LE SEI SCIE DI LUCE
- Veloce, saint. non abbiamo molto tempo. E adesso
perché ti sei fermato di scatto ? -
- Un cosmo è scomparso. Veniva dl nuraghe
delle Nebbie. Credo proprio fosse quello di Gian. -
- Ne sei certo ? -
- Sì. Se così fosse, se Gian era
il più forte ed è stato sconfitto, allora siamo a buon punto.
Non restare lì impalato a fissarmi, corri, dannazione. -
- Ma senti chi parla. Almeno due sfere sono state
eliminate. Ne restano altre quattro. -
- E in meno di un’ora non ci saranno più
neanche quelle. Muoviti! Prima però dimmi: Ha delle particolarità
l’avversario che ci accingiamo ad affrontare ? -
- Gian delle Nebbie è un avversario tenace.
E’ in grado di assumere forme diverse e diversi aspetti. Le sue allucinazioni
sono talmente reali che riescono persino a ferire. Inoltre è in
grado di aprire la porta verso una dimensione parallela dove la notte regna
incontrastata. -
Shiryu si fermò. - Una dimensione senza
luce ? -
- Perché ti sei fermato ? -
- Che aspetto ha questo Gian ? -
- Ha capelli blu scuro e una voce molto profonda.
Sembra quasi che sia un demone che cammina. Una volta ha usato contro di
me il suo colpo migliore. Disegna un triangolo in aria e ti manda in una
dimensione senza luce. -
- Kanon Dragone del Mare ? -
- E’ il nome del demone ? Kanon ? -
- Non è un demone. E’ colui che liberò
Nettuno dall’Anfora di Atena, sua prigione dai tempi del mito, e che divenne
il capo dei Generali degli Abissi. Io non l’ho mai incontrato, ma conosco
una persona che lo ha combattuto e mi ha spiegato la sua tecnica. -
- Potrebbe tornarci utile, rinfrescati la memoria.
Siamo arrivati. - indicò davanti a sé - quello è il
nuraghe delle Nebbie. -
Entrarono correndo ma si fermarono subito dopo
essere entrati. Vulcano si guardò intorno cercando il piccolo altare
cilindrico dove deve poggiare la sfera. - Non vedo la sfera delle Nebbie.
-
- Come sarebbe a dire non c’è ? E’ impossibile!
Non è possibile spostarla. L’unica soluzione possibile è
che l’abbiano già distrutta. -
- E’ tutto tempo guadagnato, allora. Dirigiamoci
verso quello delle Coste. Se Shun non è in vena di combattere, sarà
meglio salvarlo. -
- D’accordo. - i due furono attirati da un rantolo
che proveniva dall’esterno dell’edificio. Uscirono e si ritrovarono davanti
Seiya, sporco di sangue, che cercava di trascinarci con le mani verso un’altra
sfera.
- Seiya, ma che diavolo ti è saltato in
mente di lasciare l’ospedale nelle tue condizioni ? Avanti, dammi una mano
a trascinarlo via. E’ svenuto, ma continua a cercare di andare avanti.
-
- Sicuro che sia un buona idea portarlo con noi
? Può tornarci utile soltanto come asciugamano per il sudore. -
- Ha migliaia di risorse. Sono sicuro che si
potrà rimettere in pochissimo tempo. -
- La tua fiducia in questo ragazzo è giustificata
? -
- Più che giustificata. -
I due videro Shun che si avvicinava a loro, stava
e urlando per attirare l’attenzione. - Ehi!!!… Shiryu! -
- E’ Shun. Ha distrutto la sfera delle Coste.
-
- Shiryu… Sei vivo. Chi è quello ? -
- E’ il vero spirito dei vulcani. Dei demoni
hanno preso il loro posto e loro sono stati rinchiusi nelle sfere. -
- Ah, ho capito. - dietro la schiena di Shiryu
notò Vulcano che reggeva Seiya - Seiya, ma che gli è successo
? -
- Ha sconfitto Gian e la sfera. -
- Perfetto. Lasciatelo qui e correte avanti.
Io rimarrò qui a curarlo. Non appena sarà in grado di camminare,
vi raggiungeremo. Sdraialo qui. -
- Va bene, Shun. Mi fido di te. -
- Non vi deluderò. -
Shiryu annuì e fece un cenno a Vulcano,
invitandolo a seguirlo.
