GLI SPIRITI D' ITALIA

LE NEBBIE DEL PASSATO
- Il nuraghe di Gian. Quel bastardo dovrà rispondere di queste costole. - Seiya entrò camminando lentamente nella quarta torre. La luce che filtrava dal soffitto gli permise di vedere chiaramente la grigia Sfera delle Nebbie. - E’ lei. Dove sarà il guardiano di questa casa ? -
- Seiya. -
Il saint si girò verso un angolo buio. Nascosta da sotto una tettoia uscì Castalia. - Castalia. Cosa ci fai qui ? -
- Sono venuta per farti desistere da questa impresa. -
- Non ci credo, Castalia. Non posso crederlo, detto da te. – Seiya ebbe un’illuminazione. - Certo. - disse tra i denti - Certo. Ma non ti credo. Tu non puoi essere Castalia. Gian… -
- Ma cosa stai dicendo. Seiya. Come puoi non riconoscermi ? - Castalia si tolse la maschera di metallo - Vedi ? Sono io. Colei che ti ha educato e allevato. -
- Ti ho fregato. Fulmine di Pegasus! -
Gian rimase spaesato dalla reazione del saint e non poté fare niente per frenare i suoi colpi. Bersagliato da quella scarica perse la concentrazione necessaria per rimanere trasformato.
- Ma come hai fatto a capire che non ero Castalia ? -
- Una vera sacerdotessa di Atena non si sarebbe mai tolta la maschera, per nessuna ragione al mondo. -
- Dannazione. Ma non si ripeterà mai più, Pegasus. Mai più. - disse con un leggero sorriso - Hai intenzione di sfidarmi nelle tue condizioni ? Non mi sembri adatto per un combattimento. Con me, oltretutto. Il più forte tra i cinque guerrieri di Giano. -
- Risparmia il fiato. I miei colpi ti hanno incontrato già una volta. Adesso vogliamo andare avanti ? -
- Perfetto. Volevo giusto scaldarmi. - alzò la mano destra e iniziò a bruciare leggermente il suo cosmo.
- Quella posizione… Mi ricorda qualcosa. Ma cosa ? Non mi ricordo. Chi era ? -
- Non rammenti questa tecnica ? Adesso ti rinfresco la memoria. Distruzione Universale! - dietro di lui decine di galassie si incontrarono per convergere infine nella sua mano illuminata. Pegasus rimase vittima del bagliore accecante e fu sbalzato fuori dal nuraghe delle Nebbie.
- Te ne vai già così presto, Seiya ? E’ un vero peccato. -
- Stai zitto. Adesso sentirai di nuovo il mio colpo. Fulmine Di Pegasus! -
- Niente vittoria per te. - alzò la mano e inizialmente parò il colpo, poi lo respinse, colpendo ripetutamente Seiya e sbalzandolo indietro. Seiya rimase sdraiato in terra, non fece alcun movimento e tentò di riprendere energia.
- Per essere colui che ha sconfitto Arles e Nettuno mi sembri parecchio debole. -
- Non giudicarmi, tu che non hai ancora visto niente. -
- Ah… Vedo che sei ancora vivo nonostante ti abbia fatto molto male. Mi divertirò con te ancora un po’. Distruzione Universale! -
Nessuna difesa poté separarlo da un’ennesima sconfitta. - Sei una delusione, in quanto a capacità di combattente. Quale nume ti possedette quando sconfissi Gemini ? Ti darò il colpo di grazia. Con un solo dito trapasserò il tuo inutile corpo. -
- Fermo, Gian. Ferma la tua mano. Prima voglio sapere chi sei in realtà. Il tuo cosmo mi ricorda quello di un mio antico avversario. -
- Ce ne hai messo di tempo. Ebbene, non hai tutti i torti. - si tolse la maschera di metallo grigio che ogni spirito aveva in faccia. - Riconosci questo volto, Seiya ? -
- Gemini! - disse spalancando gli occhi - Non può essere! Tu sei morto! -
- Non confondermi mai più con Saga! - gli lanciò il suo colpo segreto, mandandolo contro un albero - Io sono Kanon. Non ho mai tollerato chi mi ha confuso con Saga. Ancora meno un mio nemico. -
- Credevo… Che fossi morto durante la distruzione dell’Impero di Nettuno, e che fossi scomparso insieme a Syria. -
- Così credevano tutti. - le immagini gli scorsero nella mente, chiare e nitide come se fossero state impresse in una videocassetta - Credetti per un attimo anche io di essere destinato a perire con Nettuno. L’acqua aveva ormai invaso ogni ambiente e nessun posto era asciutto. Corsi finché non trovai un condotto che saliva verso l’alto, e lo presi. Alla fine uscii ad Asgard. Pieno di sgomento e di tristezza per l’infrangersi del mio sogno vagai finché raggiunsi uno sperduto paesino italiano, dove in un tempio trovai la sfera dove Giano fu rinchiuso da Atena. La sua voglia di vendetta lo spinse a mettermi a capo del suo nuovo esercito di Spiriti Demoniaci.-
