Ho deciso di scrivere
una breve fanfic sulla SALA DELLE ARMATURE, di cui parla Arles a Gigas
in uno degli episodi del Grande Tempio.
Questa sala non è
mai stata rappresentata e io ho deciso di farlo in modo schematico, anche
se con un esito alquanto scarso… Se qualcuno avesse voglia di rirappresentarla
si faccia sentire… ^_^
Delle precisazioni: la
disposizione della Sala qui rappresentata è successiva alla Serie
di Ades. Ho lasciato un po’ sul vago la situazione dopo la battaglia con
Ades per non scontrarmi apertamente con le numerose fanfics scritte. Ho
inserito anche svariati riferimenti agli Oav, benché vi siano delle
discordanze con l’anime, perché ritengo che anche gli Oav siano
a pieno titolo parte integrante del mondo dei Cdz.
LA
SALA DELLE ARMATURE
Prologo
La ragazza si trovava di
fronte ad un enorme porta di bronzo:
Sulle due ante vi erano
rappresentate numerose scene tratte dal mito greco… Con le sue mani sfiorò
i bassorilievi e si soffermò su uno in particolare…un’unicorno che
sfrecciava in mezzo a dei prati verdi…
La porta si aprì
da sola.
Fu sconvolta da un intenso
potere che proveniva dall’interno, oltre la soglia della porta… un potere
che avrebbe potuto portare alla rovina intere stelle… un potere che risaliva
all’epoca del mito… il potere delle 88 costellazioni del cielo…
Il
Primo Salone
Atena varcò la soglia
e la porta di bronzo si richiuse subito dietro di lei con un forte fragore.
L’ambiente era illuminato in modo diffuso, ma nessuna luce illuminava la
stanza. Ad illuminarla erano i cosmi che emanavano le armature disposte
lungo i muri del salone… il Primo Salone… il Salone delle Armature di Bronzo!
Molte di quelle armature
avevano tuttora dei custodi, molte invece non ne avevano da secoli…
Lo sguardo di Atena si
posò sulle prime cinque armature disposte immediatamente alla sua
destra: l’armatura dell’Orsa Minore, dell’Unicorno, dell’Idra, del Leone
Minore e del Lupo. La sua mente andò indietro nel tempo… si ricordò
della Guerra Galattica e di come era diversa in quel periodo… quando ancora
non era cosciente del suo destino… ricordò di come aveva radunato
i dieci orfanelli della fondazione, che dopo anni di addestramento erano
divenuti Cavalieri. Ricordò le lunghe ore passate ai piedi della
I Casa dello Zodiaco riversa al suolo con una freccia dorata piantata sul
petto e di come i cinque Cavalieri di bronzo l’avessero protetta dagli
sgherri di Arles…
Con un sorriso sul volto
proseguì attraversando il Salone…
Si fermò a metà…
Al centro del Salone si ergevano due piccole sale a semicerchio…
La prima sala, posta
a sinistra della Dea, era la Sala delle Armature d’Acciaio…
Il pensiero di Atena
andò a suo nonno, Alman di Thule e di come avesse deciso di ricostruire,
grazie alla tecnologia moderna, le uniche tre armature, tra le 88, andate
completamente distrutte nelle precedenti guerre. Di loro non era rimasto
nemmeno un granello, ma suo nonno, grazie al Professore Righel, le aveva
ricostruite in metallo cercando di renderle adatte alle condizioni più
estreme… L’unico difetto era che non potevano trarre potere dal cosmo delle
relative costellazioni stellari, ma Atena sapeva che queste comunque proteggevano
i tre Cavalieri d’Acciaio…
La sala a sinistra era
la Sala delle Armature dei Caraibi…
Tisifone le aveva parlato
di Morgana del Serpente, sua sorella e sua maestra, di come per la sua
ferocia era stata esiliata da Atene verso il mare dei Caraibi… Le tre armature
dei suoi seguaci erano interamente costituite da squame che le rendevano
perfette nei combattimenti in acqua…
La Dea proseguì
lungo il Salone fino all’enorme porta d’Argento posta in fondo.
Il suo sguardo andò
un attimo sull’ultima armatura posta alla sua destra, l’Armatura del Camaleonte…
le venne in mente il momento della partenza verso il Grande Tempio quando
Shun aveva tardato a causa di quella sacerdotessa dell’Isola di Andromeda…
In quel momento ancora non sapevano quali fatiche avrebbero dovuto superare
ad Atene…
Ritornò poi in
sé… si concentrò sull’enorme porta, che subito si aprì.
Il
Secondo Salone
Il Salone era lungo come
il precedente. Ai suoi lati vi erano disposte le 24 Armature d’Argento…
Le prime erano le Armature
dell’Ofiuco e dell’Aquila, a lei molto care. Le due sacerdotesse che tuttora
le indossavano avevano più volte dato prova del loro coraggio e
della loro lealtà ad Atena.