Shun rimase vicino a Seiya e lo mise quasi seduto
- Ora come ora sono l’unico a poterlo fare. Seiya, puoi stare sicuro che
ti salverò, dandoti una parte del mio cosmo. Riprenditi presto.
Ci sei indispensabile. - il cosmo di Andromeda si intensificò man
mano che il saint si concentrava, ad un certo punto parte delle sue energie
si trasferirono dal suo cosmo a quello di Seiya.
- Non ti sei ancora stancata di prenderle, sorella
? -
- No, Tisifone. Non ti lascerò distruggere
la sfera delle coste, scordatelo. -
- Non ti sei ancora stancata. Cobra Incantatore!
- Sirena era appoggiata alla sfera e dava la schiena alla sorella. I colpi
di Tisifone erano tremendi, e le stavano man mano lacerando le vesti.
- Cedi il passo. Te lo dico per l’ultima volta!
-
- Uccidimi. In vita non lo farò mai. -
Una cosa che non voleva fare era ucciderla. Sirena
le stava sbarrando il passo, ma era pur sempre sua sorella. Sirena ad un
certo punto si lasciò andare e cadde in terra inerte. Tisifone le
andò incontro e, tastandole il polso si accorse che era svenuta.
- Per fortuna hai perso i sensi, Megera. Sia lodato il cielo. Adesso a
noi, sfera. - Tisifone si mise in guardia e scagliò il suo colpo
migliore, sfondando la sfera. Da questa si liberò una colonna di
luce color ocra. La sua luminosità era abbagliante e quasi opprimente.
Anche i cocci delle altre sfere distrutte iniziarono a brillare e a connettersi
in altre colonne di luce, che uscirono poi dai buchi del soffitto per unirsi
al centro, curvando verso l’interno del castello. Una colonna rossa uscì
dal nuraghe dei Vulcani, una colonna ocra uscì dal nuraghe delle
Coste ed una colonna grigia da quello delle Nebbie. Tisifone prese in spalla
Megera e decise di andare per prima cosa nel nuraghe delle Acque.
- Ehi, Shiryu. Guarda! Tre colonne di luce sono
fuoriuscite da tre nuraghe. -
- Che significa ? E’ una cosa buona ? -
- Vuol dire che tre sfere sono state distrutte.
da tre in poi quelle scie faranno evaporare il muro perimetrale e noi potremo
accedere alle stanze di Giano. -
- Perfetto. Adesso prenderemo anche la quarta
sfera e poi, se servirà, daremo una mano a Hyoga al nuraghe delle
Grandi Montagne. -
- Una mano gliela darò io. Dopo avervele
staccate. - una palla di energia azzurra esplose davanti ai due, sbalzandoli
da terra e sbattendoli da una parte. -
- Non capisco il motivo per il quale siate arrivati
fin qui, ma di sicuro dev’essere perché gli altri devono essere
crollati dal sonno. - una grande silhouette nera si stagliò contro
il sole che stava calando verso ovest. - Cedi il passo, Tiber, o sarò
costretto a rompere il mio martello sulla tua testa di rapa. -
- Tu cerchi la rissa, Vulcano. E l’hai trovata.
Lasciamo perdere quella lucertola verdognola e regoliamo i nostri conti.
-
< Hmm… Shiryu è svenuto. Meglio lasciare
che si riprenda impegnando Tiber il più a lungo possibile. > - Vieni
avanti e fatti otto. -
- Bene, bene. Adesso vedrai come la mia acqua
spegnerà il tuo fuoco come un’innocua candela. - alzò le
mani sopra la testa con i palmi aperti e rivolti verso l’alto. Catalizzò
abbastanza energia per scagliare due sfere azzurre, come quella che aveva
tramortito Dragone poco tempo prima. - Saetta del Tevere! - lanciò
prima una sfera e poi l’altra, che Vulcano respinse abilmente prendendole
a martellate. Vulcano passò immediatamente al contrattacco, facendo
vorticosamente roteare sopra la sua testa il martello in tufo e trasformandolo
in un vortice di fuoco luminoso, che scagliò con l’impeto di una
forza inarrestabile - Ventaglio Vesuviano! - il martello infuocato
mancò il bersaglio per un soffio, ma poi tornò indietro nella
ferma presa di Vulcano.
