Appena giunta al grande tempio Lady Isabel ebbe
una sgradita sorpresa. Bettlegeuse la colpì con una freccia d'oro:
la giovane donna sarebbe morta entro 12 ore.
Il solo modo di salvarla era giungere alle stanze
di Arles in tempo, sorpassando le case custodite dai docidi cavalieri d'oro,
uno per ogni segno zodiacale.
Incontrarono subito Mur, custode della casa di
Ariete e vecchia conoscienza dei seguaci di Atena.
Egli riparò le loro armature danneggiate
dai numerosi colpi subiti e istruì i cavalieri sul settimo senso
posseduto dai loro avversari. Era necessario acquisirlo al più presto
per non essere sopraffatti dai potenti custodi del grande tempio.
Il primo ostacolo era il cavaliere del Toro.
La sua forza sembrava smisurata ma l'ansia per Lady Isabel spinse Pegasus
ad attaccare con una forza che mai aveva raggiunto.
Aldebaran lo lasciò passare, trannendo
per alcuni minuti i Shun e Crystal finchè anch'essi dimostrarono
la loro potenza.
Nonostante il primo scontro li avesse messi a
dura prova i tre compagni non parevano preoccupati. Erano ignari dei pericoli
che molto presto avrebbero incontrato, erano troppo sicuri di se.
La terza casa apparve disabitata; vi era la sola
armatura dei Gemelli ma nessun cavaliere presidiava il luogo.
In realtà l'insidia era rappresentata
dalla casa stessa, un vero labirinto in cui i tre amici si perserò
immediatamente, restando separati.
Crystal di trovò improvvisamente in un
luogo che gli parve familiare, come il cosmo che avvertì.
"Ti trovi all'undicesima casa, sei sopreso?"
Il gelo invase la stanza ma il Cigno non ne risentì minimamente,
del resto era abituato alle temperature rigide.
"Sono Acquarius, fui io ad addestrare il tuo
maestro anni fa. Non è mia intenzione farti passare, resterai qui
per il resto dei tuoi giorni."
Nonostante il rispetto che sentiva di dovere
verso Acquarius, Crystal tentò un attacco a sopresa, totalmente
inefficace.
"La polvere di diamanti è una mia tecnica",
disse sorridendo il cavaliere d'oro, "non hai speranze di sconfiggermi."
Senza particolare sforzo sferrò un colpo
così forte da imprigionare il Cigno in una bara di cristallo dalla
quale nessuno poteva liberarlo.
I cavalieri di Atena erano rimasti in due e si
trovavano divisi nella casa di Gemini.
Giunto per l'ennesima volta dinnanzi all'armatura
d'oro Shun scagliò la sua catena contro di essa che penetrandola
giunse fino alle stanze di Arles, frantumandogli la maschera.
"Maledizione, Andromeda è più forte
di quanto mi aspettassi" pensò seccato, riponendo le sue speranze
nella forza di Cancer.
Shun impiegò pochi minuti per arrivare
alla soglia della quarta casa, mentre Pegasus era ancora intrappolato nel
labirinto.
Un macabro spettacolo si presentò agli
occhi di Andromeda quando varcò l'ingresso. Dinnanzi a se le pareti
erano ricoperte di teschi umani, gli sembrò impossibile contarli.
"Ti piace la mia collezione?" domandò
con sarcasmo Cancer lasciandosi andare a una lunga risata tenebrosa.
"Sono tutte le mie vittime, mi piace ammirarle
di tanto in tanto, non a caso mi chiamano Death Mask"."
"Sei un mostro, penserò io a porre fine
alla tua esistenza, come può un cavaliere di Atena comportarsi in
tal modo?".
Shun stava quasi per piangere angosciato dalle
innumerevoli vite spezzate dal crudele avversario ma si trattenne con una
smorfia che lasciava trasparire un odio profondo.
Pegasus intanto, affidandosi ad Atena, vide l'uscita
della casa di Gemini e si precipitò lungo la scalinata che conduceva
al tempio di Cancer.
Andromeda appariva in chiara difficoltà
contro il cavaliere d'oro che senza indietreggiare di un solo passo vanificava
ogni attacco sferrato con la catena.
"Sei la pallida imitazione di un eroe cavaliere.
Pensavo mi avresti creato maggiori problemi ma privo del settimo senso
non puoi niente contro di me".
Death Mask stava già assaporando la vittoria
mentre gli occh di Shun lo scrutavano nervosamente. Egli sentiva avvicinarsi
l'amico Pegasus, forse insieme avrebbero sconfitto quell'ignobile nemico.
Cancer alzò il braccio destro e puntando
l'indice verso l'alto fissò l'avversario con freddezza. "Ora vieni
con me presso la tua nuova dimora,Strati di spirito!" esclamò con
forza trascinando Andromeda nel regno dei morti.
Pegasus avvertendo il cosmo malvagio del nemico
capì che doveva affrettarsi ma stava già correndo con tutte
le forze e non riusciva ad essere più rapido.
Giunse alla quarta casa pochi istanti dopo che
i combattenti si erano trasferiti, non gli restava altro da fare che proseguire
verso la casa di Leo.