Però molti dei Cavalieri che avevano indossato
quelle vestigia le erano stati ostili, o perché soggiogati dalla
mente di Arles, o perché attratti da un ritorno alla vita, anche
se al servizio di una dea malvagia come Eris, la Dea della Discordia.
Il suo ricordo andò
a Babel del Centauro e a Serian di Orione. Il primo era stato completamente
soggiogato dal Grande Sacerdote, privato di qualsiasi volontà. Solo
il suo intervento aveva portato pace a quell’uomo… Il secondo era uno tra
i più forti cavalieri d’Argento esistiti, ma aveva consapevolmente
venduto la sua anima al male…
Era stata lunga la ricerca
di quelle armature… Gran parte erano andate distrutte ed erano rimaste
dove il suo ultimo proprietario era decaduto, ma alla fine erano state
tutte ritrovate e ricostruite come nuove dal nuovo Cavaliere della I Casa.
Si fermò al centro
del Salone davanti all’Armatura della Lira. Seiya e Shun le avevano parlato
di Orfeo e di come avesse combattuto con onore contro Ades, il Dio dell’Aldilà.
Diede un rapido sguardo
alle Armature della Freccia e del Corvo…
Non avrebbe mai dimenticato
quei due momenti… due momenti cruciali… il volo lungo il dirupo con Seiya
nelle montagne attorno a Nuova Luxor e la freccia dorata che le trafisse
il petto ai piedi del Grande Tempio. Come avrebbe potuto dimenticarli?
Sarebbero sempre rimasti impressi in lei…
Arrivò alla fine
del Salone. Si soffermò un attimo sull’ultima Armatura alla sua
destra… l’Armatura di Cefeo. Onorò il Cavaliere, maestro di Shun,
che aveva valorosamente combattuto per lei contro i cavalieri d’Oro all’Isola
di Andromeda in nome di Atena e della giustizia.
Poi si concentrò
su ciò che era davanti a lei… un’enorme porta d’Oro con dodici bassorilievi.
Al centro delle due ante
della porta due stelle… il Sole e la Stella Polare…
Il
Terzo Salone
Quando Atena entrò
nel Terzo Salone fu inondata da un enorme potere che l’avvolse in tutto
il suo ardore… sentì il suo corpo mortale sussultare…
Rispose con il suo cosmo
ai dodici cosmi che le erano venuti incontro.
Le 12 Armature d’Oro
era disposte lungo il muro del Salone… C’erano tutte: anche le cinque armature
distrutte nell’Elisio. Erano state le prime ad essere state recuperate
dopo lo scontro con Ades. E non era stato neanche tanto difficile, essendo
l’Aldilà totalmente in subbuglio dopo la sconfitta del suo Dio.
Ma la loro ricostruzione non era stata così tanto facile e aveva
richiesto un durissimo sforzo da parte del Cavaliere di Ariete. Ma ora
erano tutte lì… pronte per difendere il Grande Tempio di Atene.
Il suo sguardo si fermò
sulla seconda armatura posta alla sua sinistra: l’Armatura dei Gemelli.
La sua mente andò
indietro nel tempo, al ricordo di due persone, di due gemelli.
Due gemelli che erano
stati la causa principale di numerose battaglie. Arles… Saga… Kanon!
Due persone che però
avevano riscattato il loro malvagio operato riconvertendosi ad Atena e
lottando per lei contro Apollo e contro Ades. Due persone che però
erano morte in questo intento…
La Dea arrivò
al centro del Salone: come nel primo, anche in questo vi erano due sale
poste a semicerchio, al centro di esso. Da una veniva un estremo freddo,
che giungeva dall’estremo Nord, dalle gelide terre di Asgard, pur essendo
vuota, dall’altra un caldo atroce… era come essere dentro ad un fuoco eterno…
La prima Sala, posta
alla sua sinistra, era la Sala dell’Orsa Maggiore, rappresentata dalla
Stella Polare, indicante l’estremo Nord. Nei tempi del mito Atena fece
dono dell’Armatura dell’Orsa Maggiore ad Odino, Dio del Nord, come simbolo
di alleanza con lui. Odino, dal canto suo, modellò questa armatura
creando le 8 Armature del Nord, una per ogni stella della costellazione
dell’Orsa Maggiore. Ognuna rappresentava un mito dell’estremo Nord, ognuno
aveva incastonato uno zaffiro rappresentante il potere del Dio Odino. Tutte
tranne una: l’Armatura della Stella Alcor, speculare della Stella Mizar.
Le 8 Armature dovevano fiancheggiare le 5 Armature del Walhalla, edificate
dal Dio Odino a protezione del suo palazzo.