- Mi sembri giù di forma. Meglio che ti
faccia allenare ancora un po’. Respiro dello Stige! - lanciò dalle
sue mani unite un forte getto di acqua nera che avvolse Vulcano e gli impedirono
di muoversi. Cercò di liberarsi da quella presa, ma non fu in grado
di fare nulla.
- Sei troppo debole. Non credevo che uno come
te si arrugginisse così tanto, a stare chiuso in una sfera. – notò
però che il cosmo dell’avversario si stava intensificando, fino
poi a fare evaporare l’acqua che lo teneva bloccato. - Ma pare anche che
ti abbia sottovalutato. Ci sarà più gusto ad ucciderti. -
- Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo
ucciso. Ora tocca a me. - mise davanti al suo volto nascosto da una maschera
di metallo il pesante martello, lo tenne saldamente alla base con la mano
destra e lo lasciò cadere all’indietro e bloccandolo con la mano
sinistra per non farselo cadere in testa. Farfugliò parole senza
senso, ma che ben presto si rivelò essere un incantesimo per guadagnare
forza e capacità guerriere. - Esiste una fascia nel sud dell’Oceano
Pacifico, chiamata Cintura di fuoco, sulla quale sono allineati tutti i
maggiori vulcani del mondo. Se dovessero eruttare tutti insieme, l’intero
mondo salterebbe in aria senza via di scampo. Questo è il mio colpo
finale. Esplosione della Cintura! - con uno scatto secco prese in mano
il martello, che era ormai diventato una sorgente di luce intensa e caldissima.
La pesante arma si abbatté al suolo, causando una crepa che si diresse
verso Tiber, una crepa che si allargava sempre di più, fino a quando
diventò una voragine dalla quale fuoriuscivano fiamme altissime
e colonne di fuoco che proiettarono Tiber in aria. Vulcano scaricò
un’enorme parte della sua energia nella sua arma e la lanciò con
uno slancio da sinistra verso destra. Centrò Tiber allo sterno,
fracassandoglielo, e poi tornò indietro come un boomerang, sfondandogli
il cranio, riducendolo in una poltiglia. La terra lo inghiottì e
si richiuse dietro di lui. Vulcano riprese saldamente in mano la sua arma.
- Sei stata grande. Era da molto che non usavo quel colpo, e spero di non
usarlo più. - Guardò il rosso e grande sole che stava calando
all’orizzonte. - Accidenti. Altre due sfere da distruggere ed il sole è
basso. Ma quanto ci mette quello alla casa delle Grandi Montagne ? - distrusse
con un colpo solo la sfera e una colonna azzurra come un sereno cielo d’Aprile
salì verso la volta celeste e si unì curvando si unì
agli altri, nel momento stesso in cui arrivò l’ultima scia, quella
bianca delle montagne. Shiryu rinvenne nel momento in cui il muro sparì
e i due poterono entrare indisturbati verso il giardino del castello. -
Il muro ha ceduto. La via è libera. -
Shiryu si rimise in piedi e si incamminò
verso la loro meta. Si sentì chiamare prima da Shun e Seiya, poi
anche da due donne, una che riconobbe come Tisifone, l’altra che aveva
come arma una catena, identica a quella di Shun. Si riunirono tutti e poi
partirono, anche se all’appello mancava ancora Hyoga. - Ma perché
Hyoga ci ha messo tanto ? Il suo cosmo è inalterato da come lo abbiamo
lasciato. Che diavolo sta facendo ? -
- Non c’è tempo per scoprirlo. Andiamo,
lo recupereremo più tardi. -
- Anche Phoenix non si è ancora fatto
vedere. -
- Mio fratello arriverà, Tisifone. Non
perde mai occasione di sfidare avversari degni di lui. Inoltre la fenice
appare sempre quando al mondo esiste l’ingiustizia che minaccia il mondo.
-
- Speriamo sia così. Mettiamoci in cammino.
- suggerì Vulcano, con un gesto della testa.
