,
uniamo le nostre forze per la giustizia e per ricompensare questi nostri
compagni che hanno rischiato la vita per noi", detto ciò i cavalieri
d'oro si alzano e si avvicinano alle divinità, Sirio afferma: "Nessuno
di noi potrebbe da solo, ora come ora, battere uno di loro, ma se uniamo
le forze", mentre stà parlando Shiva inizia a ballere e la sala
inizia a muoversi, Alcor, Joes, Axen e Mayil cadono in una sala sotterranea;
Kalì apre le mani ed un fascio di energia crea un vuoto intorno
a Kiki, Zalon, Andromeda ed Antar; Visnù, invece, indica agli altri
4 cavalieri una sala lì vicino dove combattere.
Kalì attacca i 4 con fasci di energia, nessuno di loro riesce
a parare i colpi, anche perché i colpi di Kiki e Zalon sono inutili
qui, mentre Antar non riesce ad essere efficace con le sue cuspidi, Andromeda
invece non si sente in forza per attaccare, ma poi Kalì afferma:
"Ora voi morirete per mano di Kalì" e mostra un volto orribile,
tutti e quattro si disgustano per questo volto e decidono di attaccare
insieme con i loro colpi sacri, il "sacro scorpio" ed il "sacro virgo"
riescono ad aprire il varco per la dimensione reale, mentre il "sacro aries"
ed il "sacro taurus" finiscono la dea.
Shiva, intanto, con il suo ballo scuote la terra e colpisce i cavalieri,
che vengono sbattuti da una parte all'altra della sala, finché Mayil
non inizia il suo "canto della sirena", che stordisce la divinità,
che viene quindi attaccata contemporaneamente dal "sacro gemini" e dal
"sacro capricorn", per essere poi finito dal "sacro cancer".
Visnù con la sua sciabola colpisce i cavalieri d'oro, ma le
loro armature reggono i colpi, soprattutto Sirio regge, tanto da riuscire
a spostare il dio al centro della sala, dove viene colpito contemporaneamente
dal "sacro sagitter", dal "sacro libra", dal "sacro acquarius" e dal "sacro
leo", morendo.
Morti i tre dei, i cavalieri possono far ritorno a grande tempio sulla
loro nave.
Una volta arrivati i cavalieri hanno il tempo di riposarsi, ma mentre
questo accade, lady Isabel è preoccupata dalla fine di quasi tutte
le divinità.