Ma la sala era vuota…
le 8 Armature del Nord non erano ad Atene, ma ad Asgard dove governava
Hilda, la Celebrante di Odino. Atena avrebbe però mantenuto intatta
questa sala, come era fin dai tempi del mito, perché anch’essa rappresentava
una costellazione del firmamento…
Il ricordo della Dea
andò alle due battaglie rivolte verso Asgard… contro Balder, malvagio
Celebrante di Odino annebbiato dal potere, e contro l’Anello del Nibelungo,
di cui era rimasta schiava, per volontà di Nettuno, Hilda, Celebrante
successiva a Balder.
Quanto sangue versato…
quanti morti per la giustizia sulla Terra!
La Dea abbandonò
la sala per dirigersi nella sala opposta, la Sala della Corona, rappresentata
dal Sole e circondata da un eterno fuoco ardente. Le 3 Armature poste nella
sala erano infatti le Armature Divine del Dio Apollo, il Dio del Sole e
suo fratello… Lo stesso Apollo aveva fabbricato queste armature con il
fuoco solare, per proteggere lui e sua sorella Atena. Ma Apollo non aveva
creduto alla bontà degli umani che Atena difendeva… i due dei si
erano scontrati e i cavalieri di Atena avevano avuto la meglio…
Atena andò al
ricordo di suo fratello, quel Dio che amava e che temeva allo stesso tempo.
La Dea aveva fatto recuperare le 3 Armature della Corona dalle macerie
del Tempio di Apollo, poco distante da quello di Atena, e le aveva poste
assieme alle altre armature del firmamento perché ne facevano comunque
parte… Anche se l’aveva combattuto, Atena amava suo fratello…
La Dea abbandonò
il caldo della sala, per tornare nel Salone delle Armature d’Oro.
Onorò l’Armatura
della Bilancia, che per numerosi anni aveva visto nel Maestro dei Cinque
Picchi, il suo legittimo proprietario., un cavaliere che aveva combattuto
per Atena in ben due Guerre Sacre e che aveva più volte aiutato
Sirio nelle sue battaglie.
Proseguì… e si
fermò di fronte all’Armatura del Sagittario che tempo addietro era
stata causa di lotte e morti… l’armatura che aveva il compito di guidare
tutte le altre Armature d’Oro conducendole alla vittoria… l’armatura di
Micene, colui senza il quale Atena non avrebbe potuto essere lì
in quel momento. La freccia dell’armatura sembrava in una posizione di
attesa, come se stesse per aspettare nuovi pericoli… Come Atena, sapeva
che le battaglie non erano ancora finite, che nuovi nemici si stavano profilando
all’orizzonte…
Atena diede un ultimo
saluto alla cara armatura per dirigersi poi verso il fondo del Salone.
Vi era una enorme porta
intarsiata in bronzo, argento e oro… Quella parte era stata da poco edificata
a differenza del resto dell’edificio. Sulla porta cinque figure sembravano
salutare la Dea… un cavallo alato, un drago, un cigno, una donna incatenata
e una fenice.
L’Ultimo
Salone
La porta si aprì
e la Dea entrò. Nella sala brillavano cinque cosmi molto potenti
provenienti dalle 5 armature poste a semicerchio… I cosmi sembravano abbracciare
quello della Dea e fondersi con esso in un unico cosmo… del resto quelle
Armature erano parte di Atena.
La Dea andò al
ricordo delle 12 case dello Zodiaco e delle numerose battaglie che cinque
cavalieri avevano intrapreso per la sua salvezza e per la giustizia nel
mondo. Ricordò gli scontri contro Eris, Balder, Hilda, Nettuno,
Apollo, Lucifero e Ades e di come quei cinque cavalieri l’avessero ripetutamente
salvata combattendo non solo per lei, ma anche per l’intera umanità,
in nome di ideali giusti e nobili.
Atena aveva poi fatto
loro dono di se stessa, donando il suo sangue, il sangue di una Dea…
Da quel momento le 5
Armature di Bronzo che indossavano erano divenute delle Armature Divine,
dotate di meravigliosi poteri.
Un pensiero speciale
andò a Seiya, il suo preferito, che senza il suo aiuto, non sarebbe
mai più potuto tornare dall’Aldilà al mondo della luce…
Ora però dopo
un periodo di pausa, Atena sapeva che la sua Terra era ancora in pericolo,
che presto avrebbe dovuto affrontare un nuovo nemico. Le erano rimasti
però solo pochi Cavalieri a sua difesa. Molte di quelle Armature
non avevano più un padrone e le case dello Zodiaco, dopo la scomparsa
dei 12 Cavalieri d’Oro, erano rimaste quasi tutte incustodite. Come anni
prima aveva fatto Sion dell’Ariete, avrebbe dovuto ricreare, grazie all’aiuto
di Seiya, Sirio, Shun, Hyoga, Ikki e agli altri cavalieri minori, un nuovo
gruppo di Cavalieri a difesa di Atene.
Per salvare la Terra… per
la Giustizia.