- I tuoi paladini sono davvero potenti. Ma non
servirà contro le ondate dei miei soldati scelti. -
- Se nulla hanno potuto i tuoi migliori guerrieri,
nulla potranno i tuoi poveri soldatini contro di loro. -
- Sono cambiato dall’ultimo nostro incontro.
Ho sviluppato le mie risorse e sono più potente che mai. Se mai
arrivassero fin qui, non avranno l’energia necessaria nemmeno per far scivolare
la sfera nella quale tu sei racchiusa di un centimetro. Rassegnati. Solo
tu potresti sconfiggermi, e tu non puoi muovere nemmeno un dito. -
Saori non rispose.
- Non rispondi, eh ? Riconosci la tua sconfitta,
dunque. - ancora Giano non ebbe risposta - Pare di sì… Perché
sei stata così crudele con me ? Avremmo potuto governare insieme
come signori incontrastati nei secoli. E invece mi hai sbattuto da una
parte come uno straccio. Perché, Atena ? -
- Perché non imponi una legge giusta ed
equa. La tua è la legge della spada e non quella reale. La legge
non è di chi è più forte, ma di chi è giusto.
-
- Dunque è questo il tuo parere. Grazie
di avermelo spiegato. - Attraverso la sfera viola e bianca che racchiudeva
al suo interno Saori Kido comandò di attaccare tutti i saint che
avrebbero tentato di passare attraverso il castello. - Vediamo se la fiducia
che riponi in quei ragazzini è ben fondata, oltre che radicata.
-
< Ragazzi, combattete per la giustizia, sempre
con solennità. Non importa se io non ce la farò, ma l’importante
è che il mondo sia salvo. >
Seiya e gli altri irruppero dentro il giardino
del Castello correndo verso l’immenso edificio centrale. - Avanti, ragazzi!
Se il sole sorgerà di nuovo senza che la signorina sia salva, avremo
perso e dovremo consegnare le armature a Giano. -
- E lo farete presto. - un nugolo formato da
duecento soldati si pararono davanti a loro per fermarli. - Andate avanti
voi, Qui li fermo io. - disse Vulcano - Vi aprirò la strada attraverso
di loro. - con una tremenda martellata lanciò una scia di fuoco
che tagliò a metà la schiera dei soldati e anche la pesante
porta di ebano che divideva il primo e il secondo giardino. Attraverso
la spaccatura i saint entrarono nel secondo giardino, pieno di fiori e
piante di una bellezza straordinaria. Rose, oleandri e altri fiori stupendi
crescevano rigogliosi e bellissimi, su i un prato verde smeraldo. Davanti
ai saint si parò una seconda schiera di soldati agguerriti come
non so cosa. Erano tutti intenzionati a combattere fino alla fine contro
i saint per fermarli. - Andate avanti voi. Questi li sistemiamo io e Megera.
-
- Siamo d’accordo. Ci rivediamo appena finito!
Rimanete vive! -
- Stai sicuro, Seiya. - i saint che procedevano
si fecero strada rilasciando parti del loro cosmo e menando colpi a destra
e a manca. Arrivarono nel cortile interno, dove furono attaccati da un
ultima schiera di soldati. Erano ad un centinaio di metri dalla porta d’entrata
del nuraghe centrale. Shun si offrì volontario per rimanere a combattere.
- Shun, sei sicuro ? -
- Certo. Contro dei solati non posso fallire.
Voi portate a termine la missione. Ora come ora soltanto voi siete abbastanza
forti per uccidere Giano e salvare Atena. -
- Bene, Shun. Andiamo, Shiryu. -
I due saint si fiondarono verso la porta e Shiryu
la distrusse senza difficoltà con un singolo Colpo del Drago Nascente.
All’interno trovarono solo una scala che puntava verso l’alto. I due la
presero senza esitare, e salirono verso un’oscurità sempre crescente,
che diventò presto opprimente e imperscrutabile. - Accidenti, che
buio. Non vedo niente. -
- Permettete allora che vi faccia luce. - una
voce decisa li accolse una volta che finirono di salire, e sentirono di
essere arrivati alla fine della scala. Una luce accecante, quasi più
luminosa di quella del sole si stava affacciando da un buco sopra le loro
teste a illuminare l’ambiente. I Seiya rimase folgorato dal vedere che
erano sotto la grande sfera di luce formata dall’unione delle scie luminose
dei cinque spiriti. - Shiryu. La Sfera Centrale. E’ dietro le spalle di
quest’uomo. -
- Il mio nome è Giano, il capo degli Spiriti.