Shun era ancora in difficoltà e il fratello
lo aveva capito. Esistava a recarsi in suo aiuto perchè si sentiva
braccato da una presenza oscura.
Black Sagitter lo aveva finalmente scovato e
si apprestava ad affrontare uno scontro certamente alla sua portata che
non la preoccupava minimamente.
"Chi sei?" le chiese Phoenix alquanto agitato.
"Sono qui per portarti al cospetto di Ades, deciderai se unirti alle sue
armate o morire. Sei un avversario scomodo, se non ti avremo dalla nostra
parte sarà meglio elminarti definitivamente".
Non aveva mai combattuto contro il cavaliere
della Fenice ma era al corrente del suo micidiale pugno diabolico e non
si sarebbe fatta sorprendere facilmente.
Cancer non risparmiava i suoi colpi migliori
con Shun che rapidamente si trovò a terra sanguinante, con poche
energie e la speranza di un aiuto che forse non sarebbe mai arrivato.
Phoenix era concentrato e attendeva la prima
mossa dell'avversaria ma le grida del fratello sofferente gli giunsero
forti, come se fosse stato accanto a lui.
"Mi dispiace cavaliere nero, il nostro scontro
è rimandato. Non fuggo da te per viltà ma qualcuno ha bisogno
di me". Detto questo sparì per correre in aiuto del fratello ma
Black Sagitter lo seguì, non voleva ritardi nella sua missione.
Comparvero l'una dopo l'altro alle spalle di
Cancer che si voltò di scatto. Aveva percepito il cosmo oscuro e
potente della ragazza conosciuta il giorno prima e la accolse con un sorriso
caloroso.
Black Sagitter era sorpresa e felice allo stesso
tempo, non sperava di rivedere così presto il bel cavaliere e ricambiò
il saluto con un cenno del viso.
Death Mask si accorse che l'uomo appena arrivato
era ostile ma non se ne curò, non ritenendolo un avversario pericoloso.
"Non capisco il perchè della vostra visita
ma concedetemi un istante per schiacciare questo essere inutile e sarò
da voi". Black Sagitter rise divertita, la malvagità del cavaliere
d'oro contribuiva a renderlo più affascinante: era davvero un uomo
irresistibile!
Una vampata di fuoco illuminò l'armatura
della Fenice e il cavaliere, i cui occhi erano carichi di odio e vendetta
si rivolse al terribile nemico: "Prima di uccidere mio fratello è
me che dovrai affrontare".
La sicurezza con cui pronunciò quelle
parole riuscì solo in parte a mascherare la sua agitazione.
"Rimanderai la morte del tuo amico di qualche
minuto, visto che ci tieni morirai pre primo." Le parole di Cancer suonarono
come una sentenza ma Black Sagitter non era d'accordo e intervenne decisa:
"mi spiace cavaliere del Cancro ma non posso lasciarti il piacere di eliminarlo.
Prima che giungessimo qui stavamo per iniziare a combattere, tocca a me
occuparmi di lui."
"Pazienza, avrò una testa in meno per
la mia collezione" disse mentre colpiva ripetutamente al volto Shun.
Phoenix fece per muoversi in aiuto del fratello
ma fu bloccato dalla mano di Black Sagitter che gli strinse il braccio
con veemenza.
Un calcio di Cancer fece precipitare Andromeda
in un baratro apparentemente senza fine. Le sue grida si spensero subito
e il suo uccisore guardò divertito un pezzo della catena, rimasto
ai suoi piedi.
"Vi lascio al vostro scontro, a presto Sagittario
nero". Death Mask era sicuro che la ragazza avrebbe avuto la meglio del
cavaliere di Atena e tornò a presidiare la sua casa.
Poco prima di sparire si perse nuovamente negli
occhi castan di Black Sagitter che, come i suoi, tradinano non poche emozioni.
Lo scontro poteva dunque avere inizio, con la
valle dei morti a farvi da cornice.
L'armatura nera emettevsoltanto qualche pallido
riflesso sotto i colpi di Phoenix che pur dando il suo meglio non era in
grado di penetrare le difese dell'avversaria.
Black Sagitter lo mise presto alle strette e
il cavaliere di Atena capì che era conveniente arrendersi per tentare
il tutto per tutto più tardi.
"Riconosco un nemico superiore a me, ti seguirò
dal tuo capo e sarò dei vostri".
Le sue parole non la convinsero del tutto ma
lo condusse ugualmente al palazzo di Ades. Non era molto soddisfatta per
la missione, era stato troppo facile domare quell'avversario che si aspettava
molto più insidioso.
La sopresa che attendeva Phoenix lo avrebbe certamente
lasciato di sasso, era ormai vicino alla sala del trono e stava escogitando
un piano per fuggire.
Il re dell'oscurità si trovava sul suo
trono, nascosto da un pesante drappo nero ricoperto da quelle che il prigioniero
riteneva essere macchie si sangue.
Sperando di cogliere Ades di sopresa Phoenix
scagliò il suo colpo migliore verso la tenda, che si squarciò.
Da essa emerse una figura che mai avrebbe immaginato di incontrare di nuovo:
era il fratello Andromeda.
to be continued