Seiya sbuffò, facendo un mezzo sorriso - Fare qualcosa da solo mai, tu ? -
- Hai sentito abbastanza. Adesso vai all’altro mondo senza fiatare. Distruzione universale! -
Seiya, in un impeto di spirito di sopravvivenza, bruciò una grande parte del suo cosmo, oltre che la mano di Kanon. Il demone si ritrasse dolorante. - Ma come diavolo hai fatto ? Eri uno straccio, incapace di qualsiasi reazione. -
- Sai della mia esistenza, ma non hai mai combattuto contro di me, non sai di cosa sono capace. -
- Mi piacerebbe vedere come farai adesso. Voglio usare contro di te uno dei miei colpi migliori. Mi ricordo ancora come usarlo, sebbene sia molto tempo che uccido gli avversari al primo colpo. Ahahah - disegnò con le mani un triangolo. Tre stelle si posizionarono ai suoi vertici - Triangolo D’Oro, ingoia Seiya! - un’infinita serie di triangoli concentrici prese Seiya e lo trascinò con sé. Il saint resistette puntando i piedi e cercando di rimanere incollato al terreno. - Resistere non ti servirà a niente. Nulla può resistere a questo mio colpo. Triangolo D’Oro! Ingoia Seiya! -
- Non è abbastanza per uno come me.  Specchio D’Argento! - creò una nuova mossa all’istante. Respinse con l’imposizione delle mani il colpo di Kanon, il quale per evitarlo dovette gettarsi di lato e rotolarsi sull’erba per scansarsi il più possibile. I triangoli svanirono non appena smise di concentrarsi.
- Dannato Seiya. Ti ho sottovalutato. Ma adesso ho intenzione di fare sul serio. -
- Sei ridicolo. Non ti sei accorto che hai già perso. -
- Quello che è destinato a perdere sei tu. -
- Sbagli. Perdi già in partenza, pensando di poter sconfiggere un saint di Atena. Anche se non è questo il punto. Perdi perché stai dalla parte sbagliata. -
- I tuoi discorsi sono vani come spettri. -
- Al contrario. Il tuo seguire sempre chi ritieni più forte o di seguirlo per il tuo tornaconto ti porta a non avere un ideale che ti dia forza. -
- A che serve avere ideali ? Non potranno mai darti la vittoria nei combattimenti. - con un impeto di rabbia tentò di colpire Seiya, ma il giovane saint si spostò mandandolo a vuoto
- Non hai capito niente. Prima mi sono ripreso dalle tue ferite perché lo spirito della giustizia le ha guarite ed ha ritemprato il mio animo. Ancora in seguito mi ha dato la forza per aumentare il tuo cosmo fino a superare il tuo livello e respingere i tuoi colpi. -
< Seiya sembra aver ragione. Ora è molto più veloce di prima. Sembra che io stia lanciando i miei colpi in acqua mentre lui è sulla terraferma. E’ come se qualcosa mi stesse bloccando. No, ma cosa sto dicendo ? Mi sto facendo condizionare dai suoi insulsi discorsi. Io non posso essere sconfitto. >
- Tu non puoi essere sconfitto ? Te lo dissi già alla colonna dell’Atlantico del Nord. Rinuncia alla tua impresa. -
- Come fai a sapere di quale fosse la colonna che dovevo presidiare ? Io non ho mai combattuto contro di te, prima d’ora. -
- Contro Seiya no, ma contro di me sì. -
- Questa voce. La riconosco. Tu sei… - Velocemente Seiya cambiò d’aspetto, rivelando la sua vera persona. Kanon sbiancò nel trovarsi davanti di nuovo Ikki.
- Ma… Ma… Ma… Ma come hai fatto ? - boccheggiò
- Non ti sei nemmeno accorto che ti ho lanciato il mio Fantasma Diabolico quando hai lanciato Seiya fuori dal tuo nuraghe ? -
- Dannazione. Phoenix, io ti devo far pagare quello che mi hai fatto nella Città degli Abissi. Preparati. Hai fatto male a smettere di farmi vedere le tue illusioni. Triangolo D’Oro! Scagliati contro Ikki. -
- Le mie illusioni non smettono quando mi rivelo. - alzò soltanto il dito indice e il Triangolo D’Oro si rivoltò contro Kanon, ingoiandolo e trascinandolo nella dimensione parallela.
Phoenix sparì come un’ombra, pochi minuti prima che Seiya riprendesse i sensi. - Accidenti… Che mal di testa. Ma dove è finito Gian ? Non importa. Devo entrare e distruggere la sfera. - barcollò tentando di rimettersi in piedi. Cadde di schiena. Tentò di nuovo di rialzarsi, e andò incerto all’interno della costruzione in pietra. In men che non si dica fracassò la sfera e andò in direzione di uno degli altri nuraghe, col preciso e fermo intento di salvare Atena, come sempre.