Vi faccio i miei complimenti per essere arrivati fino a qui, ma la vostra
fortuna termina in questa casa. Mai infatti potrete sconfiggermi con la
vostra misera potenza attuale.
A Seiya non erano mai andate giù le prese
in giro, così si scagliò con violenza verso Giano. Gli lanciò
contro la sua Cometa di Pegasus con la precisa intenzione di farlo secco
subito al primo colpo, ma nel momento in cui i colpi del saint presero
il corpo del demone, furono riflessi con l’aggiunta di una leggera patina
nerastra. Seiya rimase vittima di tutti i suoi stessi colpi e fu sbalzato
contro una parete, sulla quale rimase il segno, dalla violenza del colpo
subito. - Adesso è il mio turno. Colpo Segreto del Drago Nascente!
- Giano pensò che il colpo fosse rivolto verso di lui, ma Shiryu
gli passò di fianco. Immediatamente prese il saint per i capelli,
facendolo cadere sulla schiena. - Complimenti. Mi hai quasi fregato. Sulle
prime hai diretto verso di me il tuo colpo, poi hai cambiato direzione,
cercando di liberare Atena. Mi dispiace, ma la tua dea rimarrà lì
dentro per sempre. -
- Come ? - prima che potesse fargli la sua domanda,
Giano lo colpì allo stomaco con un pugno luminoso e lo spinse giù
sfondando una parte del pavimento e scalfendo l’armatura del drago. Seiya
nel frattempo si era rialzato ed era tornato sotto, con l’armatura di Pegasus
d’oro. - Un’armatura di bronzo che diventa d’oro. Questo sarebbe un bel
match. Peccato che lo vincerò subito. -
- Stai zitto! Adesso parlo io! Cometa Dorata!
- una colossale scia di luce colpì Giano, ma ancora il colpo fu
riflesso verso Seiya, il quale sfondò il muro dietro di lui e cadde
fuori dall’edificio tra pezzi di pietra e i pezzi che si erano staccati
dalla sua armatura. Dalla loggia interna Shun vide quello che stava accadendo,
ma non poté fare nulla per salvarlo. Il saint di Pegasus riuscì
però ad aggrapparsi ad una pietra sporgente con la mano destra.
Sotto di lui aveva una caduta di quaranta metri di altezza. - E’ un bel
volo, fin laggiù. -
- Esatto. Ad una caduta del genere non sopravvive
nessun mortale. Addio, Seiya. Poi toccherà a Dragone e poi agli
altri che sono rimasti vivi! -
Seiya si preparò alla fine imminente.
Giano alzò il braccio destro, pronto a tagliare a metà Seiya.
Assaporò lentamente la vendetta su di Atena e sui suoi saint, ma
una sfera di ghiaccio lo colpì alla schiena e lui volò di
sotto. Seiya rimase un po’ spiazzato, ma preferì rimandare la sorpresa
e tirarsi su. Un giovane gli diede la mano - Afferra la mia mano, Seiya.
- Il saint non ci pensò due volte e afferrò la mano dello
sconosciuto, che poi, ad un esame più attento si rivelò essere
Hyoga!
- Hyoga! Ma dove eri finito ? -
- E’ una lunga storia. - Hyoga raccontò
quello che successe nel nuraghe delle Grandi Montagne - Stavo combattendo
contro lo Spirito delle Montagne ed aveva la supremazia dell’incontro,
quando… -
- Per il sacro Aquarius! -
La donna non riuscì ad evitare l’enorme
sfera di ghiaccio e andò a sbattere violentemente la schiena contro
la parete. Cadde a terra e si raggomitolò mugugnando per il dolore.
Hyoga le corse incontro e si sincerò delle
sue condizioni. Avvertì un calore strano intorno al corpo di quella
donna, un calore che mai aveva sentito scaturire dal corpo di un nemico
- Il corpo di questa donna emana un calore che non ho mai trovato prima.
è come se il suo animo smentisse le azioni che il suo corpo mette
in atto. Una persona con un cosmo così caldo e generoso non può
essere un nemico. Ma allora perché tenta di ostacolarmi ? Perché
non si oppone al volere di Giano ? -
- Chiedi a te stesso perché vuoi che l’Italia
sprofondi nel buio… -
- L’Italia sprofondare nel buio ? Non capisco
cosa vuoi dire. -
- Le sfere che tu e i tuoi compagni volete distruggere
racchiudono cinque spiriti di titani demoni che ai tempi tentarono di conquistare
il potere combattendo contro Atena e la sua legge. Il capo di questi demoni
si chiamava Giano, ed è lo spirito racchiuso dentro la sfera centrale,
nel palazzo del nostro capo Italo. -
- Ma Giano è il nome del nostro nemico.
L’ho udito distintamente quando Gian lo ha detto sulla collina davanti
al castello. Giano è il nome di colui che presiede l’edificio centrale.
-
- Tu dici ? Non riesco a crederci, saint. E’
impossibile che io lo faccia. -
- Perché lo reputi impossibile ? L’inganno
penetra e attecchisce in qualsiasi essere umano, ed ogni essere umano può
crearlo. Tu riesci a percepire i cosmi degli altri esseri. Avverti forse
aggressività in me ? Ritieni che io sia un nemico da uccidere ?
-
- A dire la verità… No. Il tuo cosmo è
freddo come il ghiaccio che dà vita ai tuoi poteri, ma non è
oscuro. Allora perché sei venuto qui per contrastare la giustizia
? -
- Io sono venuto per salvare la giustizia. Atena
è stata rapita da Giano. E’ il mio dovere, non ti pare ? -
- Sì… Mi pare che tu sia nel giusto. Ti
aiuterò nella tua impresa. -
Tiber apparve all’entrata della costruzione.
Genepy se ne accorse, e cercò di scostare Hyoga dalla traiettoria
dei colpi dello Spirito. - Genepy. Come fai ad assecondare questo nemico
tradendo il tuo signore Italo ? Questa tua insubordinazione ti porterà
alla morte, e dato che ti ho colto sul fatto, ho tutto il diritto di applicare
la sentenza. -
- La sentenza di morte sarà per te, e
non per noi. Polvere di Diamanti! -
- Tiber parò il colpo con solo una mano
e lo riflesse con qualcosa di suo. Hyoga batté violentemente la
testa e rimase svenuto sul pavimento. - Il tuo amico è deboluccio.
Non era neanche uno dei miei colpi migliori e giace al tappeto. Preparati
a morire. Il tradimento è il peggiore dei reati, a maggior ragione
diventa grave quando colui che viene tradito è un benefattore. -
- Altro che benefattore. Mi ha reso schiava del
male senza che io me ne accorgessi. Un uomo che fa certe azioni non può
essere un benefattore. E’ un ingannatore. Se parli in questo modo significa
che sei dalla parte delle forze oscure e io che devo difendere il bene
non posso lasciarti vivere un secondo di più. Valanga Glaciale!
-
Ugualmente come Tiber fece a Hyoga, anche Genepy
rimase colpita dalla sua stessa tecnica, e cadde al tappeto.
- Giustizia è fatta. - disse a bassa voce
Tiber, e in seguito tornò al suo nuraghe.
Dopo qualche tempo, Genepy rinvenne, ancora con
un gran mal di testa. - Non… mi ha ucciso. Grazie al cielo non ha l’abilità
necessaria per percepire la forza vitale… Crystal… - si prese cura del
saint. Tirò un sospiro di sollievo quando scoprì che era
soltanto svenuto, e stava lentamente riprendendo i sensi - Ah… Che
mal di testa. Che è successo a quell’uomo ? -
- Ci ha sconfitti entrambi. Ma ci ha lasciato
in vita, credendoci morti. Per fortuna è una persona superficiale.
-
- La sfera. Devo distruggerla. Lasciami, devo
rimettermi in piedi. -
- Aspetta, Crystal. Ti aiuto. - nel rimetterlo
in piedi notò la croce che Hyoga portava al collo. Alla sua mente
riaffiorò come un tappo di sughero un’immagine della sua infanzia.
Degli uomini che la stavano portando via da sua madre, in una locanda deserta
di una città della Siberia occidentale. Sua madre tentò di
tenerla stretta a sé e proteggerla da chi la voleva prendere. Il
figlio maggiore di quella donna tentò di difendere la bambina in
fasce pestando i soldati del castello Italico. Ad uno diede un calcio nello
stomaco, per strappargli dalle mani il fagotto rosa, ma un secondo soldato
gli diede un calcio in testa, che lo fece andare a sbattere contro la gamba
di un tavolo e procurandogli un taglio alla nuca. La donna cercò
disperatamente di strappare dalle braccia degli aggressori la figlia, ma
per tutta risposta fu sbattuta sul pavimento, dopo che un uomo la tramortì
con una forte botta in testa. Gli aggressori se ne andarono ridendo, mentre
la bambina dormiva, e probabilmente non era riuscita a connettere cosa
stesse succedendo in quei momenti. Un particolare specialmente destò
la sua attenzione. La catenina che la donna aveva al collo, una croce d’oro.
Anche le parole in seguito le ritornarono, chiare e inconfondibili, alla
mente. Il nome del fratello, in particolare: Hyoga.
- Hyoga… - ripeté, e prese un ciondolo
di forma ovale che teneva al polso. Quel ciondolo lo aveva sempre avuto
dalla nascita e che era un ricordo della madre, ed era in realtà
un piccolo portaritratti, con all’interno due foto in bianco e nero, uno
con lei ed il fratello ed una con il fratello e la madre. - Hyoga… Fratello.
-
- Fratello ? -
- Fratello ? - chiese Seiya.
- Sì. Per fortuna non ho messo tutta l’energia
nel mio primo colpo. -
- Te ne sono grata io per prima, Crystal. -
- Crystal ? -
- Te lo spiego dopo. Adesso stiamo attenti a
Giano. Anche se è caduto di sotto di sicuro non è del tutto
fuori combattimento. Lasciate che me ne occupi io. Tu libera Atena. -
- No, Pegasus. Fermati. - era la voce di Atena
che lo stava fermando dal compiere fino in fondo la sua missione. La sua
faccia si affacciò in mezzo al bianco e al viola del fondale della
sfera
- Perché Signorina ? Perché non
vuole essere liberata ? -
- Perché distruggendo la sfera mi distruggereste
comunque. Dovreste uccidere Giano, ma nessun mortale potrebbe farlo. Io
sola posso sconfiggerlo. -
- Dannazione. E’ un cane che si morde la coda.
-
- Esatto. Quindi desistete e lasciate che Atena
scompaia. Tu, biondino. Come hai osato colpirmi a tradimento ? - Giano
si riaffacciò al muro distrutto. Hyoga alzò le braccia e
lanciò la sua Aurora del Nord. Ma un attacco frontale era impossibile
farlo andare a segno, con la barriera che proteggeva il demone come un
muro impenetrabile, Hyoga fu investito completamente dal contrattacco nemico.
La corazza del cigno andò completamente in frantumi. - Crystal.
Non dovevi farlo, maledetto. - distese le braccia come se fossero due ali.
Corse verso il nemico e al momento di attaccare si smaterializzò,
trasformandosi in una nuvola di neve bianca. Per un attimo nessuno la vide
più. Ma al momento opportuno riapparve dietro la schiena di Giano
e gli incise una croce sulla schiena. Il taglio fece scaturire prima uno
zampillo di sangue, e poi si ghiacciò a causa della velocità
e della temperatura estrema. - Ah… Maledetta… Come facevi a sapere il mio
punto debole ? - e cadde esanime a terra.
- Crystal. - corse verso il fratello. Il biondo
non versava in una situazione molto felice, aveva una spalla lussata e
un braccio rotto.
- Come sta ? -
- Il suo cosmo sta diventando sempre più
debole. Adesso però che Pluto è sconfitto posso donarti una
parte del mio cosmo per sanarti. - iniziò a bruciare il suo cosmo,
che essendo quello di uno spirito era molto più vasto di quello
di un saint.
Dalle scale Seiya udì un urlo che chiamava
lui e gli altri suoi compagni, era Shun che capeggiava gli altri superstiti.
Vulcano si reggeva in piedi appoggiandosi al suo enorme martello, Tisifone
faceva da appoggio a Megera, colpita ripetutamente allo stomaco e al volto.
Shun tutto sommato era ancora intero per una buona parte. La sua catena
era un arma assolutamente insuperabile per dei soldatini come quelli, ed
una volta superati loro era tornato indietro per aiutare i suoi compagni
d’avventura. Lo scenario che si trovarono davanti non era molto incoraggiante.
Shiryu si reggeva in piedi a malapena, Seiya aveva interi soltanto la cintura
e le due ginocchiere e Hyoga era rimasto coi suoi abiti “civili”. - Almeno
- considerò Seiya - Siamo ancora tutti vivi. Adesso che Giano è
morto, possiamo liberare Saori. Finalmente è giunto il momento di
tornare a casa. Fulmine di Pegasus! - la sfera non subì alcun danno
- Che Cosa ? - si girò verso Giano. Il
demone rimaneva senza muoversi riverso con la faccia sul terreno - Giano
è morto. Il suo cosmo è sparito, e allora perché non
sono riuscito a distruggere il suo vetro ? -
- Proviamo insieme, Seiya. - propose Tisifone
- forse serve un colpo potentissimo. -
- Mi unisco anch’io. - disse Vulcano
- Non ti lascio, sorella. -
- Io sono con voi. -
- Contate su di me e Crystal. -
- Allora, siete pronti ? Ora! - Pegasus fu il
primo a lanciarsi
Nello stesso momento partirono il Fulmine di
Pegasus, il Cobra Incantatore, il Ventaglio Vesuviano, la Catena Ipnotica,
il Colpo Segreto del Drago Nascente, le Onde di Tuono, la Valanga Glaciale
e il Sacro Aquarius colpirono violentemente la sfera, ma l’effetto fu assolutamente
nullo. Lo sconforto penetrò nei corpi dei saint. - Accidenti… E’
ancora intera. -
- Ve l’ho detto… Lasciatemi qui. - la faccia
di Saori si affacciò sulla sfera.
- Niente da fare. Ho giurato di salvarla sempre
e lo farò sempre, fin quando la morte non mi reclamerà. -
- Dalle ascolto. E’ impossibile mettermi sotto.
-
Il terrore si insinuò negli animi dei
saint, non appena sentirono di nuovo la tetra voce di Giano. - Siete stati
ingenui a pensare di avermi sconfitto. Io sono immortale, perché
non capite ? -
- Tu non sei immortale. Esiste il modo per sconfiggerti,
e io lo troverò, stanne certo e prega che Ade ti risparmi! Cometa
di Pegasus! -
- Non fare l’ingenuo e consegnami l’armatura.
-
- No, mai! - disse prima di sbattere contro una
parete. Dell’armatura di Pegasus non rimaneva alcuna traccia.
Giano sconfisse nell’ordine Shiryu, Shun, Hyoga,
Vulcano e Genepy. - Atena, la vittoria è mia. Non credere nel contrario.
La mia vendetta è completa! AHAHAH!!! -
- Chiudi la bocca, prima che ti faccia ingoiare
tutti i denti! - una voce riempì l’aria, risuonando sempre più
debole fino a sparire del tutto nell’oscurità completa di quella
stanza oscura.
- Fammi vedere la tua faccia, maledetto. Esci
dal tuo nascondiglio e affrontami, facendo la fine di tutti gli altri,
tu che mi sfidi. -
- D’accordo, Giano. Ti accontento subito. - una
brezza eccitò le vesti ampie di Giano, e delle lame a forma di goccia
infilzarono il demone da ogni parte. – Ma che sono queste lame ? Uh ? Mancavi
solo tu all’appello, Ikki di Phoenix. Ti aspettavo. Volevo vedere se eri
potente come tutti dicono. Sembra che tu sia uno dei migliori dei bronze
saint, e morivo dalla voglia di confrontarmi con te. -
- Io e te continueremo a risorgere in ogni caso.
Che senso ha voler vincere un combattimento praticamente infinito ? -
- Non saprei. Comincia a combattere, però.
-
- A me va bene. Ali della Fenice. -